rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

La Cisl domanda, i candidati sindaco rispondono su bilanci, rifiuti e progetti futuri

Tanti i temi trattati durante il confronto proposto dal sindacato. Clima disteso e sereno nella sala Sinopoli del teatro Vittorio Emanuele. L'appello del segretario Alibrandi: "Serve coesione per tornare alla normalità il prima possibile"

Al primo vero confronto collettivo i cinque candidati sindaco hanno scelto un approccio moderato e cordiale nel trattare le tematiche, poste all'ordine del giorno dalla Cisl che ha organizzato l'evento dal titolo "Esserci per Messina". Nessun siparietto, nessuna diatriba da mandare in pasto ai social, alla sala Sinopoli del teatro Vittorio Emanuele tutto è filato liscio. Calma apparente verrebbe da dire considerando la chiassosa campagna elettorale che stiamo vivendo dove non mancano attacchi e perfino insulti. Ma Messina aveva bisogno di una tregua e la platea che ha riempito tutte le sedie a disposizione ha ringraziato.

Basile, Croce, De Domenico, Sturniolo e Totaro hanno racchiuso nei tre minuti concessi e fatti osservare con scrupolo dal moderatore Pippo Trimarchi, le loro idee su sei macro argomenti introdotti da Antonino Alibrandi. Ed è stato proprio il segretario generale Cisl a indirizzare il dibattito chiedendo prima di tutto unità a livello istituzionale e nei rapporti con le parti sociali. "Abbiamo urgente bisogno di tornare alla normalità - ha detto Alibrandi - sotto tutti gli aspetti. Noi il giorno dopo l'elezione chiederemo confronto paritetico al futuro sindaco, mi auguro che tutti siano pronti. Occorre fare sinergia con regione e governo, non servono comandanti solitari. Chi arriva non deve distruggere quanto fatto prima, ma capire cosa c'è da migliorare. Messina deve uscire da una rassegnazione devastante, chi ci guarda da fuori non deve continuare ad allontanarsi. Auspico che il prossimo sindaco completi la legislatura e preveda in giunta un assessore al Lavoro".

I temi del dibattito

Cosa salvare dal lavoro dell'amministrazione De Luca

Croce: "Credo nel principio di continuità amministrativa e condivido a pieno l'idea di non distruggere e ricominciare da zero, sarebbe una perdita di tempo. Dalla precedente amministrazione c'è da salvaguardare il risultato sulla raccolta differenziata, si è arrivati al 55% dopo alcuni anni serviti ad attivare il sistema".

Sturniolo: "Risulta complicato capire cosa ha fatto di buono De Luca che agisce come se esistesse solo lui. Penso che tutto andrà perso, si dissolverà. Salvo una città che continua a volere una rottura dalle coalizioni così come era già avvenuto con l'elezione di Accorinti.

De Domenico: "Veniamo da un clima avvelenato e senza coesione non si attrae nulla. Sui rifiuti ci saremmo aspettati una riduzione di costi visto l'aumento della differenziata. Adesso serve l'unione che porta a risultati così come avvenuto col risanamento, i finanziamenti sono arrivati quando c'è stata collaborazione a livello politico e non più insulti tra le parti.

Totaro: "Un maratoneta deve guardare la meta e non girarsi indietro. Non parlo male di nessuno, riparto solo da una Messina che aspetta di risorgere. Alla gente dico di andare a votare, è la cosa più importante". 

Basile: "Cosa salvo della vecchia amministrazione? Direi tutto, ma mi focalizzo sul risanamento finanziario dell'Ente che darà al futuro sindaco la possibilità di amministrare diversamente. Poi cito il parco progetti che ha attirato finanziamenti comunitari e chiaramente la raccolta differenziata. Abbiamo ottenuto un grande risultato partendo da zero".

Pnrr e progetti

Croce: "Tutto nasce nel 2016 con l'arrivo dei fondi del Masterplan. Adesso la sfida è convertire i finanziamenti in cantieri e creare posti di lavoro. Bisogna dare un'anima a questa città, andare al di là dei temi ricorrenti come quello del waterfront. Io non penserei alla Fiera o alla Zona Falcata, ma ad esempio a riqualificare il borgo di Torre Faro. La sfida vera non è intercettare i fondi, ma attuare gli interventi".

Sturniolo: "Va detto che il Pnrr è un debito che trasferiamo ai nostri figli. Io mi concentrerò sulla cura della città attraverso il clima e il paesaggio. Ma si sconta una difficoltà a convertire i progetti in realtà vista la riduzione del personale di Palazzo Zanca. I finanziamenti non dovrebbero comunque essere utilizzati a coprire le vergogne del passato come le baracche, ma a guardare al futuro".

De Domenico: " Il Pnrr è un'opportunità da cogliere. I fondi arrivano per colmare un gap infrastrutturale che l'Europa ha rilevato, serve capacità di attrarre innanzitutto non basta utilizzare i soldi. Messina deve offrire la possibilità di studiare in istituti all'avanguardia, avere servizi sanitari di livelli. Si deve puntare ad innalzare la qualità della vita".

