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Martedì, 19 Marzo 2024
Green Milazzo

Siso, il capodoglio ucciso dalle reti rivive al MuMa di Milazzo

Grazie al progetto del giovane biologo Isgrò l'esemplare impigliato da una rete illegale al largo delleEolie e morto spiaggiato al Capo diventa simbolo di civiltà, cultura e amore. L'esposizione al pubblico, all’interno del suggestivo “Bastione di Santa Maria”

Una storia diventata storia quella del capodoglio maschio di una decina di metri morto dopo essere rimasto impigliato in una rete derivante, un tipo di rete illegale che non dovrebbe più esistere, al largo delle Eolie.

Una storia, questa accaduta nel 2017, che sembrava come tante purtroppo a cui siamo abituati ma che è diventata invece un esempio di civiltà, cultura e amore. grazie all'idea lanciata dal giovane biologo marino, Carmelo Isgrò, che lo trova spiaggiato a Capo Milazzo e decide di imbarcarsi in un’impresa folle: recuperare lo scheletro e fare dello sfortunato cetaceo ucciso dalla stupidità e dalla brama di guadagno dell’uomo in un simbolo per la difesa dei mari. Grazie al sostegno del Museo della Fauna dell’Università di Messina, Carmelo inizia un lavoro immane.

Un lavoro di cui si potranno ora vedere i risultati perchè verrà esposto al pubblico, all’interno del suggestivo “Bastione di Santa Maria” dell’antico Castello di Milazzo. 

L'iniziativa, ell’ambito delle attività del Museo della Fauna dell’Università di Messina, venerdì 9 agosto alle 21.30.

L’idea del biologo Carmelo Isgrò, componente del CTS del Museo, si è potuta realizzare grazie ad una sinergia tra il Museo stesso nella persona del suo direttore, Filippo Spadola, e del conservatore della sezione zoologica – faune marine Mauro Cavallaro ed il Comune di Milazzo, con la stipula di un protocollo di intesa finalizzato all’esposizione del reperto. Fondamentale ruolo ha giocato, per la realizzazione del progetto, il Servizio Cites Territoriale dei Carabinieri di Catania, coordinato dal Comandante Parisi, che ha rilasciato la certificazione CITES in considerazione del fatto che il reperto è tutelato dalla convenzione internazionale di Washington.

Lungo le coste di Capo Milazzo, dove la carcassa di Siso è stata trasportata dalle correnti, il biologo Isgrò, sotto l’egida del Museo della Fauna dell’Università degli Studi di Messina, ha scarnificato circa 10 tonnellate di carne del capodoglio, con la finalità di recuperare le ossa. Nel  suo lavoro Isgrò è stato aiutato anche da un gruppo di amici tra cui Francesco detto Siso che purtroppo, subito dopo il recupero del capodoglio, è rimasto ucciso in un incidente ed è così che, per ricordarlo, è nato Siso, il capodoglio.

Ora lo scheletro è stato  sospeso in aria con dei cavi, riposizionando la rete illegale che l’ha ucciso e la plastica che è stata trovata all’interno dello stomaco, ed è pronto per essere “åmmirato” con l’obiettivo di sensibilizzare l’utenza affinché la tragedia della morte di questo nobile animale, possa condurre ad un momento di riflessione e crescita per tutti. 

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