“Gli Studi Innovativi di Giuseppe Rando" alla biblioteca Giacomo Longo
Mercoledì 21 dicembre , alle ore 17, nella Sala Lettura della Biblioteca Regionale Universitaria di Messina, si svolgerà l'evento "Gli Studi Innovativi di Giuseppe Rando", durante il quale saranno presentati tre volumi del professore Rando e segnatamente "Resistere a Messina. Reportages, lettere, racconti e saggi critici", "Vittorio Alfieri nella cultura e nella letteratura d'Italia e d'Europa." e "Vittorio Alfieri e il Costituzionalismo. Tra politica, teatro e letteratura", quest'ultimo lavoro proposto al pubblico in prima assoluta.
L'iniziativa culturale, alla quale presenzierà l'autore, si aprirà con i saluti istituzionali e l’introduzione della direttrice della Biblioteca, dottoressa Tommasa Siragusa, che fungerà anche da coordinatrice. A seguire, il professor Orazio Nastasi, già docente di lettere nei Licei, docente di Letteratura italiana presso Università della terza età Unitre di Messina, presidente dell'Associazione culturale "Archimede" di Messina e scrittore relazionerà riguardo al testo "Resistere a Messina. Reportages, lettere, racconti e saggi critici", già oggetto di una prima presentazione in ambito messinese nel 2021. Il saggio, frutto dell'accorpamento di quattro "librini", fornisce ai lettori un vero e proprio vademecum di "sopravvivenza" alle intemperie sociali e alle brutture paesaggistico-ambientali, opponendosi al degrado in ogni sua esplicitazione, uno stile di vita da calare nel proprio percorso di esistenza, impugnando l'arma della "resistenza" e con lo sguardo sempre rivolto al futuro, con la coerenza, la tenacia e la perseveranza di quanti, resilienti, "custodiscono, nella mente e nel cuore, un'altra Messina, quella che ha saputo resistere alle pestilenze, alle guerre e ai terremoti risorgendo dalle rovine, senza snaturarsi giammai".
I lavori proseguiranno con il prezioso contributo della professoressa Paola Radici Colace, già ordinario di Filologia Classica Unime, sui volumi "Vittorio Alfieri nella cultura e nella letteratura d'Italia e d'Europa" e "Vittorio Alfieri e il Costituzionalismo. Tra politica, teatro e letteratura". Il primo racchiude gli Atti del Convegno tenutosi nel 2020 a Messina, presso l'Accademia dei Pericolanti, curato dallo stesso professor Rando che, per la pubblicazione, ne firma la presentazione e il capitolo "La lezione di Vittorio Alfieri nella vita e nei 'pensieri' di Leopardi", analizzando quanto della vena patriottica e ideologica dell'Alfieri permei non solo la poesia, ma "tutta la personalità del Recanese". "Vittorio Alfieri e il Costituzionalismo", che questa Bibliotecapresenterà in prima assoluta, corona l'intenso lavoro portato avanti negli anni dall'Autore, con pubblicazioni monografiche e periodiche, l'attività didattica, quella convegnistica e raccoglie, altresì, i più recenti studi alfieriani. L'opera è volta alla conoscenza più in profondità del Costituzionalismo Alfieriano e delle sue transcodificazioni saggistiche, teatrali e letterarie, con l'intento-speranza di coinvolgere un più vasto pubblico di lettori. Individua nella ragione morale lo scopo di argomentare sull'Alfieri, rivedendone le caratteristiche precipue di letterato e politico, diversamente canalizzate prima dell'analisi fatta dallo stesso Rando, diversificandole in toto.
Dal primo volumetto scritto ben quarant'anni addietro, uscito a Roma da Herder editore, e attraverso la produzione successiva sull'Alfieri, Rando approda alla figura calibrata sui principi del Costituzionalismo, capovolgendo ogni teoria precedentemente esposta in ambito letterario: Alfieri lo scrittore più frainteso della nostra letteratura, Alfieri inventore non accreditato della tragedia moderna con le opere drammaturgiche "Saul" e "Mirra", Alfieri costituzionalista sulla base della codifica nei suoi trattati dei teorici francesi della seconda metà del Settecento. E' proprio quel primo volumetto si presentò alla critica del tempo come uno "Scriptum" del tutto "Innovativo", ben apprezzato da autorevoli studiosi del calibro di Giuseppe Petronio e Arnaldo Di Benedetto, e considerato una lettura talmente importante da guadagnare, perfino, la meritoria ristampa. Altri qualificati giudizi sanciscono ancora oggi quale indiscusso valore abbia il pensiero del professore Rando sull'Alfieri. Il professore ordinario di Storia delle Dottrine Politiche a Napoli, Stefano De Luca, nel suo saggio "Alfieri politico", afferma: "fortemente innovativo, sotto molteplici punti di vista. Innovativo nel metodo […], innovativo nella scelta dei temi, […], ancor più innovativo negli esiti interpretativi, giacchè Rando sostiene che il pensiero politico dell'Astigiano si fonda su un insieme di principi ben definiti, esposti (almeno dalla Tirannide) con il vigore logico di un teorema e pienamente iscritti nel filone del costituzionalismo democratico settecentesco." Il Professore Ordinario di Letteratura Comparata a Bari, Bartolo Anglani, nel suo saggio "La tragedia impossibile" così afferma: "Giuseppe Rando fin dal 1980 aveva affrontato la questione dell'Alfieri 'politico'[…] aveva sostenuto che egli era 'il più politico e il più innovativo degli scrittori del suo tempo' e per un altro 'un convinto, radicale sostenitore della 'sovranità della legge', il più legalitario, forse, degli scrittori italiani di tutti i tempi" e citando il trattato "Della Tirannide" riporta le tesi espresse da Rando: "un'opera in cui l'Alfieri si rivela 'come il critico più acuto e coraggioso del dispotismo illuminato, di cui mette in luce i limiti storici e istituzionali, non da posizioni astratte, libertarie, nichilistiche o reazionarie, ma tenendosi sul terreno storico del costituzionalismo moderno".
Il professore Giuseppe Rando si rifà alla massima dello stesso Alfieri "Volli, sempre volli, fortissimamente volli" per la costante tenacia spinta fino alla caparbietà nel conseguire mete ragguardevoli di studio e di lavoro, mai dimentico delle umili origini, sagace interprete di verità di vita, dai toni satirici, infuocati ma mai eccessivi, dallo sguardo profondo e l'atteggiamento affabile, aperto alla contesa ma non alla guerra, così scrive in terza persona nella premessa di "Vittorio Alfieri e il Costituzionalismo": "La pubblicazione di questo e dei suoi precedenti volumi alfieriani dimostra, per altro verso, che nell'Italia democratica, si può resistere, con qualche successo e pagando magari qualche inevitabile scotto, ai deserti che talora ci assediano. E ciò valga come stimolo e incoraggiamento ai giovani capaci, che hanno l'istinto della ricerca e la schiena dritta".