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Elezioni regionali, il figlio di Vincenzino Leanza scende in campo: “Mi candido per continuare il lavoro di mio padre”

Avvocato, 26 anni, cresciuto a pane e politica, spera che si trovi la sintesi fra De Luca e Musumeci e di poter mettere a disposizione la propria passione e professionalità. “La mia famiglia ruotava attorno alla Politica, quella fatta di ascolto,  di contatto con la gente e di valori condivisi. Dove nessuno deve rimanere fuori e inascoltato”

Si dichiara pronto a scendere in politica e ad offrire la tua passione e professionalità per le regionali. Esclude di poter stare a fianco della sinistra ma fra De Luca e Musumeci non saprebbe chi scegliere perché riconosce ad entrambi grandi capacità, anche se in modo diverso.

E' Calogero Leanza, giovane avvocato cresciuto a pane e politica. Ventisei anni, è infatti il figlio di Vincenzino Leanza, storico esponente della Dc, per decenni sindaco del piccolo comune di San Teodoro ai vertici del governo regionale nei primi anni Novanta. E lo spirito centrista sembra ereditato. 

“Io sono per appianare i contrasti”, dice riferendosi ai due candidati alla regione Nello Musumeci e il sindaco di Messina. “Componendo le differenze ed i contrasti si vince, dividendosi si perde. Io auspico una sintesi...”.

Peer Calogero Leanza, il momento è dunque arrivato. “Ancora prima di diventare maggiorenne sono stato “corteggiato” da vari esponenti politici, ma ho sempre anteposto la mia carriera universitaria prima e lavorativa poi ad ogni altra cosa”. 

Oggi, a 26 anni, fa l’avvocato, gli piace molto il suo lavoro, ma sento la necessità di condividere le sue idee ed i suoi valori.

“La mia famiglia ruotava attorno alla Politica, quella fatta di ascolto - spiega -  di contatto con la gente e di valori condivisi: mio padre non ha mai preso un giorno di ferie, quando andavamo in vacanza affittava una sala riunioni per fare segreteria. Ero molto piccolo - mio padre è venuto a mancare quando avevo solo nove anni - ma ho ogni scena ben impressa nella mente. Nessuno doveva rimanere fuori, nessuno doveva rimanere inascoltato. Bisogna ascoltare tutti, indipendentemente dal colore politico e dalle simpatie del momento.  Voglio impegnarmi in prima persona, mi piacerebbe continuare a fare quel che mio padre ha interrotto, con lo stesso metodo e con la stessa passione - conclude -  conscio che i tempi sono cambiati e che bisogna adeguare quel modo di fare Politica alla società attuale, fatta di social network, di paradigmi del tutto nuovi di comunicazione e di differenti modalità di ricerca del consenso. Proprio sulla ricerca del consenso intendo rifarmi ai valori che mi sono stati tramandati: ascolto, condivisione e contatto con la gente”.

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