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Schifani: "Su Miccichè ha deciso Berlusconi, non sono succube di Fratelli d'Italia"

Il presidente della Regione è tornato sulla "rottamazione" del coordinatore di Forza Italia, ha bacchettato la burocrazia ed ha annunciato "interventi sugli ospedali Civico e Ingrassia". Lagalla: "Abbiamo recuperato la tenuta economica del Comune, troppo facile lamentarsi"

Il rapporto con Fratelli d'Italia, le recenti dimissioni da coordinatore regionale di Forza Italia di Gianfranco Miccichè dopo lo "strappo" interno al partito, la necessità di un intervento sugli ospedali palermitani, la lentezza della burocrazia e la riforma sull'Autonomia differenziata: sono alcuni dei temi toccati ieri sera dal governatore Renato Schifani, intervistato da Mario Barresi, inviato de La Sicilia, in occasione dei 78 anni del quotidiano catanese.

Il presidente della Regione ha chiuso gli incontri di "Raccontiamo La Sicilia", l'evento organizzato al Gran Hotel delle Palme che ha visto la partecipazione di altri esponenti di Palazzo d'Orleans, del presidente dell'Ars Gaetano Galvagno e del sindaco Roberto Lagalla. Quest'ultimo non ha nascosto le difficoltà di un Comune che ha ereditato varie emergenze: su tutte quella economica.

"Io non sono succube di Fratelli d'Italia, non subisco alcuna tracotanza", ha detto Schifani. "C'è sempre stato un confronto sereno. Ho dovuto mediare con assessori, alcuni parlamentari e altri no che stanno facendo bene. C'è qualcuno che disegna un governatore succube di Fdi ma non è così, lo ribadisco. Sono in ottimi rapporti con il coordinatore Cannella ma anche con Pogliese, anche con gli assessori. Io mi confronto con Fdi".

Sul fronte interno a Forza Italia, il suo partito, Schifani è tornato sulla "rottamazione" di Miccichè. L'ex presidente dell'Ars - sconfitto dall'ala del partito che ormai si riconosce in Schifani - dopo 29 anni ha dovuto cedere la mano a Marcello Caruso (nuovo coordinatore nominato da Berlusconi), che del presidente della Regione è il braccio destro. "Una scelta di Berlusconi fatta in tutta autonomia - ha puntualizzato Schifani -. Tutto è cominciato con la scissione del partito all’Ars in due gruppi, ma evidentemente la maggior parte ha deciso di stare con me e sostenere il mio governo".

Schifani si è poi soffermato sulla necessità di "intervenire sulla sanità pubblica nella Sicilia occidentale, sull'ospedale Civico e sull'Ingrassia, che merita di essere ristrutturato. Noi interverremo sugli ospedali più strategici". A preoccupare il governatore è anche la lentezza della burocrazia. "Io non lancio strali sulla burocrazia regionale ma ero abituato a Roma a un modello più decisionista, più veloce. Ci sono o consiglieri di Stato di grande valore. I direttori dei ministeri decidono, l’azione di governo è più efficace perché il modello è più snello. Per non parlare di quello parlamentare. Qui mi trovo in una situazione in cui devo mettere in agenda alcune indicazioni e verificare se dopo un mese hanno avuto un avvio. Decisioni che si scontrano con l’indecisionismo o demandare le decisioni per avere le carte a posto. Adesso dobbiamo guardare a un modello più agile".

Infine la punzecchiatura a chi si oppone all'Autonomia differenziata. "Io mi chiedo senza polemica: ma tutti questi signori che paventano tutti questi pericoli con l’Autonomia differenziata hanno letto il testo? Se l’hanno letto, la demagogia ci sta. Ma quando si dice che io tradisco la Sicilia, queste persone fomentano l'odio sociale".

In precedenza era stato il sindaco Roberto Lagalla a fare un bilancio del sul primo scorcio di governo della città. "Da quando sono entrato a Palazzo delle Aquile cerco ancora le aquile. Invece ho trovato molti conigli, tanti rapaci diversi dalle aquile, tanti opportunisti. Siamo stati obbligati a recuperare la tenuta economica del Comune: se in una città la riscossione è ferma al 45% e per le infrazioni al 20% significa che c'è qualcosa che non funziona. Se per concludere le pratiche di condono ci vogliono ancora 48 anni non credo sia normale. Vogliamo liberarci da questi handicap: tanto è stato fatto, ad esempio il Patto con lo Stato, tanto dobbiamo ancora fare. Troppo facile lamentarsi". 

Fonte: Palermotoday

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