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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Dal funerale alla baraccopoli, De Luca: “Mi attaccano perché sono il politico più seguito su facebook”

Il sindaco torna in diretta dopo una giornata di riflessione sul tiro incrociato di polemiche che ha caratterizzato le ultime settimane. Ecco cosa ha scoperto

“Parliamoci chiaro e una volta per tutte». Ha annunciato così la diretta facebook il sindaco di Messina Cateno De Luca, dopo una giornata di silenzio in cui qualcuno aveva “temuto” un ridimensionamento nell’uso compulsivo dei social. Nella mattinata solo un video, carico di amarezza. Viso stravolto dalla notte insonne, De Luca aveva parlato di depressione per il tiro incrociato di polemiche legate all’organizzazione della family card, all’assembramento per la distribuzione di uova di pasqua fra i bimbi della baraccopoli di Rione Taormina, per il linguaggio scurrile utilizzato nella comunicazione pubblica e soprattutto per il corteo funebre non autorizzato del fratello del boss Sparacio.

E su questi punti, a partire dalle 23 di ieri sera e fino a mezzanotte, ha voluto fare chiarezza dopo una giornata di riflessione in cui – ha raccontato – si è confrontato con un amico esperto di dinamiche della comunicazione che gli ha aperto un mondo: gli attacchi alla sua persona sarebbero da attribuire ad una popolarità che deve imparare a gestire.

Sì, perché la verve e i social che lo hanno reso protagonista della scena politica oltre che del saggio del giornalista Emilio Pintaldi  sui cambiamenti della comunicazione istituzionale nell’era di internet, ora sembrano essersi trasformati in un boomerang.

“Perché io non sono esperto – ha spiegato  - La mia è una comunicazione artigianale, trasuda umanità, non c’è una squadra creata per conquistare like”.

Ma cosa gli avrebbe fatto comprendere il suo amico? Intanto, che si trova al settimo posto in Italia nella classifiche facebook come politico di cui si discute di più e al primo posto in Sicilia. Una posizione che oltre a “impaurire certi politici che hanno la sedia incollata al deretano, non dico culo per non scatenare altre polemiche - ha detto - occorre anche imparare a gestire”. “Ora mi spiego le chiusure di certe istituzioni regionali, di atteggiamento strano - ha motivato -  Come l'accanimento di un deputato nazionale trombato della zona jonica che ora fa il capo di Gabinetto, il maggiordomo, di Musumeci. Mi dicono sia anche il responsabile della comunicazione”. 

De Luca ha poi affrontato le questioni uno a uno, non senza avere prima attaccato “quelli che hanno fatto fortuna con l’antimafia” e anticipato una serie di querele alla stampa (“Selvaggia - ha detto riferendosi alla Lucarelli che lo ha definito un Salvini in miniatura e il nuovo mostro dello Stretto - si occupasse di danza del ventre che sicuramente è più addetta a questo tipo di operazioni). Ma andiamo per ordine.

Uova di Pasqua al rione Taormina

In primo piano la questione delle uova di Pasqua distribuite al rione Taormina. De Luca, ha chiamato in causa anche il Garante dell’infanzia, reo di aver preso le distanze dalle sue parolacce al megafono associate agli auguri di Pasqua e dalla visita con assembramento nella baraccopoli con tanto di bambini in primo piano.

Il sindaco a Rione Taormina nel video delle Iene

“Ma voi messinesi sapete cosa sono i nostri lebbrosari, le baracche? Voi che avete teso questa trappola per sputtanare a livello nazionale? Signor Garante, quante denunce ha fatto lei? Lo sa che in un quadrato stanno sei, sette persone? Questa è la vergogna di chi ha comandato a Messina. Per questo abbiamo voluto mostrare attenzione in questo momento. E’ stato un piccolo segno di speranza. Un’ora di tempo per andare a salutare, altri avevano organizzato per i fatti propri la donazione delle uova di Pasqua. Cosa ci posso fare se c’è stata una manifestazione d’affetto nei miei confronti? Si vede dal video, ci sono sei sette minuti in cui ho cercato in tutti i modi di mantenere le distanze. Ora qualcuno mi vuole denunciare. Fatelo pure. Mi vogliono denunciare perché sono andato a Rione Taormina? Nessuno però denuncia quelli che li hanno mantenuto là nelle baracche per tanti anni”.

