Lavorare per il Nord stando al Sud, storie di chi ce l'ha fatta ma il Meridione è impreparato
Webinar dell'associazione FuoridiMe, sul nuovo modo di conciliare vita professionale e familiare in piena crisi pandemica. Esperti e testimonianze a confronto su luci e ombre di un'opportunità da monitorare
Nell’emergenza pandemica lo smart working è diventato un’esigenza e ha cambiato radicalmente il modo di lavorare in molte aziende. A chi lo ha potuto adottare è sembrato in gran parte vantaggioso anche se non manca chi ne mette in evidenza il lato oscuro: a cominciare dall’isolamento per finire al calo della produttività, soprattutto nel settore pubblico. Non è lontano lo scontro del sindaco di Messina con i sindacati approdato anche nelle tv nazionali contro un meccanismo che ormai “rischia” comunque di rappresentare il futuro. Tanto che si è andato oltre lanciando il progetto “South working”, in sintesi la possibilità di lavorare al Nord vivendo al Sud. Ma è davvero una opportunità imperdibile per il meridione? Se n’è parlato grazie a un incontro on line organizzato da FuoridiMe, l’associazione costituita da un gruppo di giovani messinesi fuorisede con l’obiettivo di mettere al servizio della città la loro esperienza e le loro idee, proponendo progetti e iniziative.
Ad intervenire all'evento, moderato da Massimo Conti Nibali: Andrea Panzera (CdA FDM) - Il south working e la possibilità di un inaspettato rientro “a casa”; Alessandra Garofalo e Laura Crupi (Socie FDM) - Il south working a Messina: vantaggi e punti critici; Chiara Caracciolo ed Elena Militello (SW) - South Working: dalla disruption del Covid una possibilità di sviluppo per il Meridione; Guido Noto - South Working: La prospettive delle aziende; Tonino Perna - Pandeconomia: il South Working come chiave per il riequilibrio territoriale.
Durante la diretta riflettori puntati su quali potrebbero essere le strategie di sviluppo per il South working partendo da alcune esperienze dirette come quelle delle due associate di FuoridiMe, per loro non solo la possibilità di godere del sole e del mare della Sicilia ma soprattutto l'occasione di intercettare dei possibili benefici con una prospettiva più a lungo termine.
“Per me tra i privilegi più rilevanti - ha raccontato Alessandra Garofalo- c’è stato quello di poter finalmente conciliare la scelta di testa di andare a studiare e poi a lavorare al Nord con quella che sarebbe stata una scelta di cuore ovvero rimanere al Sud. In questi mesi ho potuto riscontrare anche altri vantaggi , benefici economici sia individuali con un vero e proprio risparmio personale sia collettivi in termini di contributo che ho potuto dare per stimolare la domanda e di conseguenza l’economia del Sud. Credo che questa sia una vera e propria opportunità di crescita per tutto il Meridione. Ammetto di aver riscontrato alcune difficilotà ad esempio quando mi si è posta davanti la necessità di dover tornare al Nord anche se per brevi periodi, non è stato semplicissimo riuscire ad organizzare un viaggio sia in tempi brevi sia con costi ridotti”. Posizione questa che vuole essere da stimolo per il Meridione ad investire per confrontarsi e competere equamente con altri territori, senza tralasciare le possibilità di ripartire dal Sud in questa situazione particolare.
In un momento così diffcile per l’economia in alcuni territori del Sud sono rientrati tanti percettori di reddito che prima non c’erano dando vita ad un temporaneo aumento della domanda , però i vantaggi non possono limitarsi a questo, i giovani che sono rientrati facendo network possono essere promotori di progetti di innovazione, di arricchimento del territorio. Un territorio per essere ambito come meta per lo smart working deve avere un elevato standard di qualità lavorativa dal settore digitale a quello dei trasporti.
E' nata nel 2020 l’idea di lavorare a quest’idea chiamata South working suportata da Global shapers Community Palermo e Fondazione con il Sud . Nel nostro paese ci sono troppi divari soprattutto per quanto riguarda il digital divide riguardo alla connessione internet che può essere un rischio quando non è abbastanza affidabile, ma anche per quanto concerne la carenza dei servizi nelle aree interne : trasporto, sanità ed educazione e il lockdown ha rappresentato un' opportunità di sviluppo del lavoro agile: "L’idea è di permettere a chi lo desidera di trascorrere dei perio di lavorando dal Sud e dalle aree interne ma anche dall’Italia per l’estero per aziende con sede altrove, contribuendo non solo all’economia locale tramite i reinvestimenti dei salari ma anche attraverso investimenti in beni patrimoniali, progetti finanziari, nuove idee di impresa, nuove idee di volontariato", ha precisato Elena Militello.
Chiara Caracciolo ha parlato delle prospettive future legate al mondo del lavoro quando l’emergenza sarà finita : “Ci troveremo ad affrontare un vero rischio ossia ad assistere ad un effetto elastico che riporti tutto al punto di partenza, per partire dal desiderio di scansare questo rischio nell’ultimo anno ho pensato di condurre uno studio su circa 80 aziende e oltre 120 south worker andando ad analizzare i vantaggi e le criticità”. Da ciò è emerso: da un lato l’esplosione delle preferenze dei lavoratori, molti non intendono tornare presso le sedi aziendali volontà che si oppone a quella dei dirigenti che temono la perdita del senso di appartenenza alla propria azienda e vige l’antica logica : se non ti vedo non lavori . La tecnologia oggi consente di fare tutto o quasi ma è necessario arrivare a dei compromessi: “Ho pensato ad un modello di lavoro ibrido che consenta di lavorare per tre settimane in south working e per una settimana presso l’azienda” , ha aggiunto la Caracciolo.
Tra idee e progetti c'è la necessità di un miglioramento dei territori come sede di South working: “Io insieme all’assessora di Reggio Galabria che si occupa di politiche giovanili Giuggi Palmenta – conclute Tonino Perna- che si è messa in contatto con Palermo, promotrice del progetto, abbiamo tentato di comunicare alla città ma anche alla provincia la necessità di farsi sentire . Il vero problema è far emergere questi bisogni. Bisogni non solo materiali, le amministrazioni dovrebbero porsi anche il problema di spendere soldi sulla cultura".
Per recuperare la diretta:
Facebook: https://www.facebook.com/assfuoridime/videos/2743416065968734/
YouTube: https://youtu.be/vSc8oQENyZ8
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https://www.fuoridime.com/
https://www.southworking.org/