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Economia

Edilizia, report di ferragosto della Uil: “Una mattanza grazie ai grandi bluff della politica”

In dieci anni si è passati da 15mila a 5mila operai e il 70 per cento lavorano in nero. Il duro attacco del sindacato anche all'amministrazione De Luca: “La peggiore mai avuta a Messina”. Ecco perchè

Una situazione impietosa del comparto edile. Dati terrificanti che vanno ben oltre anche le peggiori previsioni. L’analisi dei numeri della Uil Messina e la Feneal Uil che tradizionalmente in prossimità del Ferragosto diffondono i  dati relativi a quello che, da oltre un decennio, corrisponde al drammatico disfacimento del settore dell’edilizia, una volta volano per l’economia della provincia messinese.

“L’analisi dei numeri – spiegano il segretario generale della Ul Ivan Tripodi e di Feneal Uil Messina Pasquale De Vardo - fa sostanzialmente emergere i grandi bluff che, da troppi anni ha subito il territorio a causa della palese inadeguatezza politica ed amministrativa delle classi dirigenti regionale e nazionale, ma soprattutto dell’amministrazione comunale e metropolitana di Messina”.

Tre dati agghiaccianti su tutti: 1) nel giro di 10 anni i lavoratori occupati sono scesi da 14.687 del 2010 a soli 5.194 del primo semestre ott.2019/mar.2020, con una perdita secca di ben 9.493 posti di lavoro pari al  -65% ; 2) il lavoro nero è vertiginosamente aumentato di oltre il 40%: i lavoratori in nero oggi presenti in un cantiere sono mediamente oltre il 70% della forza/lavoro; 3) le imprese attive che erano e sono il vero tessuto socio/economico del nostro territorio si sono drammaticamente dimezzate, passando dalle 2.937 del 2010 alle sole 1.355 del primo semestre 2019/2020.

“Una vera e propria mattanza – spiega il documento - che si coniuga ad uno spropositato e predominante impiego di lavoro irregolare che va a discapito dei diritti e della sicurezza dei lavoratori stessi; l’emergenza Covid19, anche alle nostre latitudini, è stata una catastrofe che ha ulteriormente fiaccato un comparto già fortemente decimato”.

Secondo lo studio, elaborato attraverso l’incrocio di report statistici della Cassa Edile, dell’Inps e dell’Inail – a gennaio 2020 sembrava paventarsi una timida ripresa del settore delle costruzioni nella nostra provincia, salvo poi tornare ad impantanarsi definitivamente a causa del lockdown.

“In tal senso, dalla ripresa del 4 maggio i numeri sono ulteriormente peggiorati – è l’analisi di Uil e Feneal Uil -  Dobbiamo registrare che l’importante strumento della cassa integrazione ha evidenziato atteggiamenti discutibili da parte di parecchie aziende che in maniera furbesca hanno approfittato della situazione attraverso l’utilizzo delle misure a favore dei lavoratori, i quali, però, sono stati costretti a proseguire nell’attività lavorativa rigorosamente in nero. Si tratta di un fenomeno indecente che, accanto alla palese truffa, all’elusione contributiva e dei costi della sicurezza, rappresenta una pesante concorrenza sleale nei confronti delle imprese serie e sane che operano anche nella nostra realtà. Anche su queste tematiche vi sono precise responsabilità della mala politica e della pessima amministrazione. Poco può fare l’Ispettorato del Lavoro che ha un organico assolutamente inadeguato a fare fronte alle attività ispettive nei 108 comuni della nostra provincia – continuano Tripodi e De Vardo - In questo quadro desolante, soltanto invertendo i tragici numeri della crisi dell’edilizia la città metropolitana di Messina può realisticamente pensare ad un futuro di sviluppo, di lavoro legale e di benefici riguardo le prospettive occupazionali per tanti lavoratori e per altrettante imprese”.

