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Cronaca

Ferrovie, il Comitato Pendolari: "Sulla Messina-Palermo treni con oltre 9mila minuti di ritardo"

L'analisi della circolazione dei treni negli ultimi sei mesi. Situazione migliore lungo la linea Messina-Catania-Siracusa. I dati da dicembre a giugno 2022

Bassa velocità. Così, stando all'analisi del Comitato Pendolari, si può etichettare il servizio ferroviario siciliano, considerando ritardi e soprressioni. L'analisi del Comitato prende in esame gli ultimi sei mesi di traffico, fornendo un dato chiaro e inequivocabile che fa a cazzotti con la volontà di Regione e governo di aumentare le dosi della "cura del ferro" con l'acquisto di nuovi treni e i lavori di raddoppio.

Da dicembre 2021 allo scorso giugno, sulla relazione Messina - S. Agata Militello - Palermo, su 10.292 treni presi in esame, sono stati rilevati 518 convogli in ritardo e 97 soppressioni, con una percentuale vicina al 6%. In particolare, così come reso noto dal presidente del Comitato Pendolari Giosuè Malaponti - lungo la direttrice tirrenica 518 treni sono arrivati in ritardo per un totale di 9737 minuti, 97 i convogli soppressi. Le cose vanno relativamente meglio sulla tratta Messina-Catania-Siracusa dove il campione ha riguardato 9.428 treni con 519 treni in ritardo e 290 soppressi, per una percentuale di disservizio dell’8,58%. In questo caso i minuti di ritardo accumulati sono stati 9134.

"Opportuno rivedere l'attuale offerta commerciale"

"La spiegazione delle difficoltà dello spostarsi in treno quotidianamente verso le principali città siciliane è semplice - afferma in una nota Giosuè Malaponti -  basta guardare i dati sugli investimenti per il servizio e per le infrastrutture. Qualcosa di più è stato fatto in questi ultimi anni con l’intervento della Regione Siciliana che ha, con fondi europei, acquistato 25 nuovi treni ‘Pop’ già in esercizio in alcune tratte ferroviarie, altri 22 nuovi treni bimodali (diesel-elettrici) ‘Blues’ è di qualche giorno fa la notiziache la Regione ha provveduto ad acquistare ulteriori nuovi 12 treni ‘Pop’, portando così ad un rinnovamento totale, con 59 nuovi treni, la flotta del materiale rotabile in Sicilia".

"A questi vanno aggiunti i 6 treni ‘Jazz’ entrati in servizio sulla Palermo-Punta Raisi a fine del 2016, come previsto dal Contratto di Servizio Ponte 2015-2016. L’unico intervento della
Regione, per l’acquisto di nuovo materiale rotabile risale all’Accordo Attuativo del 2002-2004 relativo al cofinanziando di 46 milioni per l’acquisto dei 40 nuovi treni ‘Minuetto’. Tutto il materiale rotabile già in circolazione e quello che dovrà arrivare verrà dato in ‘Comodato d’Uso Gratuito’ all’impresa di trasporto ferroviario Trenitalia. Sicuramente far viaggiare i Siciliani con del materiale rotabile nuovo è veramente cosa buona e giusta ma oltre questo non se ne comprende quali sono e/o saranno i benefici per la committente Regione Siciliana e quindi per l’utenza da questo “Contratto di comodato d’uso di Rotabili a Trenitalia”.

"Saranno effettuati treno-km in più da aggiungere agli attuali 10 milioni e 900 mila previsti dal contratto di servizio? O di quali altri benefici potremmo usufruire? È opportuno rivedere l'Aattuale offerta commerciale, ottimizzando gli attuali e prevedere un aumento di almeno 2/3 milioni di km-treno per effettuare un servizio cadenzato nelle dorsali, per accrescere il servizio in quei territori dove è totalmente assente e per far partire il servizio metropolitano nel nodo di Catania e di Messina. Condizione questa fondamentale non solo a migliorare la qualità del viaggio per i pendolari e
per tutta l’utenza ma anche per aumentarne il numero di corse e migliorarne la puntualità. Il trasporto ferroviario siciliano in questi ultimi anni sta attraversando momenti veramente difficili, sotto il profilo dei mancati investimenti all’infrastrutture. La marginalità degli investimenti per il trasporto ferroviario in Sicilia è evidente e gli investimenti statali e regionali premiano la strada a danno della ferrovia​, ma sempre al centro- nord. Il tema appena introdotto deve entrare nell’agenda delle politiche nazionali e regionali, passando attraverso maggiori risorse per il servizio di trasporto pendolare e per le infrastrutture dell’Isola.

"Ebbene - conclude Malaponti -  i cittadini che ogni giorno si muovono in treno ​devono essere l’interlocutore fondamentale delle strategie di potenziamento del servizio, ​attraverso il confronto, la partecipazione e l’informazione dei pendolari, sia per alzare gli standard qualitativi che per monitorare il servizio sulla rete (puntualità, grado di affollamento, igiene, climatizzazione, informazione, ecc.). Le Regioni hanno, ovviamente, la possibilità di ampliare la quantità degli investimenti, perché le “prestazioni” sono state definite nei vari Contratti di Servizio (2017- 2026)".

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