“Il berretto a sonagli” con Gianfranco Jannuzzo al teatro Vittorio Emanuele
Appuntamento sabato 28 maggio alle ore 21 e domenica 29 maggio alle ore 17,30 con "Il berretto a sonagli" di Luigi Pirandello. Spettacolo con Gianfranco Jannuzzo, adattamento di Francesco Bellomo, Moreno Burattini. Sul paco ci saranno anche Emanuela Muni, Ivano Falco, Paolo Macedonio, Alessandra Ferrara, Veronica Rega , prevista la partecipazione di Anna Malvica. Nella produzione L’Isola Trovata e Corte Arcana a firmare la regia è Francesco Bellomo. Scena Carmelo Giammello, luci Giuseppe Filipponio, musiche Mario D’Alessandro, costumi Mara Gentile. Assistente alla regia Maya Melis e voce solista Francesca Gambina.
L'opera prende spunto da due novelle: “Certi obblighi” e “La verità”, la cui trama per entrambe è incentrata su un marito che conosce l'infedeltà dellla moglie ma è disposto ad accettarala pur di difendere l'onore. "Il personaggio di Ciampa proposto da Gianfranco Jannuzzo -si legge nel sito del teatro- è il distillato di questa contaminatio pirandelliana e si muove con pacatezza e lucidità nell’arco dei sentimenti di dolore, furore, pietà e ironia che permeano il suo essere ora uomo, ora pupo, ora personaggio. Una recitazione sommessa che cova la sua esplosione, un personaggio ragionante eppure tempestato di offese laceranti. Si è voluto creare un apparentamento tra Ciampa e il professor Toti di “Pensaci Giacomino” per una certa similitudine tra i due protagonisti, ma principalmente per le situazioni. Lo spirito che anima Toti, pieno di rassegnazione pur di mantenere gli affetti, risulta dominante, seppure in maniera diversa, anche in questa sorta di triangolo tra Ciampa, la moglie Nina e il Cavalier Fiorica. Il recupero del copione originale consente di evidenziare la spontaneità della vis comica pirandelliana; Inoltre il reinserimento di alcune scene tagliate permette di identificare meglio e la tematica dell’opera e i caratteri dei personaggi. Ci si riferisce in particolare al primo atto, (quadro I) dove la protagonista afferma che ogni notte ha la tentazione di ammazzare il marito, al quadro III in cui Fifì accusa la sorella di un’ambiguità sessuale, che sarebbe a suo dire il problema per cui il marito cerca altre donne, o ancora al quadro V con la battuta di Spanò sul pane francese o all’atto secondo (quadro I) con la scena dello scorpione nella biancheria, indicatore del tradimento nella casa.
Per dare maggiore impatto emotivo si è anche aggiunto un prologo in flashback all’inizio dello spettacolo, dove gli amanti clandestini vengono colti in flagranza di reato ed arrestati, scena che non esisteva e di cui si sentirà il racconto durante la commedia. L’ambientazione, collocata nell’immediato dopoguerra, permette di recuperare certe situazioni tipiche del mondo siciliano ed particolare agrigentino di quel tempo. Le musiche di Mario D’Alessandro ci riportano a quelle sonorità forti e terragne che hanno caratterizzato la produzione cinematografica dei film di ispirazione siciliana degli anni ’50. La scenografia di Carmelo Giammello è ispirata alle case siciliane dell’epoca, dove si era soliti coprire le pareti con i teli neri e tutti i mobili e le finestre con dei drappi, metafora di un desiderio di non contaminazione e conseguentemente di una mancanza di rapporto tangibile con le cose e le persone".