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Le dimissioni di Beninati da Prima l’Italia, Germanà: “Era già fuori, poteva anche non presentarle”

Dopo la scelta di appoggiare Basile l’ex deputato regionale si è detto “fedele al centrodestra”. “Fedele è il cane, semmai leale”, ha ribattuto il parlamentare. 

Una separazione annunciata da tempo. Che Nino Beninati e la Lega fossero dei separati in casa si era compreso sin dalle trattative che vedevano in campo due diverse posizioni sulle alleanze. La decisione di appoggiare Basile non è stata digerita dall’ex deputato regionale che si era speso sulla candidatura di Croce. Ha vinto, invece, la linea Germanà, avallata dal segretario nazionale Matteo Salvini. Una sfida da fioretto e sciabola con Germanà che ha ottenuto che la linea venisse decisa da Messina e non imposta da Roma o Palermo. 

Le dimissioni di Beninati, quindi, erano solo una formalità da questo punto di vista per Germanà. “Non partecipando alla lista di Prima l’Italia di fatto era già fuori, poteva anche non presentarle le dimissioni. Ha detto di essere fedele al centrodestra. Mah, fedele è il cane, semmai leale…” ha detto a MessinaToday il parlamentare di Prima l’Italia. 

Non è un segreto, poi, che Beninati lavorasse da tempo ad una lista “Azzurri per Messina” di sostegno a Croce. Una lista annunciata dallo stesso Beninati ma della quale, ad oggi, si sono perse le tracce. 

Il simbolo di Prima l’Italia, quindi, viaggerà con Federico Basile e quella con Sicilia Vera diventa un’alleanza strategica a cui tutta la Sicilia guarda con attenzione perché potrebbe rappresentare un antipasto di alleanza in chiave regionale. 

“Aggiungo e ribadisco – continua Germanà - che Croce non è il candidato di centrodestra ma è quello imposto da Genovese ad una parte del centrodestra. La scelta di Prima l’Italia è un laboratorio politico che si presenta per dare l’alternativa agli elettori di centrodestra che non si riconoscono nella candidatura di Croce”. 

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