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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Elezioni amministrative, il governo decide la data: si vota il 12 giugno

Ballottaggio il 26 ma l'ultima parola spetta alla Regione. Alle urne oltre Messina anche 37 comuni della provincia

Ufficializzate dal Consiglio dei ministri le date delle elezioni amministrative e del referendum. L’annuncio è arrivato, tramite twitter, da Stefano Ceccanti del Pd e lo confermano fonti ministeriali a Repubblica. Domenica 12 giugno è previsto il primo turno, il 26 giugno secondo turno, e anche il referendum si terrà il 12 giugno. In Sicilia, essendo a statuto speciale, è necessario un ulteriore passaggio in Giunta regionale anche se il governatore Nello Musumeci dovrebbe confermare le date del governo nazionale, a meno di sorprese con rinvio in autunno.

I Comuni al voto in provincia di Messina

Al voto oltre Messina anche 37 comuni della provincia: Nizza di Sicilia, Novara di Sicilia, Pagliara, Pettineo, Piraino, Reitano, Roccella Valdemone, San Pier Niceto, San Piero Patti, Sant’Alessio Siculo, Santa Marina Salina, Santa Teresa di Riva, Santo Stefano di Camastra, Saponara, Sinagra, Torrenova, Venetico Villafranca Tirrena, Acquedolci, Alcara li Fusi, Capri Leone, Castelmola, Castroreale, Cesarò, Fiumedinisi, Francavilla di Sicilia, Furnari, Gallodoro, Itala, Letojanni, Librizzi, Lipari, Malfa, Merì, Montalbano Elicona e Motta d’Affermo.

I quesiti referendari

I cinque quesiti ammessi dalla Corte costituzionale e che saranno oggetto del referendum sono: la riforma del Csm; l'abolizione della legge Severino: il quesito propone l'abolizione del decreto legislativo Severino sulla incandidabilità, ineleggibilità e decadenza automatica per i parlamentari, per i rappresentanti di governo, per i consiglieri regionali, per i sindaci e per gli amministratori locali in caso di condanna; i limiti agli abusi della custodia cautelare: si propone di limitare la carcerazione preventiva per il pericolo di "recidiva" solo ai reati più gravi ; la separazione delle funzioni dei magistrati: si propone lo stop totale alla possibilità per i magistrati di passare, nel corso della carriera, dalla funzione requirente a quella giudicante e viceversa ; il voto degli avvocati nei consigli giudiziari sulle valutazione dei magistrati.

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