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VIDEO | Padre Pati dopo l’omicidio di Concetta Gioè: “L’assistenzialismo non basta, occorre aiutare chi sta nella strada”

Il sacerdote che ha rivoluzionato il concetto di accoglienza in città racconta il difficile mondo dei senzatetto e il grande lavoro dei volontari. Ma sulla morte della clochard spiega: “Purtroppo sono eventi che sono successi, succedono e succederanno”

L’omicidio della senzatetto Concetta Gioè, il difficile mondo dei senzatetto e il grande lavoro dei volontari raccontati da padre Francesco Pati, sacerdote e presidente dell’associazione e cooperativa sociale «S. Maria della strada», che a Messina ha rivoluzionato il concetto di accoglienza. L’associazione, istituita nel 1991, con il sostegno della Caritas diocesana, opera in città sin dal 1988 e gestisce diverse case destinate all’accoglienza di mamme in situazioni a rischio, di senzatetto, di nuovi poveri.

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Padre Pati racconta il grande lavoro fin qui svolto, da quando, ormai 39 anni fa, nacque la prima casa. “Sono stati fatti tanti passi avanti, ma il lavoro non basta - spiega - così come non basta fare assistenzialismo. Occorre invece assistere, avere persone capaci di fare questo lavoro. C'è bisogno di professionisti, di gente capace di entrare nel cuore dell’altro e stimolare le ricchezze che sono nell’uomo anche di chi sta della strada, e gestire al meglio suo disagio. Certo, non è sempre facile, occorrono anche tante risorse economiche”.

Oggi padre Pati si interroga su cosa si poteva fare di più per l’accoglienza in genere e per Cettina Gioè in particolare: “Sono quei dubbi della vita che ti tormentano - spiega padre Pati - e che ti stimolano anche a fare più attenzione. Ma purtroppo sono eventi che sono successi, succedono e succederanno”.

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