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“La Sanità disumana”, il libro-denuncia di Faillaci per raccontare la città in cui scompaiono gli ospedali

La presentazione da don Minico con la presenza anche di Silvano Arbuse e Marcello Minasi, diventa spunto di riflessione sui disagi in città. Fra attualità e memoria

Numeroso il pubblico per “Il mio lussuoso appartamento” con sottotitolo “Io e la città dove scompaiono gli ospedali”, il nuovo lavoro dell'autore messinese Filippo Faillaci, in genere poeta, al debutto come romanziere, presentato giovedì 29 luglio all'Arena Tano Cimarosa da Don Minico, l'inventore della storica pagnotta alla Disgraziata e promotore del territorio dei Peloritani, dalle 19 alle 20.30.

L'evento era inserito nell'ambito delle manifestazioni per il 70 anni del locale e i 100 anni dalla nascita del fondatore. Alla presentazione del libro, edito da Armando Siciliano Editore, sono intervenuti Paolo Mazza, figlio di Don Minico, Silvano Arbuse (nel video), Marcello Minasi, l'autore e l'editore.

Ma sono stati presenti alche numerosi operatori sanitari del Piemonte sia a riposo che in servizio, vista la tematica di denuncia del libro delle condizioni del sistema Sanità. “E’ un fatto quasi sentimentale. Sono dei ricordi, non nostalgici, con cui vado a denunciare la disumanizzazione della Sanità con i suoi numeri: l'economicismo ha schiacciato l'umanità, le persone. Il paziente è diventato cliente. Questo è il nocciolo del mio romanzetto”, spiega Faillaci.

Che conclude: “Si parte da una situazione assurda: un vecchio infermiere fa una protesta assurda, occupando, senza che nessuno se ne accorga, uno dei padiglioni dismessi. Tutto si svolge in una giornata”. L'aria dei colli S. Rizzo e il verde rigenerante hanno fatto da cornice.

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