rotate-mobile
Cronaca

Fiera, i messinesi "caduti dalla naca del giorno dopo": la riflessione di Bonaventura

Il giornalista messinese ricostruendo la storia del Teatro, pone la differenza rispetto alla sala congressi che sorgerà nell'area. "Ricordate: un teatro può essere utilizzato sempre come sala convegni, ma il contrario (salvo eccezioni) è impossibile", scrive su Facebook

Il nuovo padiglione in Fiera, che vedrà la luce fra un anno, non possiederà un nuovo teatro. Lo ha affermato anche il presidente dell'Autorità portuale dello Stretto Mario Mega, spiegando il progetto di recupero anche dell'affaccio a mare antistante l'area, dove sorgeva l'Irrera a mare. A riflettere sulla storia di quello che fu un palco fondamentale per la città di Messina, avendo sopperito alla mancanza del Vittorio Emanuele, mentre era in costruzione, il giornalista Vincenzo Bonaventura. Una riflessione affidata a un post di facebook che, andando oltre la polemica legata al waterfront, pone l'attenzione sul futuro della sala congressi. 

"Mentre i messinesi si confermano (o ci confermiamo) i “caduti dalla naca del giorno dopo” e alzano alti lai perché scoprono che dietro il demolito Teatro in Fiera c’è l’affaccio a mare (ma chi l’avrebbe mai pensato?), sarebbe forse il caso di considerare quell’edificio, brutto e adattato, dal punto di vista della storia cittadina dello spettacolo". 

"Perché di storia si tratta, e per quella il rimpianto, il dispiacere, il ricordo giocano un ruolo che non può essere messo da parte. Anche perché quando fu inaugurato (l’8 ottobre 1977) era l’unico teatro di Messina e apriva orizzonti cui la città non era più abituata. E la gestione pubblica fu particolarmente illuminata, grazie all’operato di un politico mai troppo rimpianto qual è stato Carmelo Russello (non ho mai incontrato uno come lui, né prima né dopo) e un dirigente comunale competente e appassionato come Attilio Aquila Calabrò (e non sempre i rapporti con l’Ente Fiera furono facili)".

"Allestirono stagioni di prosa di buon livello e seppero aprirsi alle forze organizzative (le associazioni concertistiche, per esempio) e artistiche (compagnie, anche piccole, di prosa) della città, cercando di far fruttare al massimo quel piccolo ma prezioso spazio (480 posti). Era un padiglione della Fiera, adattato a teatro, ma ne aveva tutte le funzionalità, grazie al lavoro delle maestranze tecniche del tempo, con un palcoscenico dotato di quinte e di graticciato, con sei camerini e un vano sartoria. Sono le cose che mancano, per esempio, per far sì che il Palacultura Antonello possa essere utilizzato come teatro". 

"Molti si illudono che sarà ricostruito, ma l’Autorità portuale non ha mai pronunciato la parola teatro, ma solo sala conferenze o sala convegni. Ricordate: un teatro può essere utilizzato sempre come sala convegni, ma il contrario (salvo eccezioni) è impossibile. Forse è di questo particolare che ci si dovrebbe preoccupare, ricordare il passato è essenziale ma non è l’unica attività utile. Anche per dare uno scopo e riprendere il significato sociale, politico e funzionale dell’occupazione di cui qualche anno fa furono meritevoli protagonisti i giovani del Pinelli".

"Il Teatro in Fiera funzionò onorevolmente fino al 1995 e poi fu colpevolmente abbandonato a marcire. Ieri ho ritrovato nella mia libreria, superstite di tanti traslochi, un piccolo libro del 1982 che illustra i suoi primi cinque anni di attività. Tratti dalla pubblicazione, ripropongo qui alcune immagini e un mio scritto d’epoca, perfettamente valido ancora oggi e che dovrebbe o potrebbe essere un adeguato suggerimento per l’attuale governance dell’Ente Teatro di Messina (ma su questo non mi faccio alcuna illusione): è più facile che una sala conferenze diventi teatro che un politico diventi un avveduto organizzatore teatrale (per questo Russello è stato unico)". 

"E poi c’è un imponente elenco di artisti, testimone di una qualità notevole. Con nomi di questo livello un elenco non può mai essere arido. Pur limitandoci ai primi cinque anni, è già davvero imponente il numero di attrici e attori di grande qualità che calcarono le tavole del Teatro in Fiera, rendendolo glorioso a tutti gli effetti. Cito solo i più importanti (insieme con i registi), compresi gli spettacoli ospiti, anche musicali (ci fu persino la lirica), in ordine alfabetico, approfittando della circostanza che alla fine del volume c’è un indice analitico, cosa che mi fa pensare – come credo - che abbia curato io in prima persona la pubblicazione". 

