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Benzina e diesel, fino a quando conviene aspettare per fare il pieno

Taglio di 15-20 cent. In teoria l'effetto nei distributori dovrebbe vedersi nel giro di un giorno o due, dunque dall'inizio della prossima settimana il prezzo potrebbe nuovamente scendere sotto i due euro al litro. Sempre che il decreto venga varato oggi, senza rinvii

Nelle prossime ore dovrebbe arrivare il via libera a nuove misure taglia-prezzi con l’attesa riduzione da 15-20 centesimi al litro sul costo dei carburanti da mettere in pista per due mesi - stando all’ultimo schema sul tavolo del governo - attraverso il meccanismo di accisa mobile e facendo leva, in termini di copertura, sui 600-700 milioni di extragettito Iva assicurati nei primi tre mesi del 2022 dal rialzo dei prezzi e dai maggiori volumi.

Quando cala il prezzo della benzina e del diesel

E' confermato che contro il caro carburanti scatta da subito (dopo l'ok al decreto) il meccanismo dell’accisa mobile, che si abbassa al crescere del prezzo della benzina facendo leva sull’extragettito Iva. L'accisa mobile che cala al crescere del prezzo di benzina e gasolio è uno strumento essenziale per alleggerire il carico complessivo. C'è un precedente su cui hanno lavorato i tecnici del Mef. Bisogna andare a 15 anni fa, era il 2007-2008 quando, di fronte a un prezzo del petrolio triplicato in 18 mesi nel contesto della crisi finanziaria globale, la manovra di quell’anno stabilì che le accise sarebbero state "diminuite al fine di compensare le maggiori entrate Iva derivanti dalle variazioni del prezzo internazionale del petrolio greggio".  Anche ora l’Iva è aumentata insieme al prezzo del carburante e all’incremento dei volumi, producendo un’entrata aggiuntiva per le casse dello Stato che può andare a coprire il taglio delle accise. Ma arriviamo al dunque: quanto calerà la benzina, e quando? Le stime parlano di circa 600-700 milioni di extra-gettito per i primi tre mesi del 2022 in grado di tagliare mediamente di 15-20 centesimi il prezzo al litro, andando ad agire su un’accisa che oggi vale 0,728 euro al litro per la benzina e 0,617 per il gasolio.

Il taglio ipotizzato è di 15-20 centesimi al litro. Ma da quando? In teoria l'effetto nei distributori dovrebbe vedersi nel giro di un giorno o due, dunque dall'inizio della prossima settimana (c'è il weekend di mezzo) il prezzo potrebbe nuovamente scendere sotto i due euro al litro tanto per la benzina quanto per il diesel. Sempre che il decfeto venga varato oggi e non ci siano ritardi e rinvii. Quello del governo nei piani di Mario Draghi è un intervento in (almeno) due tempi, molto ravvicinati fra loro. Il primo arriva come detto oggi, con le misure per le bollette e soprattutto per i carburanti da coprire anche con un nuovo congelamento di fondi ministeriali come accaduto nel decreto energia di un mese fa. Ma poi un intervento più ampio e di prospettiva si concretizzerà con un Def che potrebbe accelerare ulteriormente rispetto al 31 marzo ipotizzato fin qui, e che sta cominciando a prendere forma con la definizione del quadro macroeconomico tendenziale entro l’inizio della prossima settimana.

Cos'altro c'è nel decreto contro il caro carburanti

Servono interventi a lungo termine, perché  il taglio di 15 o 20 centesimi con il meccanismo dell'accisa mobile non è a tempo indeterminato, bensì per soli due o tre mesi. Per ora le risorse sono molto limitate. E' evidente che uno sconto del genere sulle accise non risolve il problema, lo mette solo in stand-by: bisogna intervenire con misure strutturali.

Oltre a questo intervento "generale" nel decreto odierno ce ne dovrebbe essere uno specifico a favore dell'autotrasporto: recependo il protocollo di intesa siglato giusto ieri da Unatras col ministero delle Infrastrutture ed i trasporti per questo settore, che oggi deciderà o meno se confermare lo sciopero di tutta la categoria proclamato per il 4 aprile, è infatti previsto un aumento dello sconto sui pedaggi autostradali e anche una ulteriore riduzione delle accise che pesano come macigni sul gasolio per autotrasporto e che già oggi assicura 214 euro di credito di imposta ogni 1000 litri di diesel utilizzato.

Il caso accise è meno semplice di quel che sembra

Come mai la benzina è aumentata così tanto? C'entra la guerra, ma non solo. Infatti a gennaio l’invasione russa in Ucraina era uno scenario lontanissimo ma il prezzo della benzina aveva già cominciato la sua scalata. E a notarlo, oltre agli automobilisti e ai trasportatori, sono state anche le casse pubbliche: che nel primo mese dell’anno ha visto arrivare dalle accise sui carburanti 1,13 miliardi, cioè il 23,5% in più del gettito prodotto 12 mesi prima. L'Italia ha la componente fiscale tra le più alte in Europa, con accise e IVA che pesano per il 55% sul prezzo al consumo della benzina e per il 52% su quello del gasolio.

Le accise sono sempre al centro del dibattito, ma farle calare è meno semplice di quanto si creda. La prima ragione, commenta il quotidiano di Confindustria, è che le accise sugli autotrasportatori sono già al minimo, e anzi l’alleggerimento fiscale su questo gasolio è il più ricco fra i "sussidi ambientalmente dannosi" che in tempi recenti anche se resi archeologici dall’impennata inflattiva sono stati più volte nel mirino delle proposte di taglio per accelerare la transizione "verde". Esiste anche un problema di coperture. Perché alla finanza pubblica non basta prevedere un’impennata del gettito per coprire nuovi sconti fiscali. Anche questa mossa ha bisogno del nuovo Def, atteso in consiglio dei ministri a fine marzo o inizio aprile. Prima di allora, il taglio delle accise è quasi impossibile.

Fonte:Today.it

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