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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Messina fra le 50 città più inquinate d'Italia, Raffa interroga il ministro

La deputata pentastellata chiede che le autorità portuali si attrezzino per ridurre l'inquinamento prodotto dalle grandi navi in porto con i motori accesi. E sui fondi per gli investimenti...

C'è Messina fra le 50 città italiane più inquinate d'Italia. Lo ricorda Il Movimento 5 Stelle che ha presentato alla alla Camera, prima firmataria la deputata Angela Raffa, una interrogazione al ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, di intervenire affinché le Autorità Portuali riducano l'inquinamento prodotto dalle navi ormeggiate nei nostri porti. 

Da un recente studio, pubblicato da Transport & Environment, l’Italia risulta infatti tra i paesi europei più esposti, insieme alla Spagna, e tra le 50 città portuali più inquinate ben 10 sono italiane: Venezia, Civitavecchia, Napoli, Genova, La Spezia, Savona, Cagliari, Palermo, Messina e Bari.

Si ricorda che nel Mare del Nord e nel Mar Baltico sono state istituite, dall'Organizzazione Marittima Internazionale (I.M.O.), delle aeree di controllo delle emissioni di zolfo e di ossido di azoto, mentre nel Mediterraneo i limiti imposti sono molto meno stringenti e permettono anche a navi con motori di vecchia generazione, e carburanti più inquinanti, di circolare liberamente.

Una apposita direttiva europea nel 2012 invitava inoltre i porti ad attrezzarsi con appositi sistemi per fornire alle navi energia elettrica prodotta a terra, proprio per ridurre l'inquinamento. Questo oggi non avviene in nessuna autorità di sistema portuale italiana.

La deputata Angela Raffa segnala anche il nesso - ormai certo - tra alcune patologie gravi e la presenza di sostanze inquinanti che nelle nostre città respiriamo ogni giorno. “Le autorità portuali sono enti ricchi - scrive la Raffa - i soldi per fare gli investimenti ed avviare i cantieri ci sono. Inoltre seppur parzialmente de-fiscalizzata, si genererebbero dei proventi dalla vendita dell'energia elettrica alle navi, che notoriamente battono bandiere straniere. Senza considerare i posti di lavoro che si creerebbero nell'indotto per la manutenzione ed il funzionamento di queste reti elettriche”.

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