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Economia

Vertenza Gicap, Uiltucs: “Chiarezza sul futuro di 700 lavoratori”

L'aut aut del segretario Marianna Flauto in vista dell'incontro al Mise sul futuro del gruppo della grande distribuzione che ha annunciato il mese scorso la cessione di 42 negozi. I rischi per Messina

"Siamo disponibili a trovare soluzioni che garantiscano tutti i livelli occupazionali dopo aver chiarito alcuni aspetti ancora confusi della vertenza". Così il segretario generale della Uiltucs Sicilia, Marianna Flauto in vista dell'incontro al Mise, il 27 maggio con le altre sigle sindacali, sulla vertenza Gicap, il gruppo della grande distribuzione che ha annunciato il mese scorso la cessione di 42 negozi a insegna Ard, Sidis e Max Sidis di Palermo, Messina e delle province di Enna e Siracusa, oltre a quelli presenti in Calabria, mettendo a rischio il futuro dei 700 lavoratori impiegati nei siti.

Le strategie del gruppo Gicap per Messina

"Tra l'altro -aggiunge Flauto- è di questi giorni la notizia, ancora non formalizzata al sindacato, della presentazione di una procedura di concordato preventivo da parte di Gicap, quindi una situazione abbastanza complicata da affrontare. Ci auguriamo che sia la Gicap sia Like Sicilia si presentino al tavolo ministeriale per potere finalmente definire la vertenza di auspica positivamente". La società subentrante, Like Sicilia, di proprietà di Apulia Distribuzione, ha chiesto alle organizzazioni sindacali di fare sottoscrivere ai lavoratori verbali di conciliazione che prevedono tra l'altro, la rinuncia da parte del lavoratore ad una parte delle spettanze, oltre a deroghe ai propri contratti individuali.

La Uiltucs, assieme alle altre sigle, per avere certezza della regolarità del percorso procedurale richiesto dalle società, ha chiesto il supporto del ministero dello Sviluppo economico. "Nel solo ed esclusivo interesse dei lavoratori, abbiamo chiesto al ministero di convocare le parti per potere trovare in quella sede una soluzione che abbia il suggello istituzionale. Una vertenza così delicata e spinosa, anche alla luce delle deroghe richieste, non può definirsi frettolosamente perché si rischia di mettere a rischio gli interessi dei lavoratori.", conclude Flauto-

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