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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cultura Lipari

Doodle Google celebra Favaloro, il re del by-pass con i nonni che coltivavano malvasia a Salina

Un busto lo ricorda a Leni dove nel 1999 gli fu conferita la cittadinanza onoraria. Fu il primo ad eseguire l'intervento chirurgico alle coronarie che oggi salva milioni di vite. Il legame con l'isola e il grande esodo in Australia. Dove si racconta sbarcò per primo un eoliano

Google ha celebrato ieri il padre del by-pass arto-coronarico nel suo 'doodle': René Gerónimo Favaloro, (1923-2000), cardiochirurgo argentino di origini italiane, nel giorno dell’anniversario della sua nascita. Il medico, nativo di La Plata, Argentina, ma con i nonni eolieani,  fu il primo a eseguire questo intervento chirurgico il 9 maggio 1967, procedura che oggi salva milioni di persone nel mondo. La famiglia Favaloro proveniva dalle isole Eolie e a Leni (Salina) si trova un busto che lo ricorda proprio perché i nonni erano originari di Valdichiesa, la frazione di Leni, dove possedevano vigne e commerciavano la malvasia nel Mediterraneo. Nel 1991 l’allora presidente della Repubblica italiana Francesco Cossiga lo insignì del titolo di Grande ufficiale dell’Ordine al merito.

Nel 1999, invece, fu conferita anche della cittadinanza onoraria a Renè Favaloro. Solo un anno dopo si suicidò con un colpo di pistola nella sua casa a Buenos Aires forse per i debiti che la sua fondazione aveva accumulato  dal momento che il governo argentino non aveva erogato i fondi stabiliti. 

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Un legame fortissimo quello fra l'Australia e le isole Eolie. Il fenomeno dell'emigrazione eoliana ha assunto un carattere di autentico spopolamento del territorio isolano all'inizio del secolo negli anni '50, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. In quel periodo, infatti, avvenne il maggiore flusso migratorio degli isolani verso le Americhe e l'Oceania. Qualche secolo prima, però, dalle Isole Eolie (e precisamente da Lipari, Salina e Filicudi) partirono, verso il 1760, 85 famiglie (per un totale di 400 persone) che colo- nizzarono l'isola di Ustica, a nord di Palermo. Successivamente, tra il 1901 ed il 1914, emigrarono dall'Arcipelago più di diecimila persone, di cui 6.700 negli Stati Uniti, 2.500 circa in Argentina e 750 in Australia; ma le prime partenze risalgono alla metà del 1800, quando la popolazione femminile nelle sette isole era in assoluta prevalenza su quella maschile, in massima parte emigrata.

Si racconta che ad approdare per la prima volta nel continente australiano fu proprio un eoliano di Salina: capitano Re che a bordo di un veliero approdò, nel 1845, a Fremantle, nel Western Australia. Così anche gli antenati del direttore de "Il Globo" di Melbourne Nino Randazzo (originario di Malfa), sbarcarono, verso il 1850, a bordo di un brigantino eoliano nel Victoria, durante il periodo della febbre dell'oro. La pioneristica presenza di eoliani fra i primi coloni italiani nel Continente australiano è stata testimoniato di persona da alcuni protagonisti vissuti sino a qualche decennio fa. Negli anni '50, invece, proprio agli albori del turismo eoliano (sulla scia dei film “Stromboli terra di Dio” di Roberto Rossellini con Ingrid Bergman e “Vulcano” con Anna Magnani) si verificò la seconda e più massiccia ondata migratoria di isolani che decimò la popolazione dell’Arcipelago.

Le cause principali che determinarono tale esodo in entrambi i periodi migratori furono la crisi dell’agricoltura causata dalla fillossera che distrusse i vigneti, il sovrappopolamento, l’insicurezza del lavoro, il reddito basso del lavoro manuale, l’abbandono quasi totale della pesca e la fine della navigazione a vela sostituita dalla propulsione meccanica. Fu così che l’emigrazione divenne l’unica opportunità e valvola di sicurezza per risolvere tali problemi. Oggi gli isolani sono perfettamente integrati affermati in terra australiana ed americana ma non dimenticano mai la propria identità culturale e le proprie radici, tanto che sono numerose iniziative sociali e culturali fra le Eolie e le comunità eoliane all’estero proprio per mantenere vivi questi legami e per trasmetterli anche alle nuove generazioni di figli e nipoti, i quali hanno ereditato il patrimonio di storia, di tradizioni e di cultura che caratterizza la civiltà eoliana e mediterranea.

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