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Rito della Luce, l'Eresia contro le mafie che diventa itinerante

Il mecenate di Fiumara d'Arte, Antonio Presti pronto a trasformare la manifestazione in un evento itinerante. Obiettivo: “Rendere questa avventura dell’animo un vero motore per il rilancio dei comuni siciliani”

Il Rito della Luce di Antonio Presti rinnova la sua forza emotiva con l’Eresia invisibile della Bellezza e allo stesso tempo è pronto a trasformarsi diventando itinerante per poter rendere questa avventura dell’animo un vero motore per il rilancio dei comuni siciliani che necessitano di nuova linfa per il loro futuro. 

Nei tre giorni del Rito della Luce e del Solstizio d’Estate la bellezza si è manifestata attraverso la riflessione e le arti che, dalla musica alla poesia, hanno reso magica l’esperienza vissuta fra l’albergo museo Atelier sul Mare di Castel di Tusa e la Piramide 38° Parallelo di Motta d’Affermo. Il bianco e la purezza d’animo hanno caratterizzato anche quest’anno il  rito e simbolo ne è stata l’inaugurazione della mostra “Noi siamo Bellezza” che ha visto protagonisti i bambini Down, considerati da Antonio Presti la vera essenza della purezza. 

Di oltre 5.000 persone il “popolo bianco” che ha partecipato agli eventi e oltre 300 gli artisti coinvolti che hanno reso il Rito un momento di grandissima energia che quest’anno Antonio Presti ha dedicato all’eresia invisibile della bellezza, intesa come momento e atteggiamento per manifestare il valore della differenza. “Bisogna scegliere e praticare l’etica della bellezza e rinnovare il valore del rispetto del bene comune”, ha detto l’artista.

“Il prossimo Rito - ha annunciato il suo creatore - si sposterà sull’Etna e nella valle dell’Alcantara per creare un ponte di rinascita dei comuni che hanno necessità di una nuova linfa creativa e culturale per la loro rinascita. Questo, confermando comunque l’apertura della piramide per ogni solstizio d’estate”.

Rito della Luce 2019

Nei piani dell’artista, che cercherà a breve un confronto con il presidente della Regione Nello Musumeci, c’è anche il desiderio di creare una fondazione mista pubblico privato che possa garantire il futuro della Fiumara d’arte, conservazione delle opere e la sua promozione culturale e turistica. Con la necessità che la pratica della gestione delle stesse rimanga di competenza della Fondazione “perché non sia inficiata - come spiega l’artista - da logiche politiche o pratiche appartenenti alla cultura mafiosa”.

Nell’animo di Presti, che ringrazia affettuosamente il sindaco di Motta d’Affermo Sebastiano Adamo e il consorzio della Valle dell’Halaesa per la collaborazione alla manifestazione, c’è la consapevolezza di quanto sia potente la Politica della bellezza e di quanto sia necessario esportarla ovunque ce ne sia bisogno, insieme alla conservazione di quanto già fatto con la Fiumara d’arte.

“Sosteniamo questa grande manifestazione culturale - dichiara il sindaco di Motta d’Affermo, Sebastiano Adamo - nella consapevolezza che essa rappresenta una grande occasione di sviluppo culturale e turistico dell’intero comprensorio. Speriamo che il Rito possa tornare ad essere un appuntamento fisso, al quale possano partecipare anche le istituzioni regionali per una sua crescita sempre più strutturata”.

Una potenza emotiva “senza confini”, quella del Rito così come la raccontano anche alcuni degli artisti che hanno partecipato alla  manifestazione. “L’ho scoperto e non voglio più lasciarlo - ha affermato Alfio Antico - spero di poterci essere anche in futuro”.

“La  coralità degli artisti che si sono spogliati della loro arte personale  per una bellezza comune, alta - ha aggiunto Michele La Paglia - è ciò che rende unico questo Rito”.

“L’eresia  invisibile della bellezza - ha concluso Patrizia D’Antona - ha  dimostrato in questi giorni tutto il suo potere rigenerante per la  cultura”. 

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