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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Viadotto sequestrato sulla A20, i tecnici: "Mai visto uno stato di ammaloramento così diffuso"

Non soltanto il "Turiano", per cui sono scattati i sigilli della procura, ma anche il Tarantonio e il Pollina fra i meno sicuri nelle relazioni redatte dagli esperti della magistratura e dall'ispettore del Ministero delle Infrastrutture Migliorino

Non soltanto il viadotto Furiano, per cui sono stati disposti sequestro e chiusura al transito, nella carreggiata lato monte, ma anche il Pollina e il Tarantonio. Sono questi i tratti più pericolosi della Messina-Palermo, secondo l'ingegnere Placido Migliorino, inviato dal ministero per le Infrastrutture nel 2021 con l'obiettivo di redigere una ispezione sulla sicurezza delle autostrade siciliane. Una ispezione, quella condotta dal funzionario minsteriale, che ha consentito l'avvio delle indagini e il sequestro preventivo del tratto di A20.

Risultano attualmente indagati tre dirigenti del Cas i quali, secondo la prospettazione accusatoria, "pur consapevoli delle criticità di tenuta del manufatto (mai revisionato e rispetto al quale l’ente concessionario si è mostrato totalmente inadempiente nei riguardi del quadro normativo tecnico cogente in termini di controllo periodico della stabilità), hanno omesso di provvedere ai lavori necessari di risanamento o di manutenzione straordinaria".

L'ispettore: "Ammaloramento generalizzato così diffuso mai riscontrato"

"Le situazioni più critiche sono state individuate sul viadotto Furiano, viadotto Pollina e viadotto Tarantonio. Per il viadotto Furiano avevo prescritto la chiusura al traffico totale in quanto un appoggio sulla spalla lato Palermo ha uno spostamento residuo possibile di 6 centimetri sui 50 iniziali. È evidente che ove dovessero esaurirsi i restanti 6 cm ci sarebbe la fuoriuscita dell'impalcato dal proprio appoggio e, quindi, il crollo del medesimo". Si esprimeva così Placido Migliorino sentito il 18 maggio 2021 dalla Procura della Repubbblica di Patti, guidata da Angelo Vittorio Cavallo. 

Auto in fiamme nella Telegrafo, l'ispettore Migliorino: "A rischio la tenuta strutturale della galleria"

"Nel corso della mia attività uno stato di ammaloramento generalizzato così diffuso non lo avevo mai riscontrato - aggiungeva Migliorino - In altre situazioni, pur permanendo le criticità, quanto meno erano state efffettuate le previste e dovute ispezioni. In effetti la mancanza di conoscenza delle proprie strutture da parte del Cas non l'avevo mai riscontrata in altre realtà", aggiungeva. 

Il consulente: "Situazione critica da oltre 5-10 anni" 

Tecnicamente il problema della sicurezza del viadotto riguarda la tenuta degli appoggi che agganciano il viadotto ai pilastri. A sottolineare l'inadeguatezza della manutenzione del viadotto Furiano è soprattutto la relazione del consulente incaricato dal Pubblico Ministero, l'ingegnere Franco Bontempi, che spiega come le temperature invernali provochino l'accorciamento del viadotto e alterino, quindi, la tenuta delle strutture di appoggio. 

"Il viadotto Furiano - ha scritto Bontempi - appare non essere mai stato soggeto al necessario (e cogente dal punto di vista normativo) controllo delle condizioni di stabilità delle opere d'arte stradali". La vetustà della struttura però non è recente. "Nel caso specifico del viadotto Furiano i disassamenti rilevati nel marzo del 2021 erano già fisicamente sviluppati da almeno 5-10 anni, e non si ha alcuna evidenza che fossero stati notati e tenuti in conto dal Cas per le necessarie obbbligatorie valutazioni di sicurezza", ha affermato ancora Bontempi. 

Gli "pseudo-interventi" del Cas: "Il monitoraggio? Una perdita di tempo" 

Dopo i primi solleciti da parte dei tecnici il dirigente dell'area tecnica del Cas, Dario Costantino, decide di chiudere al traffico il tratto segnalato dal 29 ottobre 2021 fino al 26 maggio 2022. La finalità era stata quella di redigere il Documento preliminare alla progettazione al fine di avviare l'iter per la risoluzione delle criticità riscontrate. Uno specchietto per le allodole, secondo Bontempi, che con varie note, fra il 2021 e il 2022, continuava a contestare non soltanto la validità del progetto ma anche l'inadeguatezza dei sistemi di verifica della sicurezza impiegati. 

"Deve essere verificato il comportamento globale del viadotto - aggiungeva Bontempi in una nota inviata al Cas nel 2021 - Questo anche considerando l'obbligo di redazione delle verifiche tecniche dei livelli di sicurezza sismica di strutture strategiche". "Senza tale verifica globale di sicurezza appare non correttamente impostata e qundi ingistuificabile alcuna elaborazione progettuale", chiosava Bontempi. 

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