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Decadenza da sindaco di Longi, Fabio: “Amareggiato per la sentenza, continuerò nel mio lavoro”

Il primo cittadino si dice preoccupato per la decisione che non rispetta la volontà popolare. E assicura: “Bisogna, nell’immediato, portare a termine la stabilizzazione dei precari e far partire il cantiere lavoro per disoccupati”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MessinaToday

Ringrazio i tantissimi concittadini - appartenenti anche ad altri schieramenti politici - che, in merito all’ordinanza di decadenza dalla carica di Sindaco e in apprensione per quanto sta accadendo nella nostra comunità, mi hanno manifestato la loro piena solidarietà.

Sono molto amareggiato per i contenuti di una sentenza che ha avuto degli effetti molto pesanti su di me e che, ai più, appare iniqua e irriguardosa della volontà popolare. 

Una sentenza che allontanerà tanta gente per bene dall’occuparsi dalla cosa pubblica visto che, qui a Longi, per il vezzo di pochi che non accettano il responso democratico delle urne, la politica si fa con il sistemico ricorso ai Tribunali.

Dopo la decisione del Tribunale di Patti, le strade che mi si pongono davanti sono solo due: immediate dimissioni o impugnativa dell’ordinanza innanzi alla Corte di Appello di Messina. 

Mi confronterò ulteriormente con i miei cittadini per le ovvie considerazioni di carattere politico che la complicata vicenda implica, ma credo che la strada sia segnata: penso seriamente di non presentare alcun ricorso in appello.

Sono sereno e con la coscienza a posto, desidero solo prendermi qualche altro giorno di riflessione perché, nonostante sottoposto ad un continuo calvario mediatico, intendo assicurare alla mia comunità la massima attenzione ai problemi reali per i quali, da Sindaco ancora in carica, intendo dare risposta.

Bisogna, nell’immediato, portare a termine la stabilizzazione dei lavoratori precari che da trent’anni aspettano questo momento e far partire il cantiere di lavoro per disoccupati.

Credo il mio, un gesto di responsabilità che, se serve a dare serenità alla comunità in cui vivo ed opero, sono pronto a compiere senza infingimenti di sorta, ma è chiaro che è una decisione che non debbo e non posso prendere da solo; qui non si tratta di difendere una poltrona, si è costituito un comitato cittadino spontaneo,  c’è un paese  a cui guardare,  c’è una storia da difendere.  

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