"Michele Abruzzo, Gianni Agus, Giorgio Albertazzi, Edmonda Aldini, Carlo Alighiero, gli Area, Adriana Asti, Raffaella Azim, Carlo Bagno, Chet Baker, Peppe Barra, Roberto Bisacco, Erica Blanc, Marina Bonfigli, Paola Borboni, Giulio Bosetti, Lilla Brignone, Martine Brochard, Antonio Calenda, Andrea Camilleri, Renato Campese, Vittorio Caprioli, Laura Carli, Maria Carta, Donato Castellaneta, Carla Cassola, Adolfo Celi, Walter Chiari, Giancarlo Cobelli, Alfredo Cohen, Copi, Orazio Costa Giovangigli, Elena Cotta, Ida Di Benedetto, Irio De Paula, Tullio De Piscopo, Duilio Del Prete, Franco Enriquez, Art Farmer, Paolo Ferrari, Armando Francioli, Enzo Garinei, Ivo Garrani, Giorgio Gaslini, Paola Gassman, Nando Gazzolo, Ileana Ghione, Andrea Giordana, Renzo Giovampietro, Aldo Giuffrè, Carlo Giuffrè, Ugo Gregoretti, Bessie Griffin, Roberto Guicciardini, Carlo Hintermann, Adriana Innocenti, Franco Interlenghi, Manuela Kustermann, Steve Lacy, Nellina Laganà, Mario Landi, Marisa Laurito, Alberto Lionello, Oreste Lionello, Mariella Lo Giudice, Giuliana Lojodice, Marina Malfatti, Marcel Marceau, Anna Marchesini, Luisa Mariani, Anna Mazzamauro, Patrizia Milani, Mario Missiroli, Franco Molè, Vito Molinari, Tuccio Musumeci, Arnaldo Ninchi, Ugo Pagliai, Renzo Palmer, Giuseppe Pambieri, Corrado Pani, Franco Parenti, Margherita Parrilla, Giuseppe Patroni Griffi, Paila Pavese, Memè Perlini, Luigi Pistilli, Paola Pitagora, Anna Proclemer, Virginio Puecher, Lamberto Puggelli, Paola Quattrini, Giovanna Ralli, Salvo Randone, Katia Ricciarelli, Mariano Rigillo, Nunzio Rotondo, Enrico Maria Salerno, Lorenzo Salveti, Vittorio Sanipoli, Lina Sastri, Stefano Satta Flores, Giancarlo Sbragia, Giancarlo Sepe, Massimo Serato, Antonella Steni, Lia Tanzi, Gianrico Tedeschi, Aroldo Tieri, Bianca Toccafondi, Aldo Trionfo, Valeria Valeri, Victoria Zinny. E moltissimi altri meriterebbero di essere citati"

"Ed è interessante anche ricordare i messinesi, che il Teatro in Fiera ha giustamente valorizzato (sempre parlando solo dei primi cinque anni). Alcuni erano già nella loro maturità, altri erano alle prime armi e taluni sono diventati celebri. Ricordo, sempre in ordine alfabetico, oltre ai già citati Adolfo Celi e Mario Landi: Lillo Alessandro, Annamaria Alì, Ela Carnabuci, Turi Carnazza, Ugo Cassaro, Turi Celano, Giovanna Conti, Luisa Cristaldi, Giovanni Cutrufelli, Totò D’Urso, Nino Frassica, Melo Freni, Rosy Gangemi, Paolo Gazzara, Pippo Luciano, Walter Manfrè, Ciccio Manzo, Erio Marchese, Maurizio Marchetti, Erika Marsico, Cono Messina, Domenico Minutoli, Anna Moleti, Massimo Mòllica, Michela Pavia, Patrizia Salerno, Maria Sciacca, Adele Spadaro, Franco Toldonato, Franco Tripodo, Francesco Vadalà, Giuscla Rizzo. E ricordo anche lo scenografo Marco Dentici, adesso artista di rilievo nel cinema. Sicuramente dimentico qualcuno e chiedo scusa". 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Fiera, i messinesi "caduti dalla naca del giorno dopo": la riflessione di Bonaventura

MessinaToday è in caricamento