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Rts promuove un’azione comunicativa per intitolare una via aa Arturo Danusso

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MessinaToday

Arturo Danusso, figlio di Ferdinando Danusso, insegnante di fisica e di matematica in un istituto tecnico di Genova, che lo lascia orfano a soli quattro anni di età. Il 29 agosto 1902, a soli 22 anni, si laureò con lode al Regio Politecnico di Torino in ingegneria civile. Nel 1948 progettò i tralicci per consentire alle linee elettriche l'attraversamento dello stretto di Messina, alti 232 metri, per i quali vinse nel 1957 il premio ANIAI. Proprio l’essere figlio di un insegnante di fisica e di matematica, attira l’attenzione del network “ Regolarità e Trasparenza nella Scuola “ ( RTS ) con sede a Messina, un sito web che si occupa di questioni legate all’istruzione. In questo caso “ Regolarità e Trasparenza nella Scuola “ attraverso petizioni social si fa promotrice di un’azione comunicativa per intitolare una via o una piazza a Messina, Reggio Calabria o Villa San Giovanni all’Ingegnere Arturo Danusso.

A tal riguardo, in riferimento agli effetti del sisma che distrusse Messina e Reggio Calabria, Danusso scrisse “Noi sappiamo che alcune fra le case di Messina e di Reggio erano mal costrutte, inaccettabili per regola d’arte persino nei paesi dove il terreno a memoria d’uomo è rimasto stabile. Ma non possiamo logicamente inferire che se fossero state osservate le migliori regole dell’arte oggi note, la rovina non sarebbe avvenuta, poiché ci manca totalmente il termine di confronto fra la resistenza dei nostri migliori edifici e le forze da cui essi sono minacciati per effetto delle scosse telluriche. Prima di riedificare le città distrutte conviene procurarsi questo termine di confronto, con criteri strettamente scientifici, ricercando da una parte le caratteristiche meccaniche dei movimenti sismici, dall’altra l’effetto dinamico da essi prodotto sulle membrature resistenti degli edifici. La sventura calabrosicula è sventura nazionale. Lo ha proclamato il Parlamento, lo ha affermato solennemente uno slancio concorde e mirabile di carità, lo abbiamo sentito tutti nel nostro cuore di italiani. Rientrata in breve la calma sapiente che osserva, misura e provvede, si è levato alto sopra tutti il problema della salvezza avvenire. Poiché, qualunque siano le private opinioni, le città colpite devono fatalmente risorgere, è necessario ed urgente rivolgere tutti i mezzi della scienza ad uno sforzo concorde per dare, a chi ama quelle terre e perciò ha diritto di abitarle, la sicurezza della vita.”

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