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Cronaca Torre Faro

Ruspe sotto al pilone: quasi cancellato l'ecomostro dell'ex Sea Flight

A Torre Faro entrano nel vivo gli interventi di demolizioni del rudere che una volta ospitava un cantiere navale. Gli occhi di una città puntati su un'area di altissimo pregio che adesso deve rinascere

Messina città "invasa" dalle ruspe. Dopo quelle in azione nelle aree da sbaraccare, si contano anche le altre che da due giorni hanno iniziato a lavorare all'omba del pilone di Torre Faro. Sono infatti iniziati gli interventi di demolizione dell'ex Sea Flight, l'ecomostro che per troppi anni ha deturpato una delle aree più pregiate della città. Quasi ultimata l'eliminazione delle opere in muratura, poi toccherà alla struttura in ferro, scheletro di quello che una volta era un cantiere navale. Ad eseguire le operazioni, appaltate dalla Città Metropolitana, è la ditta tortoriciana A&C Fratelli Calà Srls per un importo di quasi 180mila euro.

Entro giugno l'area dovrebbe essere completamente sgombra. Ma su di essa ci sono già gli occhi di un'intera città che attende di capire cosa verrà realizzato nella zona per quello che potrebbe essere il primo step per un definitivo rilancio di Torre Faro dove già sono state eliminate le due strutture di via Palazzo che avrebbero dovuto ospitare le biglietterie della mai nata Metromare. 

Secondo i piani della vecchia amministrazione, rilanciati dal candidato sindaco Federico Basile lo spazio dovrebbe ospitare un parco polifunzionale con una grande arena per eventi. Ma tutto sarà deciso solo ad elezioni concluse. Quello che appare certo, a sentire le rassicurazioni del dirigente della Città Metropolitana Salvo Puccio, è che non verrà mai costruito un mercato coperto come si era ipotizzato nelle scorse settimane. Ma tutto è nato da un errore. Il mercato coperto era solo un'ipotesi partorita da un architetto che lo scorso autunno ha partecipato al concorso di idee per rilanciare Capo Peloro. Una proposta, peraltro in netta contrapposizione con il Piano di Utilizzo Demanio Marittimo che in quell'area non prevede nuovi volumi. Peccato che sia finita in un documento ufficiale che Palazzo dei Leoni ha elaborato per ottenere parte dei 104 milioni di euro che spetteranno alla città dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. 

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