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Coronavirus, De Luca sul coprifuoco: "Conte tiene aperti più negozi dell'essenziale" ma il governo lo ferma

Il primo cittadino commenta e critica il decreto della presidenza del Consiglio dei Ministri perché tiene aperte attività commerciali non fondamentali per prevenire il contagio. Il ministero degli Interni - secondo le agenzie di stampa - ha bloccato l'atto comunale

Ha ricevuto ieri sera al termine della diretta Fb anche accuse di aver anticipato, copiando, i provvedimenti del governo nazionale per fronteggiare il contagio da coronavirus. Il sindaco Cateno De Luca che ha firmato l'ordinanza con divieto di spostamenti, chiusura di uffici e negozi da domani sera alle 21, conferma che il suo provvedimento entrerà in vigore e che quello del premier è acqua fresca.

“Le misure straordinarie del Premier Conte sono acqua fresca perché non garantiscono un contenimento drastico del virus e soprattutto risultano contraddittorie. Scorrendo l’elenco dell’allegato 1 del decreto presidenza Consiglio dei Ministri 11 marzo 2020, dove sono elencate le attività che secondo il Governo sono ritenute necessarie perchè venderebbero beni di prima necessità, non si può non rilevare l’assoluta incongruenza di una simile elencazione - scrive De Luca - inserire tra gli esercizi che vendono beni di prima necessità gli esercizi non specializzati di computer, periferiche, attrezzature, la vendita di articoli per illuminazione o ancora le ferramenta o ancora le profumerie, lascia davvero perplessi sul significato che si intende attribuire alla dicitura ‘beni di prima necessità’, soprattutto ove si consideri che, contemporaneamente, si consente la consegna con pony express e si invita a favorire il telelavoro o comunque le modalità di lavoro online. L’incongruenza di tale elencazione, che finisce per lasciare aperte più attività di quelle che dovrebbero essere chiuse, rende inefficace lo stesso Dpcm e non gli consente di raggiungere il suo fine, che è quello di limitare la circolazione delle persone al fine di contenere il contagio. Ribadisco il concetto essenziale di coprifuoco, quello che invece Conte non utilizza - continua il primo cittadino - rendendo il suo provvedimento monco. La trasmissione del virus avviene attraverso la circolazione delle persone. Quanto disposto dal nuovo provvedimento del Presidente del Consiglio non solo lo avevamo già anticipato a Messina, ma avevamo previsto delle disposizioni più incisive, chiudendo di fatto qualsiasi attività, ad eccezione dei generi che veramente costituiscono beni di prima necessità, tra i quali non ritengo possano rientrare i profumi o i cacciavite. In queste 48 ore, faremo quindi solo delle integrazioni di carattere giuridico che saranno rese definitivamente note domani entro le 21. La nostra ordinanza rimarrà in piedi”. 

“Di fatto – conclude il sindaco di Messina – seguendo i dettami nazionali invece che sospendere, resteranno aperte banche, poste, edicole, fabbriche, call center, assicurazioni e artigiani. Tradotto? L’epidemia che da Nord a Sud sta mettendo in ginocchio il nostro Paese non sarà affatto estirpata. Alle volte è necessario osare, essere impopolari in nome di un bene superiore, quello comune”. Rammento che questa mattina è stata diffusa, con grande senso di speranza e di sollievo, la notizia che a Codogno, dopo 15 giorni di assoluto isolamento – coprifuoco – per la prima volta non si sono registrati nuovi contagi. Messina è una città metropolitana con 250mila abitanti, Codogno ne conta appena 15mila, eppure ha impiegato 15 giorni per arrestare il contagio. Vogliamo davvero attendere che il contagio si diffonda a macchia d’olio o ci rendiamo conto che è necessario agire con responsabilità e severità, limitare adesso i nostri spostamenti al minimo essenziale ed evitare di aggravare la già conclamata pandemia mondiale”.

Intanto secondo l'agenzia di stampa Ansa "Dal Viminale arriva lo stop all'ordinanza del sindaco di Messina Cateno De Luca che, l'11
marzo, ha emesso un'ordinanza con cui di fatto anticipava le misure del governo sulla chiusura dei negozi, delegando ai
vigili urbani i controlli sul rispetto del provvedimento. Il ministero dell'Interno, secondo quanto si apprende, riterrebbe
inefficace la decisione del sindaco. A Messina, dunque, come nel resto del Paese valgono le disposizioni del Governo. De Luca, su Fb, aveva annunciato, oltre alla serrata dei negozi che non vendono beni di prima necessità, anche gli uffici comunali. E il divieto di circolazione per i cittadini tranne che per motivi di salute".
 

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