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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

A Messina chiuderanno cinque uffici postali

La città farà i conti con il piano di razionalizzazione avviato da Poste Italiane. Saracinesche chiuse da febbraio. L'allarme del deputato Franco De Domenico: "Tagli inaccettabili in un territorio già in emergenza"

Dal prossimo 20 febbraio a Messina chiuderanno cinque uffici postali.

E' l'effetto del piano di razionalizzazione avviato da Poste Italiane. Ad annunciarlo è il deputato Pd Franco De Domenico che si interroga sui risvolti che tale manovra avrà per una città già penalizzata dal punto di vista dei servizi.

Saracinesche chiuse per le filiali di via Nicola Fabrizi, Pace, via Pietro Castelli 60, Santo Stefano di Briga e  Mili San Marco. Poste Italiane - scrive il deputato - aveva già comunato la manovra al sindaco Cateno De Luca.

La nota del deputato Pd

Secondo De Domenico, Palazzo Zanca non si sarebbe attivato per evitare i tagli. "De Luca, forse troppo distratto dal cambio di passo - precisa - non sembra abbia preso alcuna iniziativa per scongiurare la chiusura, né ha ritenuto di informare il consiglio comunale, eppure il contenuto della stessa avrebbe dovuto farlo sobbalzare dalla sedia. Basti pensare che per giustificare la chiusura le Poste fanno riferimento da un lato a una Pec del 23 novembre 2019 con la quale sarebbero state illustrate “le importanti iniziative intraprese dall’Azienda in termini di implementazione di nuove modalità di offerta dei servizi, compresi quelli tradizionali, in favore della clientela … ” che avrebbero giustificato poi il piano di efficientamento che si traduce nelle 5 chiusure eseguite “anche tenuto conto della prossimità di altro Ufficio Postale /i a quello interessato al provvedimento di chiusura”.

E poi la chiosa finale “Nel confermare l’impegno della Società  ad una fattiva e proficua interlocuzione con il comune da lei amministrato, Le comunichiamo che la presente si intende formulata ai sensi e per gli effetti dell’art. 5 della Delibera 342/14/CONS”, delibera che, paradossalmente, avrebbe dovuto di garantire un livello di servizio adeguato alle aree svantaggiate, introducendo specifici divieti di chiusura di uffici postali, di cui Poste Italiane avrebbe dovuto tener conto nella redazione del piano annuale di razionalizzazione degli uffici postali".

"Ritengo –continua De Domenico- inaccettabile che in un territorio nel quale il lavoro costituisce una vera e propria emergenza, soggetti, nella sostanza, pubblici, quali Poste Italiane, che vantano risultati di bilancio straordinari, oltre 1,4 miliardi di utili nel 2018, il doppio di quello dell’anno precedente, su ricavi di soli 11 miliardi, invariati rispetto al 2017, possano disimpegnarsi senza rendere conto a nessuno. Non si può tollerare ancora chi vede il Sud come l’ultima ruota del carro, se vogliamo essere classe politica diversa rispetto al passato non possiamo dare tregua a chi fa finta di non capire, a chi ridicolizza il nostro territorio, al di ogni colore politico. Chi utilizza fondi pubblici ha una responsabilità sociale diversa; non può proporre indiscriminate razionalizzazioni, contribuendo alla perdita definitiva di occasioni occupazionali per il futuro, non può ignorare che queste infrastrutture costituiscono un avamposto sociale in un territorio, specie quello periferico della Città dove la popolazione è costituita soprattutto da anziani, che costituiscono l’ossatura principale dei fruitori dei servizi postali".

"Ma cosa credono i signori delle Poste che la struttura urbanistica e i servizi di trasporto locale di Messina siano quelli di Milano? O che per i tanti anziani dei nostri villaggi, spesso soli perché con figli e nipoti emigrati per lavoro, spostarsi di 4/5 chilometri in altro ufficio costituisca una passeggiata salutare? A tacere poi della sicurezza di chi usa le poste per prelevare somme di denaro. Il servizio postale universale -continua De Domenico- è un servizio sociale ben pagato dallo Stato, con un onere annuo di 262,4 milioni, a fronte del quale le Poste devono garantire l'erogazione della prestazione “su tutto il territorio nazionale” per assicurare, “senza alcuna discriminazione”, la “coesione sociale”; il resto sono chiacchere e le giustificazioni utilizzate offensive della intelligenza di chi le legge, con l’unico obbiettivo di penalizzare le fasce più deboli della popolazione".