Hashtag iorustuacasapicazzimei

“Ho fatto un errore, l’ho ammesso, avrei dovuto separare i messaggi di auguri per Pasqua all’hashtag iorustuacasapicazzimiei. Ma del messaggio in sé non sono pentito. Perché quell’hastag ha portato i suoi risultati: il rispetto delle disposizioni in tutta la città. Un risultato che non consento venga sporcato dalla vicenda delle uova di Pasqua. Dall’arcivescovo (a cui aveva risposto 'anche io avrei da dire sulla chiesa', ndr) avrei gradito un rimprovero, una telefonata, anche con richiesta di chiedere scusa. Ma non meritavo un trattamento del genere”,  ha detto riferendosi al messaggio dell’arcivescovo durante l’omelia. “Non c’era elemento che potesse giustificare una punizione pubblica del genere. Non si possono schiaffeggiare così le istituzioni che collaborano. Noi siamo sempre andati d’accordo, non è come per me con il ministro Lamborgese.  Io pretendo lo stesso rispetto che ho sempre avuto e avrò nei suoi confronti. Per me il caso è chiuso qui. Per il futuro gradirei a fronte dei miei errori - ne farò, sono un cristiano peccatore - che con riservatezza mi confessi e mi assolva e se io devo fare pubblica ammenda, lo farò”.

Funerale al fratello del boss

Su questa vicenda Le Iene hanno fatto un articolo di cui si deve indignare la città. Guardate cosa scrivono: ‘Il sindaco di Messina continua a far parlare di sé. Sabato scorso è stato visto nel corteo funebre nel quale decine di persone hanno accompagnato il fratello del boss Luigi Sparacio’. Faremo una bella querela e i soldi li destineremo ai poveri. Delinquenti voi e chi vi ha dato le informazioni. Ritirerò la querela solo quando direte chi vi ha dato le informazioni, io lo so chi è ma lo dovete dire voi anche voi. Inutile che cancellate il post come ha fatto Giulia Grillo. Anche per lei la querela è stata predisposta”.

“Del funerale - continua - io non sapevo nulla. Ho saputo solo lunedì e ho chiesto conto e ragione alla polizia municipale che ha già fatto una sua relazione. Sono contento che la procura abbia aperto una indagine. Ognuno si assumerà le proprie responsabilità. La famiglia mi ha ringraziato? Mi dispiace perché io sono lontano da questi ambienti. La mafia mi ha sempre fatto schifo, tutte le forme di mafie che ci sono nei vari palazzi, le ho sempre combattute e continuerò a combatterle. Su questa salma si sono scatenati personaggi come Claudio Fava - ha attaccato - che si dovrebbe sciacquare la bocca dopo che ha macinato il nostro Antoci, che ha subito attentati di mafia e gli aperto una inchiesta. Alle sue dichiarazioni si è agganciato anche D’Uva. D’Uva chi? Che film ha fatto? Continui a giocare sporco come ha fatto col palagiustizia di cui ancora aspettiamo notizie”. Al questore del M4Stelle alla Camera De Luca ha consigliato di prendere come esempio da Angela Raffa “lei sì che ha onestà intellettuale! ha collaborato per il concorso dei vigili urbani. Se sotto i capelli hai qualcosa - ha detto riferendosi direttamente al deputato - prendi esempio”.

Infine, di nuovo un pensiero per il garante dell’Infanzia e l'adolescenza. “Passa una giornata nella baracca, sotto l’amianto, se sei un vero garante dei bambini, ti accompagno io – ha detto – Ora faremo conoscere a tutta Italia le baracche, sarò io a chiedere ai media nazionale di venire con me e capire cosa significa stare nelle baracche”. E sui consigli per raffinare la sua comunicazione? Niente: “Non ho nessuna intenzione, forse potrò distinguere le notizie in pagine diverse fra quelle di rilievo locale e quelle nazionali, ma in questo momento ho altre emergenze da affrontare. Ho promesso di pensarci”. Per il momento “così è se vi pare”.

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