Report edilizia-2

Non manca l’attacco all’mministrazione De Luca accusato di fare “patetiche passerelle televisive” e di caratterizzarsi come “la peggiore amministrazione che Messina abbia mai avuto”: “Al netto degli annunci roboanti partiti dalle bislacche idee del casinò a Palazzo Zanca e del tram volante - è la stoccata impietosa del sindacato - l’attuale amministrazione comunale resterà nella memoria solo per il triste ricordo di una concezione arcaica della Cosa Pubblica caratterizzata da giganteschi bluff mediatici che vanno dall’odio nei confronti dei lavoratori e dalla strumentalizzazione della questione risanamento, mai risolta da nessuno nè tantomeno dalle patetiche passerelle televisive del sindaco De Luca, alla privatizzazione di tutto ciò che è pubblico, dai droni volanti utilizzati per insultare i cittadini alle telecamere nella raccolta differenziata (installate e mai funzionanti), dai motorini “aspira-cacca” ad un infinità di altre imbarazzanti trovate via-social che hanno avuto un enorme costo a carico della collettività. E’ venuto il momento che l’amministrazione comunale svolga il mandato affidatogli dalle urne e tronchi le inutili spettacolarizzazioni al fine di dare risposte tangibili ad una città che è alla fame. Siamo convinti che le importanti risorse che arriveranno dal recovery-found e le previsioni dell’eco-bonus e del sisma-bonus possano smuovere il comparto dell’edilizia privata, senza dimenticare tutte le risorse pubbliche già a disposizione, a partire dagli oltre 750 milioni derivanti dai Patti per il Sud e dal masterplan. Anche su queste ingenti risorse dobbiamo registrare che il sindaco De Luca ha spettacolarizzato il nulla cosmico,  arrivando a dichiarare che grazie alla sua ennesima rimodulazione si realizzeranno 33 progetti e partiranno 115 cantieri entro il 2021. Guarda caso, si tratta degli stessi concetti espressi lo scorso anno che, ancora una volta, rinviano al futuro la partenza delle opere. Evidentemente ci si dimentica che se queste somme non verranno realmente impegnate entro il prossimo anno andranno definitivamente perse. I lavoratori e la collettività sono stanchi di annunci sterili e di inutili chiacchere. Sarebbe indispensabile pensare al risanamento, alla rigenerazione urbana, alla riqualificazione delle periferie, alla messa in sicurezza del nostro territorio per dare risposte concrete al necessario sviluppo infrastrutturale della nostra provincia e al bisogno occupazionale delle migliaia di lavoratori edili oggi disoccupati, o impiegati a rischio della propria vita, in lavori nei quali non esiste alcuna regola di sicurezza”.

Scondo il sindacato “è offensivo dovere sistematicamente assistere ed ascoltare, ormai da troppi anni, ad un elenco, trito e ritrito, di lavori annunciati e sistematicamente mai iniziati: il simbolo e l’icona più eclatante è rappresentata dai lavori per la realizzazione del Porto di Tremestieri che sono stati annunciati già tre volte con la relativa cerimonia di inaugurazione dei lavori. Come noto, ad oggi, non è stato fatto assolutamente nulla, alla faccia delle roboanti parole e dei patetici tagli di nastro del sindaco De Luca. E’, inoltre, opportuno ricordare la Via Don Blasco, opera iniziata e arenatasi a meno della metà del tracciato, il viadotto Ritiro che tra caos ed enormi ritardi sta procurando pesantissimi disagi alla cittadinanza, il Porto di S. Agata Militello, il Pontile di Giammoro, il completamento del 1° lotto della Nord/Sud Gela-S. Stefano di Camastra, la Fiera di Messina, il nuovo Tribunale, il depuratore di Tono, la messa in sicurezza delle Scuole, il rifacimento delle strade urbane ed extra-urbane, il ripristino definitivo della rete fognaria, l’edilizia sanitaria, la messa in sicurezza dei torrenti, la realizzazione degli alloggi popolari a S. Giovannello, il risanamento di Bisconte, del Rione Taormina, di  Camaro San Paolo, Fondo Saccà, Fondo Fucile, ecc. ecc.. Sono tutte opere il cui elenco viene ripetuto stancamente da troppi anni e che ha prodotto pochissimi posti di lavoro. Pertanto, la crisi dell’edilizia è il frutto avvelenato della totale incapacità della classe dirigente e politica locale, regionale e nazionale”.

Infine l'appello per sensibilizzare tutte le Istituzioni a mettere in campo tutte le iniziative per avviare le opere finanziate, già appaltate e cantierabili. “Non possiamo più consentire ai nostri giovani di emigrare lontano da casa in cerca di occupazione e di prospettive future che, oggi, con nostra grande rabbia, Messina non riesce a garantire”.

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