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Cronaca Capizzi

All'Usca mancano i materiali, stop a tamponi e screening nel momento più delicato della pandemia

È quanto denuncia il sindaco di Capizzi dopo aver appreso della nota inviata dall'Unità Speciale di Continuità Assistenziale. Il paese nebroideo rischia il caos: "Cittadini all'abbandono totale costretti a metodi fai da te"

In uno dei momenti più delicati della pandemia Covid, capita pure che la macchina dei tamponi subisca uno stop improvviso per mancanza di materiali. Così accade a Capizzi dove l'Usca di Nicosia, competente per territorio, ha comunicato la sospensione delle attività da questa mattina per l'impossibilità a dotarsi dell'attrezzattura utile ad eseguire i tamponi e rapidi e molecolari. Si ferma quindi lo screening della popolazione.

A darne notizia è il sindaco del comune nebroideo Leonardo Principato Trosso. "Dal 9 gennaio - spiega il primo cittadino -  nel nostro territorio non sarà possibile effettuare ne monitorare i positivi in quarantena, ne eseguire tamponi sui sospetti casi covid e nemmeno effettuare screening sulla popolazione scolastica prima dell'avvio delle lezioni in presenza. In queste condizioni i nostri territori sono delle vere e proprie polveriere dove i contagi sono fuori controllo così come il sistema di tracciamento è andato a rotoli. Nel comune di Capizzi, ove sono registrato solamente 28 positivi e 3 contatti stretti, ogni giorno ricevo decine di telefonate da parte di cittadini che hanno bisogno di assistenza perché presentano sintomi evidenti da covid e nonostante le segnalazioni dei medici di base sono all'abbandono totale, cittadini che con il metodo fai da te si sono contagiati e sono guariti il tutto senza passare dal report dell'Asp, cittadini non censiti positivi che conferiscono rifiuti secondo il calendario di raccolta normale e gli operatori ignari che raccolgono i rifiuti con grave pericolo per la salute pubblica. Spero che l'assessore Razza in tempi brevi riesca a rifornire l'Asp di Enna del necessario materiale per dotare l'Usca di Nicosia dei necessari supporti per l'espletamento delle funzioni per le quali sono state istituite. In assenza di riscontro tangibile sarò costretto a ricorrere in autonomia ad ogni azione atta a tutelare la mia cittadinanza".

Un anno fa Capizzi era finita al centro della cronaca per un focolaio di contagi causato da una festa di compleanno di una ragazza organizzata nonostante la zona rossa.  A novembre la guardia di finanza ha chiuso il cerchio sull'episodio dopo quasi un anno di indagini. In particolare, sono stati denunciati i genitori della giovane e i gestori del locale che ha ospitato l'evento. Questi ultimi dovranno anche giustificare l'emissione di una ricevuta fiscale per ottanta persone, numero consentito all'epoca dalle leggi, invece che le 107 accertate. I reati contestati sono il mancato rispetto delle regole per evitare il diffondersi di una malattia infettiva.

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