I primi sei mesi dell'Ars, meno leggi approvate e poca qualità: "Attività d'Aula limitata da una finanziaria corposa"
Il presidente Galvagno presenta il bilancio di questo primo scorcio di legislatura. Non mancano le défaillances, anche rispetto all'epoca Miccichè. "Non siamo i primi della classe ma facciamo un'operazione verità". Gli articoli impugnati? "Questa la vera criticità". L'invito al governo: "Ci indichi presto le priorità". Tutti i numeri di Sala d'Ercole
Asei mesi dall'insediamento dell'Ars, il presidente Gaetano Galvagno presenta il primo bilancio dell'attività parlamentare. Un bilancio meramente quantitativo. Dietro i numeri infatti c'è poca qualità. Detto in modo più esplicito, pochi provvedimenti che hanno inciso sulla vita dei siciliani.
Per Galvagno ciò è dovuto a "una finanziaria corposa con 120 articoli che ha fatto piena sintesi nel parlamento e forse ha limitato la successiva attività legislativa". Da qui l'impegno a "fare d'ora in avanti una programmazione tale da soddisfare le esigenze dei siciliani". Con queste parole il presidente dell'Ars punta a "raccogliere, fuori dal palazzo, le istanze dei cittadini e a tramutarle in legge". Il che equivale ad un'ammissione: si poteva fare di più, si può fare di più.
Anche rispetto alla precedente legislatura (la diciassettesima), quella in cui lo scranno più alto di Sala d'Ercole era occupato da Gianfranco Miccichè. Galvagno sciorina i dati di questo primo scorcio di legislatura (la diciottesima) e non nasconde qualche défaillance. "Nessun confronto però - precisa - né il dito puntato contro qualcuno". Il riferimento è anche al governo Schifani, con il quale "ci sono ottimi rapporti" ma che il presidente dell'Ars auspica possa "al più presto indicare le priorità da portare avanti".
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Ed eccoli i numeri: 41 sedute d'Aula (durante la presidenza Miccichè se ne fecero 47) per un totale di 124 ore (contro 132), alcune della durata compresa tra i 7 e i 9 minuti; 197 sedute di commissione (contro 206) per un totale di 338 ore (contro 411); 392 disegni di legge presentati, di cui 368 d'iniziativa parlamentare e 24 governativi (nella diciassettesima legislatura se ne contavano 527 dopo sei mesi); 15 ddl esitati dalle commissioni (lo stesso dato di cinque anni fa); 6 leggi approvate dall'Ars (contro 9). Tre in meno e con una nota dolente in più: 66 articoli impugnati su un totale di 143 approvati (il 46% contro il 12,8% della scorsa legislatura).
"E' questa la vera criticità", ammette Galvagno. Motivo per cui, aggiunge, "difficilmente per il futuro questa presidenza si assumerà il rischio di inserire nei disegni di legge norme che, con ogni probabilità, potranno essere impugnate". Il pensiero di Galvagno va soprattutto alle norme della finanziaria impugnate dal governo nazionale: "Non è un attacco contro qualcuno - spiega il presidente dell'Ars - ma probabilmente determinate norme potevano anche seguire un percorso differente ed è stato rischioso utilizzare le risorse Fsc per interventi a pioggia".
Tanto che annuncia una stretta rispetto a norme che in futuro potranno essere presentate: "Non so quanto sia qualificante soddisfare le esigenze di un deputato, che rappresenta le esigenze del proprio territorio rispetto al rischio che si corre". Tornando ai numeri, il raffronto sulle interpellanze è di 33 contro 59, ma nell'attuale legislatura quelle concluse sono 11 (il 33%), in quella passata 1 (il 2,6%). Per quanto riguarda le mozioni, invece, nella diciottesima legislatura ne sono state presentate 73 (concluse 3), nei primi sei mesi di quella precedente 110 (25).
In aumento gli ordini del giorno: dai 58 della precedente attività di Sala d'Ercole si è passati ai 73 dell'attuale. Tutti gli ordini del giorno presentati in questi primi sei mesi sono andati a meta, mentre nel passato la percentuale era stata del 98% (58). "Non ci sono grandi differenze tra l'attuale legislatura e quella precedente - osserva Galvagno -. Non siamo i primi della classe ma vogliamo fare un'operazione verità su questi primi sei mesi, cogliere le criticità e fare in modo che questo non avvenga più. Raccontare la nostra attività è un atto dovuto nei confronti dei siciliani, vogliamo spiegare a tutti cosa accade dentro il palazzo".
Sul numero esiguo di leggi apprivate, Galvagno risponde così: "Non voglio difendere i parlamentari. L'Aula può stare aperta anche 24 ore su 24 ma ci vuole della carne al fuoco da mettere. Ci auguriamo che sia da parte del parlamento, e ci sono già 390 disegni di legge, e anche da parte del governo che in maniera più celere possa sottoporre alla nostra attenzione disegni di legge che ritiene importanti".
Sala d'Ercole lavorerà fino alla settimana prima delle elezioni amministrative: "All'indomani possiamo riprendere i lavori e tentare di recuperare il gap", dice Galvagno. Magari sfruttando la digitalizzazione dell'Aula: "L'introduzione dei tablet al posto del cartaceo ha inciso molto, soprattutto quando si devono votare gli emendamenti. I tempi si sono accorciati di molto. Ci auguriamo più sedute nelle commissioni per esitare in maniera più veloce i ddl da portare a Sala d'Ercole".
Dopo le elezioni amministrative, l'Ars affronterà anche la questione indennità. Nei mesi scorsi con l'approvazione della legge di stabilità, era passata anche la norma che prevede l’adeguamento delle indennità all’indice Istat: i deputati regionali sono così passati da un'indennità di 11.100 euro e a 11.990 euro al mese, con un aumento secco di 890 euro. "Fino a quando non si troverà una sintesi credibile e non di facciata, perché illegittima o a rischio impugnativa, continuerò, come sto facendo, a versare ogni mese la quota di adeguamento Istat della mia indennità ad associazioni di beneficenza: la Missione Speranza e Carità, la Comunità di Sant'Egidio e la Cri".
A chi invece lo accusa di essere "cataniacentrico", Galvagno risponde che assieme ai vicepresidenti Nuccio Di Paola e Luisa Lantieri - presenti oggi in conferenza stampa assieme al segretario generale Fabrizio Scimè - anticipa che "questa estate faremo un tour nei Comuni siciliani e non partiremo dalle nostre province d'appartenenza".
Conclusione sull'attività della Fondazione Federico II, che dopo gli anni contrassegnati dal Covi è in ripresa: "Dal primo novembre del 2022 al 30 aprile di quest'anno sono state 171 mila le persone che hanno visitato Palazzo dei Normanni: +57% rispetto al periodo 1 novembre 2021-30 aprile 2022, +93% se consideriamo il periodo 1 novembre 2019-30 aprile 2020, dove però siamo stati chiusi dal 9 marzo al 30 aprile. La Fondazione sta facendo un gran lavoro: lo dicono i numeri, ade esempio quelli della mostra Punctum, che ha registrato 47.632 presenze dal 24 marzo al 30 aprile".