Totaro: "Mi piace definire il Pnrr come una panacea non richiesta da restituire. Credo che sia utile aprire uno sportello in cui raccogliere idee e progetti e percorsi virtuosi, capire cosa serve veramente tramite bandi di concorso. Ma non dimentichiamoci di guardare anche ai privati, a chi vuole investire su Messina. Soldi subito da chiunque si dimostri interessato".

Basile: "Messina ha 154 milioni come città metropolitana, ma possiamo sfruttare un altro miliardo grazie a progettazione fatta dalla precedente amministrazione. Ricordo i 55 milioni per la Città del Ragazzo, la riqualificazione dell'area Torri Morandi e di Torre Faro. La materia è vasta, il Pnrr non è sicuramente una panacea ma va sfruttato partendo ad esempio dai servizi indispensabili come l'acqua che deve essere assicurata in tutte le case h24".

Funzionamento macchina amministrativa e piano di riequilibrio

De Domenico: "L'attuale assetto della macchina amministrativa porta a sbattere. Sono state bloccate le assunzioni per cinque anni e la riduzione del numero dei dirigenti è stata una scelta scellerata. Mancano figure intermedie, bisogna incrementare l'organico e lavorare in sinergia con le parti sociali per rifare tutto. Sul piano di riequilibrio è stato fatto il gioco delle tre carte. Si gioca una partita importante, ma serve studiare tutto, partendo dalle Partecipate, patata bollente che tornerà presto in mano al futuro sindaco".

Totaro: "Serve digitalizzare la macchina amministrativa, ormai i cittadini vogliono tutto a portata di smartphone. Punterò sui servizi fondamentali e su idee nuove dopo aver capito cosa vogliamo che la città offra. Il piano di riequilibrio è come una scacchiera dove serve intelligenza, altrimenti il debito ti assale. Bisogna capire come muoversi e non ho la sfrontatezza di sapere tutto prima. Si è rischiato il default, ma manca ancora una prospettiva e tutto resta una grande incognita".

Basile: "Sappiamo anche noi che è necessario fare assunzioni e ciò può avvenire anche in pre dissesto. Ma quanto deciso in passato è stato fatto con criterio. Il nostro piano prevede 300 unità nel settore amministrativo e 100 vigili urbani. Il Piano è un'entità economica che limita la capacità di spesa, ecco perchè è importante la rimodulazione".

Sturniolo: "Dal piano di riequilibrio sono stati tolti i debiti delle partecipate e il fondo rischi dal bilancio. Non ci sono alternative: l'unica possibilità è che tutti i comuni aprano un negoziato con il governo per procedure ad hoc, altrimenti vivremo altri dieci anni con un Piano che svuota il Comune".

Croce: " Il Piano nasce del 2012 ed è andato incontro a diverse rimodulazioni. La prima cosa da capire è come riorganizzare i servizi e le Partecipate, valutare la massa debitoria. Serve un'operazione trasparenza prima di una nuova revisione".

Rifiuti

De Domenico: "Se abbiamo il 55% di raccolta differenziata significa che si può attivare il riciclo. Occorre immaginare più metodi di raccolta, vanno considerate le peculiarità delle periferie o dei villaggi dove potrebbe essere attivato il compostaggio. Le isole ecologiche sono attualmente respingenti verso gli utenti. Il progetto è arrivare ad un'economia circolare che porti alla transizione ecologica".

Totaro: " La Tari è aumentata perché è aumentato il costo del trasporto dei rifiuti. L'umido va tolto dal peso della differenziata e impiegato altrove, ad esempio in agricoltura per la concimazione dei campi. Penso anche ad una svolta tecnologica, ad esempio ai cassonetti interrati di Firenze che si attivano con una tessera".

Basile: "I maggiori costi derivano anche da un sistema di raccolta porta a porta che ha necessitato di investimenti importanti. Noi avevamo individuato le aree di Pace e di Mili per costruire nuovi impianti, ma la Regione ha detto no. Serve guardare a fonti alternative e ad un'economia circolare".

Croce: "L'aumento della Tari è matematico anche se sembra inspiegabile visto che è aumentata la raccolta differenziata. Ma i costi del sistema sono lievitati con impiego di attrezzature e personale impiegato nel porta a porta. La premialità ricevuta è stata usata in parte per servizi di scerbatura e potatura. Sulla questione impianti bisogna superare la logica del no a prescindere, occorre localizzare un'area e andare avanti".

Sturniolo: "A Pace c'è un problema ambientale e non è il posto adatto per nuovi impianti. Non è corretto che 190 comuni vadano a conferire i rifiuti dai privati di Lentini. Fino al 2013 il comune contribuiva ai costi adesso è a carico di tutti i cittadini. Poi vorrei capire meglio se i dati sulla differenziata sono attendibili visto che sono comunicati da ogni singola città e pubblicati dalla Regione".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La Cisl domanda, i candidati sindaco rispondono su bilanci, rifiuti e progetti futuri

MessinaToday è in caricamento