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Cronaca

Teatro in Fiera, l’affondo di Vincenzo Franza contro Mega: «Basta con l’uomo solo al comando»

L’ad di Caronte&Tourist si dice d’accordo nel non ricostruire l’edificio ma contesta il metodo: «Non c’è stata la partecipazione e il coinvolgimento del Tavolo del Partenariato del mare»

Il fioretto è stato riposto da tempo nella guaina. Adesso è il tempo della sciabola. E che i rapporti tra l’Autorità di Sistema Portuale e il gruppo Caronte & Tourist non sia idilliaci lo testimoniano le parole non tenere dell’ad Vincenzo Franza nel dibattito sulle sorti dell’ex Teatro in Fiera.  “Un dibattito, come spesso capita a Messina – ha sottolineato Franza - concentrato esclusivamente sul merito, mentre c’è all’orizzonte l’ennesimo, enorme problema di metodo. Da membro del Tavolo del Partenariato del mare, che non è stato in alcun modo coinvolto in questa decisione dell’AdSP, non posso non rilevarlo”.

Franza denuncia un “problema di metodo” ma non solo, dice basta alla “mistica dell’uomo solo al comando” con un neanche tanto velato riferimento al presidente Mega. 

“Un Ente statale chiamato a gestire anche terreni del demanio regionale, nell’ambito di un importante processo di riqualificazione di un’area pregiatissima della nostra città proceda a demolire un manufatto ivi contenuto nell’ambito di un progetto di manutenzione tramite demolizione/ricostruzione, e poi però decida di non procedere alla ricostruzione (o anche alla ricollocazione in altro sito, magari più pregiato) prendendo a pretesto la rescissione ordinata dal Consiglio di Giustizia Amministrativo -e la successiva rinuncia delle altre ditte- nonché una presunta consultazione della quale non è dato conoscere i dettagli quali-quantitativi», sono le parole dell’ad di Caronte&Tourist. Che però non si ferma qui: «Al di là del contenuto, l’intollerabile retorica dell’uomo solo al comando, che ha caratterizzato le più recenti governance dell’AdSP dello Stretto – naturalmente indotta dalla cancellazione del Comitato Portuale, nel quale trovavano rappresentanza tutte le categorie di stakeholders pubblici e privati - trova ancora una volta plastica rappresentazione in un evento che avrebbe potuto davvero segnare una svolta in direzione di democrazia e partecipazione nella gestione della cosa pubblica e dei beni comuni. Peraltro, proponendo di fatto la definitiva demolizione di un bene patrimoniale del demanio, evento per il quale la normativa vigente impone un’apposita procedura autorizzativa per evitare danni erariali. Sia chiaro! Il sottoscritto è pienamente d’accordo nel non ricostruire il quel luogo il Teatro in Fiera, ma, come scrive il massimo poeta “il modo ancor m’offende”. Il re è nudo: ormai emerge che la mission dell'autorità di sistema portuale in questi anni è stata quella di non fare, di impedire di fare, e di cessare di fare quel che si faceva. Oggi, per sovrammercato, oltre a ciò si programma anche di demolire quello che rimane”.

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