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Giunta Musumeci, insorgono le donne di Messina: al via ricorsi e petizione popolare

La “rete” si organizza in difesa della parità di genere. Angela Bottari: “Le azioni legali verteranno anche sulla illegittimità di una legge regionale che prevede il 30 per cento di presenza femminile solo a partire dalla prossima legislatura”

L’assenza di donne nella nuova Giunta regionale siciliana continua a fare discutere e "rischia" di avere risvolti a partire da Messina. Già da qualche giorno attiviste ed avvocate messinesi hanno predisposto una azione legale a tutela della parità di genere dopo la dichiarazione di nomina di Tony Scilla e Marco Zambuto al posto di Edy Bandiera e Bernardette Grasso.

Avvocate e attiviste stanno aspettando però il decreto di nomina dei due assessori che ancora non risultano pubblicati.

Nel frattempo si è mosso però anche il Pd: il segretario regionale Anthony Barbagallo ha affidato ad un altro avvocato messinese, il professore Antonio Saitta, il compito di coordinare una azione legale anche in difesa dell’immagine della Sicilia stessa. La decisione infatti di estromettere le donne dalla giunta non è piaciuta neanche a Roma.

A intervenire sulla vicenda, con un post su Facebook, è stato infatti anche la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova: "Una scelta inspiegabile e sbagliata: la parità di genere e la rappresentanza femminile in politica e nelle istituzioni rappresentano un valore aggiunto inestimabile per i processi decisionali e per la capacità di mettere in campo politiche giuste, in grado di rispondere alle istanze di tutte le cittadine e i cittadini. Mi auguro che il Presidente Musumeci voglia rimediare al più presto a questo che reputo un grave errore".

Angela Bottari: “Valutiamo anche un terzo ricorso”

“Ci saranno sicuramente più ricorsi - spiega Angela Bottari - Uno sarà quello del Pd con un pool di avvocati coordinati da Saitta, l'altro sarà quello della rete nazionale delle donne che sta raccogliendo anche l'adesione di tantissime associazioni siciliane. Stiamo anche valutando come donne se presentare un terzo ricorso firmato solo dalle cittadine in quanto donne. I ricorsi verterenno non solo sulla non presenza delle donne nella giunta regionale ma anche sulla illegittimità di una legge regionale che prevede il 30 per cento di presenza femminile nella giunta solo a partire dalla prossima legislatura, in dispreggio dell'articolo 51 e 117 della Costituzione”.

A Messina è stata anche lanciata una petizione da Laura Giuffrida, componente della commissione per la Conferenza permanente delle donne democratiche che opera a livello nazionale e che si sta costituendo anche in città e provincia. La petizione servirà per sostenere le azioni legali (per le quali sarà aperta anche una sottoscrizione per le spese) e per chiedere che il parlamento regionale presenti e approvi la legge per la doppia preferenza di genere già nelle prossime elezioni. 

Ecco il testo della petizione e le prime firmatarie

Rompiamo il silenzio!
E' un fatto molto grave che il Presidente della Regione Siciliana abbia rimosso  dalla sua giunta l' unica donna in essa  presente.  E' un fatto molto grave  che a tale decisione abbiano fatto poi eco le parole del deputato Vincenzo Figuccia - espressione della piu' becera sottocultura- che hanno offeso tanto le donne siciliane quanto il decoro e la dignità dell' istituzione che il signor Figuccia ha l'onore, suo malgrado, di rappresentare.

Ne è nata una mobilitazione femminile in rete, segnale positivo di un comune sentire volto a stigmatizzare quanto accaduto, e non solo.  Infatti, come è stato da più parti rilevato, il vero grave problema  della Sicilia è la mancanza di una legge che introduca la doppia preferenza di genere; un grave vulnus questo per la nostra democrazia, per il superamento del quale è necessario un rapido intervento legislativo della stessa Assemblea regionale siciliana, in ottemperenza del resto agli art. 51 e 117 della Costituzione.

E' inoltre evidente che la Regione siciliana sia attualmente caratterizzata da una politica concentrata sul narcisismo maschile, maschilista e sessista, un narcisismo tanto forte da pretendere di essere legge esso stesso, al di sopra ed aldilà del dettato costituzionale e delle leggi nazionali.

Infatti anche la legge regionale  approvata a giugno 2020 prevede il 30% di presenza femminile  nella giunta regionale, ma a partire dalla prossima legislatura.
Tale colpevole ritardo colloca la Sicilia, insieme al Molise, come fanalino di coda nel panorama nazionale e contribuisce a perpetuare nella nostra terra una questione meridionale che, nella irrisolta questione femminile, ha una delle sue spine più dolenti. Non possiamo e non vogliamo più accettare questa deriva di civiltà, questo percorso a ritroso, di stampo quasi medievale, del Presidente Musumeci e del suo governo tanto più che l' Europa si muove ormai nella auspicata direzione della democrazia paritaria. Vogliamo che il governo regionale si assuma la responsabilità delle proprie azioni e quindi anche dei propri errori, che il Parlamento siciliano intervenga  per affermare il rispetto dei principi della nostra Costituzione, calpestati da una maggioranza miope ed arrogante.
- Subito una legge regionale  per l' introduzione della doppia preferenza di genere per l' elezione dell'Assemblea regionale.
- Subito correzione ed immediata entrata in vigore, a partire dalla legislatura in corso, della legge regionale 20 giugno 2020, prevedendo che nessun genere sia rappresentato in misura inferiore al 40% nel governo della Regione.

Laura Giuffrida
Lucia Tarro Celi 
Alessia Coledi
Angela Bottari
Antonella Dagati
Rosanna Fichera
Eleonora Maffei
Antonella Prudente
Antonella Russo
Maria Baronello

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