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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Università bandita, Giarrusso: “Un decreto legge per il commissariamento”

La proposta dell'eurodeputato del Movimento5Stelle dopo l’inchiesta che ha travolto i vertici dell’Università di Catania e che coinvolge anche altri atenei d’Italia. Messina compresa

Un decreto legge che preveda il commissariamento delle Università non solo in caso di dissesto finanziario ma anche nei casi in cui un ateneo dovesse ritrovarsi con il rettore e  pro-rettore sospesi dal loro ruolo.

Lo chiede l’eurodeputato del M5Stelle Dino Giarruso dopo l’inchiesta che ha travolto i vertici dell’Università di Catania e  che coinvolge anche altri atenei d’Italia, compresa Messina.

"I fatti emersi ieri dall'inchiesta "Università Bandita" hanno - al di là dei possibili risvolti penali - un'enorme rilevanza etica e politica, e ci pongono di fronte ad un'urgenza non più rimandabile: riformare profondamente e radicalmente il sistema di reclutamento e di gestione complessiva dei nostri atenei. Ma una classe politica responsabile ha l'obbligo anche di intervenire dove il precipitare degli eventi ha creato un vuoto pericoloso", dichiara l'eurodeputato. “Giacchè la nostra Costituzione impone che i decreti legge si promulghino solo in caso di necessità  ed urgenza, faccio un appello al Governo e a tutti i deputati e senatori del M5S (e non solo) affinchè si emani un decreto legge che preveda il commissariamento”.

"Sarebbe una risposta utile e giusta, nel pieno rispetto delle prerogative costituzionali e dell'autonomia universitaria, ad una situazione incresciosa per l'Italia intera. Situazione alla quale una classe politica responsabile deve immediatamente rispondere, reagendo con decisione e dimostrando quanto tiene ad un settore così cruciale per lo sviluppo ed il futuro dell'intero sistema paese", conclude Giarrusso.

Ieri è stata una giorata nera per gli ateneo di mezza Italia e per il sistema “squallido” - come lo ha definito il procuratore Zuccaro - emerso dall'inchiesta sui concorsi truccati. Sessantasei dgli indagati. Tra questi anche due docenti dell'Università di Messina.Sono Santi Fedele, professore Ordinario del dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne, commissario Asn (abilitazione scientifica nazionale), noto massone del Grande Oriente d'Italia, e già delegato del rettore Navarra e poi di Cuzzocrea  per i Master e l’Alta Formazione e l'Ordinario Francesco Saverio De Ponte, chirurgo, del dipartimento di Scienze biomediche, odontoiatriche e delle immagini morfologiche e funzionali. Per  Fedele verrebbe contestato l’abuso d’ufficio come componente di una commissione di valutazione per un posto di ricercatore di storia contemporanea alla facoltà di Scienze politiche, per fatti che risalgono al 2017. Per De Ponte  la “turbata libertà della scelta del contraente” per fatti che risalgono fra 2016 e il 2017.

Intanto, dall'inchiesta, emergono nuovi - ma non troppo - inquietanti particolari. Fra gli indagati anche l'ex procuratore di Catania, Vincenzo D'Agata. L'ex magistrato, si sarebbe interessato per il ruolo di ordinario nel settore Anatomia del dipartimento di Scienze biomediche per la figlia Velia (anche lei indagata). La candidata, scrive la Procura, avrebbe avuto più  incontri per il concorso in università, e, si legge nel provvedimento, "in un'occasione accompagnata dal padre Vincenzo D'Agata, già procuratore della Repubblica di Catania".

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