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Bilancio 2022 della Regione a rischio, anche oggi all'Ars pochi deputati: seduta rinviata

L'impossibilità di votare il rendiconto 2019 impedisce al governo regionale di procedere con gli altri documenti finanziari, come l'assestamento. L'appello di Micciché alle opposizioni: "So che la responsabilità è della maggioranza, ma vi invito ad essere presenti". E il Pd e il M5S chiedono le dimissioni del presidente Musumeci

A rischio il bilancio regionale del 2022. Ancora troppo pochi i parlamentari regionali in aula, così il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, è stato costretto a rinviare ancora una volta la seduta. Non prima, però, di aver rivolto un appello alle opposizioni: “Sebbene la responsabilità di tenere il numero legale sia della maggioranza – ha detto – prego i partiti dell’opposizione di essere presenti domani per la votazione del rendiconto 2019”.

Il documento, dopo un contestato giudizio di parifica della Corte dei Conti, che non smette di fare discutere, deve ora essere approvato dal parlamento regionale. Senza il via libera al testo, si bloccherebbero l’assestamento, il bilancio 2022 e altre norme fondamentali per andare avanti con la legislatura. Ma lo scontro politico, in vista delle elezioni regionali del prossimo anno, è già aperto.

In aula oggi c'era tutto lo stato maggiore del governo, a cominciare dal presidente della Regione, Nello Musumeci, e dal vice presidente Gaetano Armao, assessore all’Economia. Nervi tesi, mentre il presidente di Sala d’Ercole cercava di recuperare “qualcuno dei nostri” dai corridoi per raggiungere il numero fatidico di 32 deputati, necessario per poter votare. Nulla di fatto.

Ai rappresentanti del governo che criticavano aspramente il comportamento delle opposizioni, come l’assessore alle Attività produttive, Mimmo Turano, ha risposto direttamente Micciché nella sua veste di garante dell’Assemblea regionale: “Hanno tutto il diritto di usare gli strumenti a loro disposizione, ma sto chiedendo uno sforzo di responsabilità. Faccio questa preghiera con cortesia”. L'aula, dunque, ha approvato solo un ordine del giorno, sostenuto da tutti i gruppi parlamentari, sulla vertenza che coinvolge i lavoratori del call center Almaviva in seguito al passaggio da Alitalia ad Ita.

Almaviva, Miccichè scriverà al governo nazionale

Il tentativo, ancora una volta andato a vuoto, è quello di approvare il rendiconto del 2019 prima che arrivi un nuovo “stop” dalla magistratura contabile. Qualche giorno fa, è stata la Procura generale della Corte dei Conti a mettere le mani avanti nelle conclusioni depositate sul ricorso presentato contro la parifica del documento, seppur parziale, fatta dalle Sezioni riunite. Secondo i vice procuratori generali Adelisa Corsetti e Sabrina D'Alesio, la Regione siciliana avrebbe cercato di accelerare l'approvazione del disegno di legge del rendiconto, approvandolo in giunta lo scorso 7 settembre dopo avere ottenuto la parziale parifica, e trasmettendo all'Ars per il via libera definitivo. “L'intento dell'amministrazione regionale a perfezionare il procedimento legislativo regionale senza attendere la pronuncia di codesto Supremo Consesso – si legge nel documento – evidenzia che l'eventuale approvazione del rendiconto regionale nelle more della decisione sul ricorso proposto darebbe luogo a un vulnus di tutela".

E nello scontro politico si è trovata coinvolta anche la commissione Affari istituzionali, anche oggi, come l’aula, in assenza di numero legale. Il presidente Stefano Pellegrino però non ci sta e annuncia il pugno duro: “Se domani si ripeterà questa situazione, da lunedì in poi convocherò la seduta ogni giorno. Anche perché poi i termini scadono e si incorre nel silenzio assenso che per me è una inaccettabile patologia amministrativa”.

“Sos maggioranza cercansi all’Ars! Anche oggi a sala d’Ercole abbiamo assistito alla liquefazione dei deputati che sostengono il governo Musumeci: assenti e aula rinviata per mancanza del numero legale. Eppure si doveva votare un documento finanziario di una certa rilevanza, il rendiconto 2019. Tutto questo non è accettabile, Musumeci tragga le sue conclusioni”, dichiara il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo. "Musumeci non può pensare - conclude - di tirare avanti così fino alle prossime elezioni, lo faccia per il bene dell’Isola: si dimetta e la chiuda qui”. 

“Le lotte intestine alla maggioranza - affermano i deputati del M5S all'Ars - si ripercuotono con tutta evidenza nei lavori parlamentari, di fatto congelati da mesi. Oggi Musumeci non è riuscito a raccattare uno straccio di numero legale pur precettando quasi tutti i suoi assessori. Peggio è andata  in prima commissione, dove le nomine attese si trascinando di settimana in settimana senza che riesca a trovare il numero minimo per poterle votare. La cosa assurda è che si chiede alle opposizioni di essere responsabili. Ma se la maggioranza ha altro a cui pensare e snobba le importanti votazioni in aula, non è certo colpa nostra”.

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