rotate-mobile
MessinaToday

MessinaToday

Redazione

La storia dei siculi raccontata da D'Angelo

Un gruppo etnico dell'estremo oriente che aveva già una sua forma di scrittura e perfino gli antenati dei dentisti. Ecco la nostra storia cominciata settemila anni avanti Cristo

Non furono i popoli cananei ad inventare la forma di scrittura dalla quale successivamente deriverà l’alfabeto, ma questa venne portata loro dai popoli del mare nel corso delle loro invasioni, e di questa scrittura, che il prof Enrico Caltagirone è riuscito a decifrare, in Sicilia ed in altre parti d’Italia, ne abbiamo tracce su vari resti archeologici.

E' solo una delle interessanti sorprese emerse  nel pomeriggio di ieri 18 ottobre, nella sala lettura della biblioteca regionale universitaria Giacomo Longo, per la presentazione del libro “La Storia dei Siculi” presente l’autore Claudio D’Angelo.

Lo studioso, supportato da un video, ha fatto una sintesi della sua opera ed illustrato le sue ricerche storiche nelle quali è stato sostenuto, nel corso degli anni, da eminenti storici e ricercatori, fra cui il compianto Sebastiano Tusa, il professore Enrico Caltagirone e Francesco Torre dell’Università di Bologna e lo storico messinese Alessandro Fumia                                                                             

 I Siculi, secondo le ricerche di D’Angelo, discendono da un gruppo etnico proveniente dall’estremo oriente dove intorno all’anno 7.000  a.c. , tra le valli del Balucistan e le pianure del fiume Indo, aveva organizzato una civiltà in cui si faceva largo uso dell’agricoltura, dell’allevamento del bestiame, della pesca, della produzione di manufatti in ceramica, i cui abitanti risiedevano in case costruite con mattoni e fango esiccato e ricoperte con tetti di paglia, facevano uso di una primitiva forma di scrittura, utilizzavano metodi di medicina (praticando la chirurgia dentale),  adoravano la Grande Madre e davano sepoltura ai defunti (secondo l’inumazione cosiddetta a grotticella – cadavere inumato in posizione fetale dentro piccoli antri scavati nella terra).

Questa popolazione, in seguito ad eventi inevitabili e ripetitivi: migrazioni alla ricerca di nuove terre da coltivare, naturali: scioglimento dei ghiacciai con conseguente innalzamento del livello dei mari e la scomparsa di alcuni centri da loro abitati “il diluvio universale di biblica memoria”, aggressioni da parte di altri popoli, fu costretto ad emigrare diffondendosi un po’ in varie parti dell’Asia e dell’Europa e dando origine a nuove popolazioni, una di queste occupò la Dalmazia e successivamente, attraversando l’Adriatico (nome dato da questo popolo a quel mare) arrivarono in Italia e da qui in Sicilia.                            

In Sicilia essi trovarono una civiltà, quella detta di Castelluccio, che aveva già dimestichezza con la navigazione, con la tessitura della lana e del cotone (che usava colorare utilizzando la porpora ed esportare in altri siti),  con una forma primitiva di metallurgia (estrazione dello zolfo, della selce, dell’ossidiana) e con la quale dopo un primo inevitabile scontro, iniziarono a scambiarsi arti e professioni. I Siculi appresero dal popolo indigeno l’arte della navigazione e successivamente, grazie a questa conoscenza, fecero parte di quei famosi “popoli del mare” che in un periodo storico (1300 A.C.) invasero, saccheggiarono e sconvolsero l’Egitto, e l’intero Medio Oriente.                                                                                                                                  

In Sicilia furono varie le città fondate dai Siculi (Adrano, Morgantina, Castiglione, Abacenum, Grammichele, Caccamo, Centuripe, Agira…) e su molte di esse bisognerebbe fare ricerche archeologiche più approfondite.

Fra gli aspetti più curiosi ed importanti emersi dall' incontro anche il fatto che non furono i Fenici ad inventare ed esportare la porpora, ma questa veniva già utilizzata molto tempo prima dalla civiltà di Castelluccio e anche che   non furono i Greci ad imporre a molte località isolane il termine attuale ma molti di questi toponimi (Etna, Adrano, Trinakjia, Agira,…) sono termini siculi.. aspetti che storicamente stravolgono molte delle teorie storiche fin qui conosciute.

Alla presentazione del libro ed al successivo intervento di altri studiosi che ad esso hanno partecipato, ha fatto seguito una mostra che resterà aperta anche nelle giornate di oggi pomeriggio e di domani.     

Si parla di

La storia dei siculi raccontata da D'Angelo

MessinaToday è in caricamento