Sistemi di comunicazione criptati e per portare la droga attraversavano spesso lo Stretto in ambulanza, specie nel periodo Covid. Quello smantellato all'alba dalla Guardia di finanza di Messina era un "gruppo criminale dinamico e strutturato", in grado persino di contrattare con organizzazioni calabresi l’acquisto di armi da guerra, come fucili mitragliatori del tipo Uzi, dotati di silenziatore. E' quanto emerge dal blitz che ha portato all'esecuzione di 61 misure cautelari, disposte dal gip di Messina su richiesta della locale Direzione distrettuale Antimafia. Gli investigatori delle Fiamme gialle, anche grazie alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia sono riusciti a fare luce sul lucroso traffico di droga sull'asse Calabria-Sicilia.

Il gip, nella valutazione della sussistenza delle esigenze cautelari, sottolinea come il traffico di stupefacenti oggetto d’indagine sia caratterizzato da "tratti di inquietante sistematicità e pianificazione", definendolo, senza alcuna iperbole, come di tipo "imprenditoriale".

Fiumi di droga sull'asse Sicilia-Calabria, 61 misure cautelari e sequestri