"Il Paese che uccide le donne", incontro con l'autore alla Biblioteca regionale
Sarà presentato domenica 31 ottobre, alle ore 10 alla Biblioteca Regionale Universitaria "Giacomo Longo" di Messina, il romanzo storico del giornalista Rai Giuseppe Carrisi: "Il Paese che uccide le donne", con prefazione di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italy.
L'iniziativa culturale si aprirà con i saluti istituzionali e l'Introduzione della direttrice della Biblioteca, dottoresa Tommasa Siragusa, che fungerà anche da moderatrice. Interverranno oltre all'autore: il procuratore aggiunto presso il Tribunale di Messina, dottoressa Giovannella Scaminaci, il vice prefetto, Prefettura di Messina, dottoressa Silvana Merenda, il dirigente scolastico del Liceo Classico "F.Maurolico", professoressa Giovanna De Francesco. Il momento culturale verrà impreziosito dalle letture di brani tratti dal testo, resi da alcuni studenti dell'Istituto peloritano.
Dalla caliginosa nebbia di Londra, metropoli dell'alta finanza e bella a tratti con i suoi mercatini variopinti del tempo di Natale, inizia il primo viaggio insieme della coppia protagonista del romanzo verso una meta da sogno: il Messico. Ma l'ambita vacanza diviene un'avventura colorata di thriller, già dalle prime pagine. Il Paese, ricco di storia e tradizioni millenarie, svelerà loro il "lato oscuro", ove la magica mexicanidad, contraddittorio e surreale puzzle, è inquinata pesantemente dal narcotraffico e da ogni sorta di violenza, dal dramma dei desaparecidos, dei migranti e dalla corruzione. Un Paese dove essere donna equivale ad una condanna a morte senza appello, e in cui i delitti e le torture nei confronti del femminile sono all'ordine del giorno. Una scia di sangue, quest'ultima, che ha percorso le strade del passato e, purtroppo, serpeggia ancora inarrestabile tra quelle del mondo contemporaneo, e non certo solo messicano, pur se in quel Paese appare, più che in altri, endemicamente riconnesso ai sistemi di potere; in ogni caso i femminicidi colpiscono senza distinzione di classe e cultura e non costituiscono di certo esclusivo marchio di fabbrica infame di Territori in via di sviluppo, ma sono un'onta inferta anche a Nazioni culturalmente e economicamente avanzate, come quelle europee.