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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Truffa all'Inps, il direttore Mastrojeni: “Valuteremo la costituzione di parte civile”

Trentasei indagati per l'indagine che coinvolge pazienti, patronati, avvocati e medici che operavano nelle strutture pubbliche di Messina, Milazzo, Patti e Barcellona. La spina nel fianco delle false invalidità che nasce però anche in sede giudiziaria. La proposta dell'Istituto di previdenza di far rotare anche i Ctu

Trentasei indagati per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio ma è solo l'anticipo di una mega inchiesta per truffa all'Inps di Messina che coinvolge medici, avvocati e pazienti. Dovranno comparire il prossimo 11 marzo davanti al gip del Tribunale di Messina,  Salvatore Mastroeni.

Una prima tranche del fascicolo diviso in più faldoni dal sostituto procuratore Rossana Casabona che ha messo sotto la lente di ingrandimento 96 persone tra presunti falsi invalidi, avvocati, medici, gestori di patronati e faccendieri. I fatti contestati vanno dal 2009 al 2014 e i medici interessati non sono quelli dell'Inps ma quelli che operavano nelle strutture pubbliche di Messina, Milazzo, Barcellona Pozzo di Gotto e Patti. 

Una inchiesta nata per caso, quando gli inquirenti indagavano sulla morte di Provvy Grassi, la commessa 27enne di cui si erano perse le tracce il 10 luglio del 2013. Il padre Giovanni l'ha cercata come un disperato anche al programma Rai Chi l'ha visto? La ragazza fu poi trovata solo nel gennaio del 2014, era precipitata da un viadotto autostradale un anno prima. Oggi, il padre, è fra i primi indagati per la truffa all'Inps. In bella compagnia di medici, gestori di patronati, pazienti ma non troppo. Per quindici l'accusa  di aver messo insieme una vera a propria associazione a delinquere finalizzata alla truffa per ottenere le invalidità. Per altri il coinvogimento nei singoli casi, tanti capi di imputazione coperti da omissis.

Solo negli ultimi due anni ci sono state tre inchieste legate alle false invalità che hanno dimostrato come questo sia un sistema che va a tappeto. Una è l'operazione Patology della procura di Patti, poi c'è l'inchiesta Terzo livello, conclusa recentemente con le condanne, che documenta anche truffe all'Inps e adesso questa della procura di Messina.

Una storia, quella delle invalidità fasulle, che da sempre preoccupa, in particolare Messina e la sua provincia. Abbiamo fatto ridere l'Italia con storie di ciechi che guidavano o facevano gli arbitri di calcio.

Mastrojeni-2“Un fenomeno crescito negli anni, ci vorrà tempo e fatica per ridurne gli effetti - spiega il direttore dell'Inps, Marcello Mastrojeni (nella foto) - La nostra attenzione è puntata ad assicurare che ttutte le prestazioni vadano davvero a chi ha bisogno. Tanto lavoro è stato fatto in questi anni per ridurre al minimo il rischio. Esistono tutta una serie di controlli che vengono svolti ordinariamente - spiega ancora Mastrojeni - a queste si sono aggiunte anche tutta una serie di misure basate sul concetto di tracciabilità, nel senso che le interlocuzioni e i rapporti che operano in questa rete, devono essere assolutamente verificabili per evitare dinamiche clientelari”.

Mastrojeni annuncia anche valuterà insieme all'avvocatura la necessità di costituirsi parte civile se si andrà a processo per questa nuova inchiesta. “Sì, perchè noi affermiano la legalità sotto tutti i punti di vita, il sistema della previdenza è fortemente esposto a rischio di frodi ed è evidente che dobbiamo contrastarlo in tutti i modi. Purtroppo a Messina abbiamo ancora il doppio di pensioni di invalidità rispetto a Catania, che è una realtà più grande di noi e comunque sempre  nello stesso contesto, quello siciliano. Ma ci tengo a far presente che il problema dei falsi invalidi nasce soprattutto in fase giudiziaria. Le pratiche che l'Inps di Messina esita per le invalidità sono numericamete in linea con quelle delle altre province e la media nazionale. Il problema è poi l'eccessivo riconoscimento in sede giudiziaria, allorquando nelle decisioni entrano in ballo altri soggetti, avvocati e Ctu per intenderci. Da tempo abbiamo infatti chiesto di sottoscrivere un protocollo di intesa per garantire anche la rotazione dei Ctu”.

Intanto, gli indagati, si dovranno presentare davanti al Gup Mastroeni a marzo del 2020. Si tratta dei gestori di patronati Franco Poeta, Giuseppe Galletta e Luigi Spignolo; degli avvocati Patrizia Cacioppo, Giuseppina Iaria e Roberta Pellicanò. I medici indagati sono: Claudio Dispenzieri, Carlo Casile, Vincenzo Isola, Pietro D’Alessandro, Fabrizio Ciappina, Francesco Abramo, Roberto Calvo, Gian Placido De Luca, Claudio Dispensieri, Claudio Mario Italiano, James Carmelo Scaffidi, Giovanni Pellegrino, Pippo Spatola, Alessandro Grippa, Antonino Trovato. E ancora, i pazienti Giovanni Grassi, Michele Fonte, Aldo Giuttari, Barbara Immormino, Giuseppe Arrigo, Maurizio La Malfa, Domenico Mendolia, Carmela Puglisi, Pasqua Augliera, Santa Berenato, Carmelo Longo e Antonino Girone; i Consulenti del Tribunale Nicola Zanghì, Francesco Rando, Antonello Tommasini; il dipendente Inps Giovanni Siracusano.

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