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Economia

Il sogno infranto di Giovanni: "Troppo difficile fare impresa a Messina, costretto a fuggire al Nord"

Quando l'idea di aprire un negozio di prodotti tipici siciliani si scontra contro burocrazia e scarso interesse. Il triste epilogo dopo anni di attesa: "In Lombardia ho trovato le condizioni giuste"

Il sogno di fare impresa a Messina, la lunga odissea burocratica conclusasi con un nulla di fatto. E alla fine la decisione più amara: andare via.

E' questa la storia di Giovanni, un giovane imprenditore che ha da poco aperto una bottega di prodotti tipici siciliani. Lo avrebbe voluto fare a Messina, città che nonostante tutto non si sentiva di abbandonare, ma è stato costretto a ripartire dalla Lombardia.

"Non ho avuto scelta - racconta a Messina Today - dopo un anno di tentativi mi sono dovuto arrendere. Ho sbattuto contro un muro fatto di burocrazia e scarso interesse verso chi decide di fare economia in città, alla fine in provincia di Cremona ho trovato quello che la mia città non è riuscita a darmi".

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La pretesa di Giovanni era tutt'altro che eccezionale. "L'idea era quella di promuovere il territorio messinese attraverso le sue eccellenze enograstronomiche, puntando sui tanti turisti che settimanalmente sbarcano a Messina. Mi sono dunque attivato per cercare un locale in centro da affittare, chiedendo contemporaneamente un finanziamento".

Da qui inizia il calvario. "A novembre del 2018 mi sono rivolto ad un broker che prima di iniziare la pratica voleva già un anticipo, alla mia richiesta di avere ulteriori garanzie si è tirato indietro. Ho quindi contattato la mia banca. Per quattro mesi non ho avuto alcuna risposta nonostante i continui solleciti, alla fine è arrivato un secco no".

Ma l'aspirante imprenditore non demorde. "Ho bussato alla porta di un'altra banca abbassando l'importo del prestito. Sono stato subito rassicurato sulla possibilità di portare a termine la pratica, ma dopo due mesi di silenzio mi viene chiesto di ipotecare addirittura la mia casa. Decido quindi di ridimensionare il mio progetto - racconta - e per avere liquidità metto in vendita i miei strumenti musicali ed altri oggetti a cui ero affezionato. Ma nonostante tutto non riesco a trovare la disponibilità d'affitto del locale. In più chiedo un preventivo ad un'azienda messinese per l'acquisto dei macchinari necessari senza ricevere neanche una risposta".

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Giovanni alla fine si arrende. "Dopo un anno di inutili tentativi ho deciso di andare via da Messina. Ho trovato l'occasione giusta in un piccolo paese in provincia di Cremona. Ho fatto un'offerta per l'affitto di un immobile ed è stata accettata. In meno di un mese ho ultimato le procedure, trovando piena disponibilità in tutti gli uffici da me consultati. In Lombardia i prodotti siciliani sono particolarmente apprezzati, l'impatto è stato positivo anche con le persone. Altro che freddezza e scortesia, sono solo luoghi comuni".

Tutto sembra essere partito col piede giusto, ma rimane comunque l'amarezza dell'ennesimo messinese costretto a fare le valigie: circa duemila ogni anno secondo gli ultimi dati.  "E' stata dura lasciare gli affetti - spiega Giovanni - così come la casa su cui avevo investito. Non penso che chi rimane a Messina sia un eroe, il vero coraggio è abbandonare tutto e ripartire  da zero. Messina è bella per la sua storia e il suo paesaggio, ma non conosco nessuno che guadagna soldi mentre ammira lo Stretto e mangia un arancino".

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