“Lo Schiaccianoci”, nuova data per il balletto fuori abbonamento al teatro Vittorio Emanuele
“Lo Schiaccianoci” il balletto con le musiche di ?ajkovskij programmato, fuori abbonamento, con doppia recita alle ore 17,30 e alle 21 domenica 29 dicembre per esigenze tecnico/organizzative, andrà in scena nelle seguenti date: domenica 29 dicembre ore 21 (recita confermata) e lunedì 30 dicembre ore 17,30.
Chi avesse già acquistato il biglietto per la pomeridiana del 29 dicembre potrà utilizzare, se disponibile, lo stesso titolo d’ingresso per la recita del 30 dicembre alle ore 17,30. Sarà comunque possibile chiedere il rimborso del biglietto recandosi, con il titolo d’ingresso, presso il luogo dove il biglietto è stato acquistato.
Sul palco la rilettura del più classico dei classici con una nuova ideazione, drammaturgia e coreografia di Massimiliano Volpini a cura della compagnia di ballo Balletto di Roma e con l’Orchestra del teatro Vittorio Emanuele. Una coproduzione E.A.R. Teatro di Messina/E.A.R. Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania. Direttore Giuseppe Ratti.
Lo Schiaccianoci di Volpini rappresenta una riflessione sulla condizione delle persone-rifiuto, sullo smarrimento d’identità sociale e sui mille volti del nostro “essere”; arrendendersi ad uno stato di malessere significa “ammalarsi” di noia, insoddisfazione e apatia. Esiste sempre una piacevole sorpresa dentro di noi e anche i sogni più nascosti possono prendere vita.
La rilettura del più classico dei classici, ideata dal coreografo scaligero, ribalta l’ambientazione originale del primo atto, sostituendo all’enorme casa borghese in festa la strada di un’immaginaria periferia metropolitana: qui, abitanti senzatetto e ribelli senza fortuna vivono come comunità d‘invisibili, adattandosi agli stenti della quotidianità e agli scarti della città. Un muro imponente separa due strati di società, chiudendo fisicamente e idealmente una fetta d’umanità disagiata in un angolo di vita separata e nascosta.
Nessun pupazzo o soldatino, ma solo un principe, il Fuggitivo, e la sua amata: i due giovani temerari tenteranno il grande salto oltre il muro e affronteranno bande di uomini oscuri, vigilanti di rivoluzionari tumulti. La tradizionale ‘battaglia dei topi’ si trasformerà in un cruento scontro di strada il cui esito sarà l’evasione del Fuggitivo e la salvezza di Clara. Attraverso il coraggioso passaggio a un’altra dimensione – il viaggio immaginario di Clara è tutto ciò che avviene nella testa della giovane un attimo prima di decidere se seguire o no il suo eroe verso luoghi ignoti – la coppia di avventurosi inizierà una nuova vita, non bella e fantasiosa come quella immaginata, ma pur sempre fiduciosa verso il futuro. Il secondo atto riaggancia ambientazioni e personaggi della tradizione, in un viaggio tra danze di mondo e personaggi bizzarri, un incanto che cancellerà per un attimo gli incubi grigi di una vita nell’ombra. La magia non durerà tuttavia per sempre e sul finale Clara, pur tentando davvero la fuga da quel luogo, tornerà ad osservare il muro della sua prigionia con la consapevolezza di un’impossibile liberazione: dall’altra parte continueranno a vivere gli invisibili, estranei al suo nuovo mondo come pezzi mancanti di un’umanità irrisolta.
Ma cosa rappresenta davvero la festività nella contemporaneità? Volpini l’ha voluta immaginare come una Pandora dei tempi moderni, sorpresa a scoperchiare un grande vaso di verità. Sorpresa. Proprio così è l’effetto che il vetro, la plastica, il legno, la carta e il cartone – materiali molto preziosi recuperati e riutilizzati grazie al riciclo creativo – hanno dato vita nei costumi e nelle scenografie di questo originale Schiaccianoci. Il passo verso una riflessione sul tema ecologico è breve, un contesto avvertito ormai come una vera e propria necessità di riscoperta del sé.
È tramite un processo giocoso e naturale che Lo Schiaccianoci svela pezzi di tela, cartone, plastica e quant’altro disponibile alla fantasia, inventando nuovi mondi e dimensioni che strappano questi oggetti dal rischio di trasformarsi in un semplice “rifiuto”.
Lo Schiaccianoci di Volpini è uno stimolo ecologico a riflettere anche sulla condizione delle persone-rifiuto, sullo smarrimento d’identità sociale e sui mille volti del nostro “essere”; se ci si arrende all’idea che questa entità sia unica e immutabile, infatti, si rischia di “ammalarsi” di noia, insoddisfazione e apatia. Quest’opera fa pensare che in tutti noi si possa sempre nascondere una piacevole sorpresa e che è importante coltivare i sogni custoditi in fondo ai cassetti perché potrebbero rivelarsi meravigliosi progetti di vita nuova.
Articolo modificato 27 dicembre alle 8.32// Aggiunta la trama