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Economia

Report Uil sull'edilizia, nel 2021 segnali di ripresa ma cresce il lavoro nero

Il rapporto dell'organizzazione sindacale inverte la rotta nei primi sei mesi dell'anno in corso, critiche al sindaco De Luca. Resiste l'utilizzo di manodopera senza contratto

Segnali di ripresa dall'edilizia. Il report 2021 sul settore curato dalla Uil e dalla Feneal rileva in questo primo semestre del 2021, concreti ed incoraggianti segnali di ripresa. “La diffusione e pubblicizzazione del nostro analitico studio è basato su un’articolata
elaborazione ed incrocio dei report statistici prodotti dalla Cassa Edile, dall’Inps e dall’Inail e rappresentano l’occasione per lanciare, con la forza dei numeri, l’ennesimo appello finalizzato all’indispensabile rilancio del comparto delle costruzioni nella provincia di Messina - commentano il segretario Uil Ivan Tripodi e il segretario Feneal Messina Palermo Pasquale De Vardo - l’analisi dei numeri certifica come nel decennio trascorso la provincia di Messina ha pagato la totale mancanza di investimenti pubblici e la sostanziale cancellazione di Messina dai “radar” legati a qualsivoglia opzione legata a scelte strategiche di ampio respiro, linea che si è platealmente evidenziata con la totale assenza della nostra città metropolitana dagli investimenti previsti nel Pnrr deciso dal governo Draghi. Pertanto, la provincia di Messina paga le conseguenze causate dalle decisioni del governo nazionale che ha totalmente dimenticato il nostro territorio e dalla palese inadeguatezza politica ed amministrativa della classe dirigente regionale e, soprattutto, dalla evidente inadeguatezza politica rappresentata dall’amministrazione comunale e metropolitana di Messina guidate dal teatrante sindaco De Luca”.

Nel giro di 10 anni i lavoratori occupati sono scesi da 14.687 del 2011 a soli 5.294 del 2020 mentre nel primo semestre 2021 sono tornati a crescere facendo registrare 5.830 lavoratori attivi in tutta la provincia; le imprese attive che sono il vero tessuto socio-economico si erano drammaticamente dimezzate, passando dalle 2.937 del 2011 alle sole 1.355 del 2020, mentre anche queste nel primo semestre 2021 sono diventate già 1.478; l’unico dato che non inverte il trend negativo è quello relativo alla piaga del lavoro nero che è vertiginosamente aumentato di oltre il 40%: i lavoratori in nero oggi presenti in un cantiere sono mediamente oltre il 75% della forza/lavoro: un’inaccettabile tragedia sociale che necessita interventi radicali da parte delle autorità preposte ai controlli e all’attività di contrasto di questo indecente e vergognoso fenomeno. La pandemia è stata una sciagura per tutti i settori e la giusta corsa finalizzata a garantire concreta solidarietà e l’indispensabile sostegno al reddito ha coinvolto, nella sola provincia di Messina, decine di migliaia di lavoratori.  “E’ del tutto evidente che non vi è altrettanta fiducia per il rilancio dell’edilizia pubblica a causa dell’incapacità di chi non è riuscito ad utilizzare le immense risorse pubbliche a disposizione, a partire dagli oltre 750 milioni derivanti dai Patti per il Sud e dal Masterplan, non spesi e prossimi ad essere restituite al mittente - proseguono i due sindacalisti - a Messina e provincia non vi è stata l’apertura di nessun grande o piccolo cantiere e non dimentichiamo che il nuovo porto di Tremestieri, nonostante i proclami e le dirette social,è fermo al 25% dell’opera o i famosi 115 cantieri annunciati dal sindaco De Luca che evidentemente esistono solo sulla carta" - commentano Tripodi e De Vardo. 

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