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Cronaca

Più navi sullo Stretto e ritorno dei treni notte, Orsa pressa il governo

L'incontro tra il sindacato e il sottosegretario Infrastrutture e Mobilità Giancarlo Cancelleri. Da Roma nuove rassicurazioni sul progetto di rilanciare trasporti ferroviari tra la Sicilia e il resto d'Italia. In ballo i 400 milioni di euro del Pnrr

Mentre il dibattito sul Ponte continua a rubare la scena, il governo sta portando avanti il piano di potenziamento dei trasporti tra la Sicilia e il resto d'Italia. Sul piatto ci sono i circa 400 milioni di euro del Pnrr, un'occasione da non lasciarsi sfuggire. Sui progetti da portare a termine, ieri mattina si è tenuto un tavolo tecnico tra il sottosegretario al ministero Infrastrutture e Mobilità sostenibile Giancarlo Cancelleri e una delegazione nazionale del sindacato Orsa, accompagnati dal deputato 5 Stelle Francesco D'Uva. A rappresentare i lavoratori sono stati il segretario generale Mariano Massaro, il segretario nazionale Trasporti Andrea Pelle, il coordinatore nazionale Macchinisti Uniti Francesco Palazzolo e il segretario regionale trasporti della Sicilia Giuseppe Terranova.

Treni più corti con due motrici: così si potrà ridurre di un'ora il tempo d'imbarco sui traghetti

Più treni e più navi sullo Stretto. Queste le richieste al governo messe nero su bianco dall'Orsa. Tra i primi punti c'è l'aumento dei treni a lunga percorrenza tra la Sicilia e il Nord con il sindacato che spinge per rimettere sui binari i convogli per Torino e Venezia, da aggiungere agli attuali intercity sulla relazione Roma-Milano. Più a breve termine la reintroduzione del treno Agrigento-Roma che andrebbe a collegare con la capitale le città interne della Sicilia così come non accade ormai da anni. 

Ma per aumentare i treni serve migliorare la flotta navale di Rfi. A riguardo, l'Orsa ha ribadito l'esigenza di altri due traghetti a quattro binari in aggiunta alla  "Messina" attualmente in servizio e alla nuova nave Iginia in allestimento ai cantieri Mariotti di Genova che presto solchera' le acque dello Stretto. Per il sindacato servono almeno due navi in linea, una di riserva e una in manutenzione per garantire un adeguato sistema di trasporto sullo Stretto. "Con la nave Logudoro ferma per sequestro e le navi Villa e Scilla con 37 anni d'esercizio alle spalle - spiega Orsa - sono indispensabili quattro traghetti modello Messina, a ponte aperto, che consentono di traghettare i treni senza far scendere i passeggeri dalle vetture".

Capitolo a parte quello del traghettamento veloce per cui è prevista la costruzione di tre mezzi veloci per la tratta Messina-Villa San Giovanni. Resta invece da superare il problema della tratta Messina-Reggio Calabria che doveva andare in concessione a Rfi ma l'iter è fermo dal 2018 per un ricorso della Liberty-Lines al Consiglio di Stato. 

"A fine incontro - concludono i sindacalisti - la sensazione è che sta prendendo forma la proposta di rilancio dell'area dello Stretto e del diritto alla mobilità che i siciliani rivendicarono in piazza nel 2015 con la grande manifestazione 'il ferribotte non si tocca'. La strada è ancora lunga ma i presupposti ci sono tutti anche perché il tavolo istituzionale odierno era composto, quasi per intero, da siciliani".

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