Quasi come per la fontana di Trevi venduta da Totò. Accade a Galati Mamertino dove una coppia di coniugi è accusata di aver ceduto al figlio – con l’obbligo di sostenere a sua volta i genitori – terreni che non erano loro ma che avrebbero sottratto col meccanismo dell’usucapione a una trentina di persone che ora figurano come persone offese nell’inchiesta della procura di Patti.

Truffa aggravata e falso ideologico, l’accusa ipotizzata dal pubblico ministero di Patti, Alessandro Lia che ha chiesto il rinvio a giudizio per Biagio Destro, la moglie Rosaria Maria Anastasi, il figlio Giuseppe Destro nonché per il notaio Carmela Portale.

Secondo gli inquirenti si sarebbero appropriati di terreni incolti per un valore di 64 mila euro tra cui anche un tratto dell’acquedotto del Comune di Galati Mamertino.

Secondo l’accusa, i quattro, il 3 maggio del 20017, in concorso tra loro, sfruttando il meccanismo dell’usucapione avrebbero sottratto 33 ettari di terre ad oltre trenta persone che quelle terre avevano ricevuto dopo la riforma agraria del 1950.

Secondo la procura non avevano titoli per cedere al figlio i terreni in questione. Il notaio catanese avrebbe redatto l’atto ma la coppia non aveva mai ricevuto da parte dei legittimi proprietari volture per successione, testamentari o altri atti.  In più: Giuseppe Destro, diventato proprietario, avrebbe usufruito di sgravi fiscali e presentato all’Agea, domande di contributi con artifizi e raggiri consistiti nel dichiarare falsamente nelle rispettive domande di avere la disponibilità, a vario titolo, dei terreni. Il Comune ancora non figurerebbe nell’elenco delle parti offese costituitesi in giudizio.