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Economia

Superbonus, costi fuori controllo: così il governo vuole limitare i danni

Le ipotesi di ridurre lo sconto o restringere la platea. Ma intanto aumenta il pressing per una mini-proroga dell'aliquota al 110% anche per il 2024

Sul superbonus il governo è pronto a correre ai ripari per contenere l'impatto sui conti pubblici. Com'è noto l'incentivo era stato già depotenziato dal governo Draghi e in base alle attuali norme a partire dal 2024 l'agevolazione per i condomini scenderà al 70% e poi ancora al 65% nel 2025, mentre per gli edifici unifamiliari (leggi villette) lo stop è ormai questione di mesi. Le modifiche alla misura già varate in tempo più o meno recenti (prima dall'esecutivo guidato dall'ex campo della Bce e poi da quello attualmente in carica) potrebbero però non bastare ad arginare i costi sempre maggiori che l'incentivo si porta dietro. Per rendere l'idea basti dire che la spesa inizialmente prevista per il superbonus era di 35 miliardi di euro, mentre oggi - dati alla mano - si viaggia spediti verso quota 100. E sul groppone dei contribuenti c'è anche il bonus facciate al 90%, altro incentivo introdotto dal governo Conte 2 che secondo le stime sarebbe dovuto costare 5,9 miliardi, e che invece ha visto la spesa quintuplicarsi, o quasi, arrivando a 26 miliardi.

L'imperativo della maggioranza ora è ridurre i costi e liberare risorse in vista della manovra e della riforma del fisco. Per questo l'incentivo è diventato ormai un bersaglio fisso dei partiti di governo. Secondo il ministro della Difesa Guido Crosetto il superbonus del 110% "è un disastro per i conti pubblici"; il ministro dell'Economia Giorgetti ha fatto sapere, intervenendo al Forum di Cernobbio, che il solo pensare al superbonus gli fa venire "il mal di pancia". Per Licia Ronzulli, di Forza Italia, la "norma è stata scritta male, soprattutto sotto l'aspetto dei controlli", mentre secondo Marco Silvestroni, senatore di Fratelli d'Italia, "i bonus lanciati a pioggia dai governi giallo-rossi" si sono rivelati un "fuoco di paglia".

Il futuro del superbonus: le ipotesi

Insomma, la maggioranza sembra voler preparare il terreno per stringere ulteriormente le maglie e abbassare i costi per le casse pubbliche. Un'impresa certamente non da poco. Che fare? Le strade sono sostanzialmente due: tagliare ulteriormente l'aliquota oppure ridurre la platea dei beneficiari. Di ufficiale non c'è nulla, ma secondo le indiscrezioni raccolte da più di un quotidiano l'esecutivo potrebbe prendere in considerazione proprio la seconda strada. Ovvero quello di mettere dei paletti alla fruizione del superbonus. In particolare l'idea sarebbe quella di introdurre dei requisiti di reddito come del resto è già avvenuto per gli edifici unifamiliari. Nel caso dei condomini legare la fruizione dell'incentivo all'Isee sarebbe però, per ovvi motivi, ben più complicato dal punto di vista tecnico. Si vedrà.

Un'altra idea allo studio, di più ampio respiro (e certamente non realizzabile nell'immediato) è quella di razionalizzare i bonus edilizi magari concentrandoli in un'unica misura, come aveva spiegato a Today.it Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia firmataria del disegno di legge sui nuovi bonus edilizi. L'intenzione è quella di legare la fruizione degli incentivi edilizi al reddito del contribuente. La riforma allo studio potrebbe prevedere più aliquote di detrazione a seconda dei miglioramenti che raggiungerà l'edificio in questione, da ottenere attraverso interventi con vari livelli di priorità. 

Il pressing per prorogare il 110% anche nei primi mesi del 2024

Intanto i costi lievitano. E la maggioranza si trova alle prese con un'altra grana. Sull'esecutivo aumenta infatti il pressing per prorogare l'agevolazione al 110% anche per i primi mesi del 2024. Dal 1° gennaio, lo spiegavamo sopra, la percentuale di detrazione scenderà infatti al 70 per cento e chi non è riuscito a concludere i lavori in tempo rischia di dover pagare di tasca propria la differenza tra la nuova aliquota e il superbonus pieno. Una correzione alla legge attuale alla fine potrebbe vedere la luce per tutelare quei condomini che avevano messo in conto di ristrutturare gratis e invece, per colpe non loro, potrebbero trovarsi a dover pagare un conto salato.  

Fonte: Today...

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