"Nel mio ruolo di deputato regionale –conclude De Domenico- ho presentato una interrogazione urgente in commissione all'assessore alla Politiche sociali e del Lavoro Antonio Scavone, affinché, nella inerzia del Sindaco, si attivi per evitare l'ennesimo ridimensionamento infrastrutturale in un contesto territoriale già caratterizzato da un elevato livello di disoccupazione. Tale disimpegno appare, peraltro, in contraddizione con le politiche di favore che Poste Italiane sta portando avanti nei piccoli comuni, apprezzabili per i risvolti socio-economici nei confronti di realtà territoriali disagiate e marginali, in modo da garantire prestazioni adeguate agli standard di efficienza stabiliti dal contratto di servizio stipulato tra Poste italiane S.p.A. e Ministero dello sviluppo economico".

La replica dell'amministrazione comunale: "Conosciamo la vicenda, a breve incontreremo Poste Italiane"

Con riferimento alle dichiarazioni rese dall’on.le De Domenico in merito alla comunicazione di Poste Italiane Spa che, in esecuzione del Contratto di programma 2015-2019 ha notificato la chiusura di 5 Uffici postali nel territorio del Comune di Messina, si precisa che la questione ha già costituito oggetto di valutazione da parte dell’Amministrazione comunale che, sebbene sia impegnata nell’articolato passaggio che costituisce l’oggetto della delibera “Cambio di Passo”, di certo non è distratta né indifferente alle politiche del lavoro ed alla realtà occupazionale.

Al riguardo si rammenta all’on.le De Domenico che già nei mesi scorsi, durante lo svolgimento dei lavori di commissione consiliare, il Consigliere PD avv. Felice Calabrò aveva interpellato l’Amministrazione comunale in merito alla questione, chiedendo di conoscere se il Sindaco era disponibile a sostenere una nota di protesta contro la ventilata chiusura degli Uffici Postali. Già in quella occasione l’Assessore Musolino, presente in aula, manifestava piena disponibilità dell’Amministrazione, precisando che la tutela occupazionale prescinde dalla appartenenza politica e costituisce un obiettivo che ogni Amministratore e ogni rappresentante politico ha il dovere di tutelare.

Con riferimento alla nota del 17/12/2019, presa in carico dal Protocollo del Gabinetto del Sindaco il 19/12/2019, si precisa che è stato già programmato un incontro con i vertici di Poste Italiane SpA, la cui data verrà comunicata nei prossimi giorni, volto all’esame delle valutazioni assunte dalla Società con lo scopo di tutelare i posti di lavoro e di contenere il disagio dell’utenza, soprattutto per gli uffici postali siti nei villaggi di Santo Stefano Briga e di Mili San Marco.

E’ superfluo tuttavia osservare che la tutela occupazionale non può costituire appannaggio di uno schieramento politico a detrimento delle ragioni dei lavoratori o, peggio, come forma di rivalità tra gli schieramenti politici, e considerato che la politica locale è spesso un soggetto debole di fronte alle politiche aziendali che vengono decise su scala nazionale, si coglie l’occasione per invitare l’on.le De Domenico ad abbandonare la polemica fine a se stessa ed a farsi portavoce, presso la deputazione regionale e nazionale del PD, delle istanze del territorio schierandosi a sostegno anche della politica locale per dare il giusto peso alle legittime istanze dei messinesi.

E’ noto infatti che l’on.le De Domenico appartiene al PD i cui esponenti siedono nel Consiglio dei Ministri per cui, lo si ribadisce, invece di aizzare una sterile polemica nella piena consapevolezza che le ragioni del territorio poco possono fare se non opportunamente rappresentate in sede nazionale, si rinnova l’invito all’On.le De Domenico di sollecitare l’interessamento dei Ministri del PD alla questione in oggetto, senza diventare vittima di una visione di parte o di partito perché è in gioco il benessere e la tutela occupazionale di tutti i messinesi.

Articolo aggiornato il 14 gennaio 2020 alle ore 21.30//nota amministrazione comunale

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