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Musumeci all'Ars: "Mai un giorno di crisi, avanti sino al termine della legislatura senza cambi in Giunta"

Il presidente della Regione torna in Aula dopo il voto sui delegati per l'elezione del Capo dello Stato: "E' stata un'offesa non alla mia persona ma all'istituzione". Il rimpasto? "Nessun partito ha chiesto la sostituzione di assessori". Sull'ipotesi di ricandidatura, il governatore dice che "sarà affrontata nei tempi e nei luoghi opportuni col centrodestra"

"La verifica di governo, dopo aver parlato con i vertici dei partiti della coalizione, ha portato un risultato: nessun partito ha chiesto di sostituire la propria rappresentanza in giunta e tutti hanno dichiarato di voler continuare a sostenere questo governo fino all'ultimo giorno. Significa che il voto all'Ars non è stato frutto di scelte politiche dei partiti".

Lo ha detto il governatore Nello Musumeci all'Ars, dove è in corso il dibattito - richiesto dalle opposizioni - dopo che il presidente aveva ipotizzato l'azzeramento della Giunta alla luce del voto per i grandi elettori del Capo dello Stato. "Il voto anomalo espresso in quest'Aula è frutto di autonoma iniziativa o esprime un disagio verso un governo che non appare più rappresentativo della maggioranza? O esprime un segnale di insofferenza verso chi presiede questo governo? Ci sono le condizioni per continuare? E da questi interrogativi che è partita la verifica di governo con i partiti offrendo loro la possibilità anche di azzerare la giunta, di modificarla o di tirarsi fuori".

Le ore successive a quel voto hanno portato alla diretta Facebook in cui Musumeci annunciava l'azzeramento della Giunta. Oggi però il governatore ha precisato che "non c'è stato mai un giorno di crisi. Nessun governo regionale ha garantito stabilità come questo, non solo in termini di ininterrotta attività di governo ma anche in termini di assetto assessoriale e dirigenziale". 

Dopodiché il presidente della Regione ha nuovamente spostato l'attenzione sul Parlamento: "Quest'Aula è stata teatro nel tempo di sgambetti e congiure ordite contro gli uomini di governo. Tutti metodi non edificanti ma quasi fisiologici nel rapporto tra governo e parlamento. Quel pomeriggio però (il giorno dell'elezione dei tre elettori per il Quirinale, ndr), l'Aula era chiamata non a un voto programmatico ma a un voto istituzionale e quel voto ha costituito un'offesa non alla mia modesta persona ma all'istituzione che rappresento per il popolo siciliano. Comprensibile quindi la mia amarezza e la mia ferma condanna, che ribadisco anche ora, verso gli autori che hanno agito con rancore e spirito di vendetta, forse a seguito di qualche mio no a qualche richiesta di natura politica ma dal mio punto di vista non ricevibile".

Musumeci è poi entrato anche nel merito della ricandidatura "che non è tema di questa Assemblea - ha precisato - ma della coalizione di governo. Serve chiarezza, motivo per cui affronteremo l'argomento col centrodestra nei tempi e nei luoghi opportuni". Infine le scadenze sulla sessione di bilancio: entro fine marzo il governo trasmetterà gli atti a Palazzo dei Normanni, per dare il tempo all'Ars di esaminare l'ultima manovra della legislatura; in agenda c'è anche il Pnrr ("Con il governo disposto a un confronto dalla prossima settimana", ha detto Musumeci) e la nuova programmazione dei fondi Ue 2021-27. 

Dopo l'intervento di Musumeci all'Ars non sono mancate le reazioni. "Musumeci ricorda un personaggio de 'I Promessi Sposi': il conte zio, che per risolvere gli scandali delle città diceva di 'troncare e sopire'", ha detto il deputato de I cento passi all'Ars, Claudio Fava. "Nonostante i tentativi di Musumeci, questa resta una crisi", ha aggiunto. All'attacco anche gli altri espoenti dell'opposizione. Per il capogruppo del Misto, Danilo Lo Giudice, "la verità è che lei ha fatto tutto da solo e da solo si è cacciato nel baratro. Si dimetta, e torniamo al voto".

A chiedere la fine di questo governo e il ritorno alle urne è anche il capogruppo del M5S Nuccio Di Paola, mentre il deputato del Pd e segretario regionale del partito Anthony Barbagallo ha ricordato al governatore di aver definito i deputati "scappati di casa, sciagurati, traditori". 

"Siamo ai titoli di coda del governo Musumeci e di una legislatura partita male e finita peggio - ha proseguito Barbagallo -. Con un governo che si tiene in piedi dopo fratture clamorose rispetto alla coalizione presentata agli elettori, come quella del sindaco di Messina, e una compravendita di parlamentari mai vista nella storia del Parlamento siciliano. La coalizione non c’è più e riteniamo illegittima l’attuale composizione della stessa giunta di governoper violazione del principio della parità di genere. Questo governo è ultimo in classifica nelle regioni italiane per presenza di donne: a marzo si terrà l’udienza di discussione di al Tar di fronte a cui abbiamo presentato ricorso. E' singolare che Musumeci oggi si sia appellato al confronto, mentre in questi anni ha speso il suo tempo in aula definendoci 'pidocchi'. Musumeci ha tradito il Parlamento e l'impressione è proprio che voglia proprio sfuggire il dialogo e il confronto.Oggi ci saremmo aspettati un discorso franco e schietto e invece non ci resta che celebrare la falsità dell’intervento del presidente della Regione. Questo clima da sepolcri imbiancati e farisei che celebrano il capo si vede anche - ha concluso - per quanto riguarda il tema delle riforme ferme per l’incaponimento del governo, su tutte quella sui rifiuti e sulla privatizzazione dell’acqua, della pubblica amministrazione, sui forestali”. 

Nella maggioranza, la deputata e portavoce di Diventerà Bellissima, Giusi Savarino, ha definito importante" l'intervento del presidente Musumeci perché "ha ribadito i risultati del suo governo, a partire dai fondi europei spesi e certificati tutti e rilanciato sui fondi del Pnrr da programmare, secondo le direttive che Roma ci ha indicato. Si sono serrati i ranghi della coalizione di maggioranza e ribadito l’importanza dell’ultimo scorcio di legislatura, senza perdersi in polemiche inutili. Sono altre le priorità su cui il governo e la maggioranza devono continuare a concentrarsi, certo confrontandosi col Parlamento, ma senza perdersi nelle beghe di palazzo che non interessano ai siciliani che guardano ai riscontri dei fatti concreti".

Fonte: PalermoToday.it

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