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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Ordinanza sulla sicurezza e decoro, Musolino: “Non confondiamo la carità cristiana con l'illegalità”

L'assessore prende posizione sulle polemiche per i provvedimenti antibivacco e contro l'ambulantato selvaggio. “Nessun accanimento contro poveri ed emarginati, ma tutela di chi viv nel rispetto delle regole”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MessinaToday

La sicurezza urbana è un tema delicato, per gestirla ed assicurarla bisogna ricorrere sia alla fermezza che alla ponderazione dell’azione altrimenti si rischia di eccedere nella reazione o, viceversa, si rischia di fare apparire come lecito ciò che si è tollerato per insipienza o per carenza dei mezzi necessari a contrastarlo. Questo è ciò che è accaduto in passato a Messina nei confronti di fenomeni come l’ambulantato selvaggio, l’abusivismo, la richiesta di denaro per lavaggio di vetri spesso sporcati apposta, la molestia per strada, l’insistente richiesta di fare qualcosa e, talvolta, la minacciosa presenza negli anditi, portici, rientranze delle strade cittadine da parte di soggetti che, emarginati socialmente o anche solo perché appartenenti a fasce deboli della popolazione, hanno adottato questo stile di vita.

Ogni amministratore pubblico si trova a dovere temperare le sue scelte, tra la richiesta della società di garantire l’ordine, la sicurezza e il decoro, e la contestuale necessità di evitare che la risposta si trasformi in un accanimento verso ‘gli ultimi’. Ma ogni valutazione va fatta tenendo altresì conto del vero contesto sociale in cui si opera, cercando di distinguere chi è davvero ‘debole’ da chi, invece, strumentalizzando questa condizione, vera o apparente che sia, e se ne serve per realizzare azioni illecite e di sopraffazione nei confronti dei cittadini. Siamo tutti consapevoli che dietro la vendita abusiva esiste un mercato di contraffazione e di evasione fiscale che danneggia i lavoratori in regola, creando un fenomeno distorsivo della concorrenza che si traduce in un mancato gettito nelle casse dello Stato e, alla lunga, causa un innalzamento delle aliquote fiscali e tributarie. Quando agiamo contro l’ambulante abusivo che vende le ciliegie di fronte al supermercato a 0,99 cent. al kilogrammo, difendiamo la legge e difendiamo prima di tutto i lavoratori onesti che, se questo fenomeno non verrà debellato, perderanno il posto di lavoro. Per strano che possa sembrare, davanti al camioncino che vende le ciliegie a quel prezzo così basso c’è la fila di persone che si fermano a comprarle, pur sapendo che quel camioncino non ha licenza, che quelle ciliegie non si sa da dove vengano e che quell’acquisto non verrà registrato nè tassato. Tutte quelle persone che comprano dall’abusivo, sono clienti che il negozio di frutta e verdura posizionato dall’altro lato della strada (gli abusivi si piazzano sempre in prossimità dei negozi, è strategico) avrà perduto. E alla fine del mese, o dell’anno nella migliore delle ipotesi, il titolare di quel negozio licenzierà il dipendente del banco della frutta e, a lungo andare, chiuderà l’attività. La lotta all’ambulantato abusivo, alla vendita abusiva, è una lotta di legalità ma anche una lotta a favore dell’occupazione regolare.

Chi vuole lavorare deve avere la licenza, deve pagare le tasse e deve rispettare la legge. Solo così si evitano fenomeni di concorrenza sleale che favoriscono solo chi viola la legge. Allo stesso modo, siamo ormai consapevoli che dietro alcuni fenomeni di accattonaggio molesto ci sono organizzazioni criminali che sfruttano gli immigrati e le persone deboli, per trarne un guadagno. Dell’elemosina raccolta non resta niente al questuante, che è una pedina nella scacchiera della malavita. A questo fenomeno poi si aggiunge quello di dimensione locale, ma non meno preoccupante, rappresentato da tutte quelle persone che nel tempo, non avendo mai incontrato alcun serio contrasto, si sono convinte che Messina sia la terra di nessuno, dove chiunque può decidere di aggredire verbalmente o fisicamente la signora, l’anziano, la famiglia, il ragazzino (si definisce “utenza debole”) al semaforo (o a Piazza Cairoli, o in prossimità di una scuola, o dell’uscita di un ospedale, etc…) perché tanto non accadrà nulla, perché non è mai successo nulla. O di potere infastidire le persone per strada, o intralciare il transito e/o l’accesso ai luoghi pubblici fino a quando non otterrà ciò che vuole, che siano pochi spiccioli o anche solo la dimostrazione di potere fare ciò che si vuole. Questi fenomeni sono pericolosi, se non contrastati costituiscono una perniciosa avvisaglia di perdita della sicurezza urbana.

Di certo nè il sindaco nè la sottoscritta, che ha studiato con il Centro Studi della Polizia Municipale il testo dell’Ordinanza, intendiamo accanirci contro i poveri, gli emarginati, coloro che per scelta e/o necessità si trovano a vivere in contesti disagiati, abbandonati da una società che fa della indifferenza l’unico strumento di azione nei loro confronti: ignorare un problema di certo non significa risolverlo. I problemi vanno affrontati, e possibilmente risolti. E la soluzione, spesso, deve tenere conto di molteplici fattori. Fra questi fattori, la sicurezza urbana, la garanzia del rispetto delle regole, la lotta per la legalità costituiscono l’espressione più evidente del mandato che i cittadini hanno conferito al sindaco Cateno De Luca. Questo non significa che il sindaco e tutta l’Amministrazione comunale non comprendano che, tra chi viola la legge o tra quelli che vivono ai margini, ci sono anche soggetti che non hanno alternative. Per tutti questi l’Amministrazione si è già fatta carico di ripristinare la Casa di Vincenzo e altre azioni verranno messe in campo man mano che le risorse economiche saranno rese disponibili. Una società civile ha il dovere di non ignorare i fenomeni di pericolo e di illegalità, e deve sforzarsi di attuare il rispetto della Legge, garantendo a tutti i cittadini di vivere in un contesto sano e produttivo, senza trascurare di aiutare i più deboli ed indifesi. Per queste ragioni sono convinta che le azioni di contrasto all’abusivismo, come quelle a tutela del decoro urbano, costituiscano un corretto e doveroso esercizio del potere/dovere di amministrazione pubblica e non si contrappongano in alcun modo ai valori cristiani ed evangelici, giacchè la Carità Cristiana non è sinonimo di illegalità ma di ferma e al contempo benevola correzione delle condotte errate nel pieno rispetto dei valori umani.

* assessore Polizia Municipale, alle Attività Produttive e alla Sicurezza Urbana

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