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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

La Vardera al fianco dei baraccati: "Sono come loro, per Sicilia Vera ho rinunciato a ricandidarmi come sindaco di Palermo"

L'ex Iena ufficializza la scelta di guidare la lista "Mai più baraccati" puntando anche al consiglio comunale di Messina. "Al mio fianco tanti ragazzi che ce l'hanno fatta nonostante il contesto in cui sono cresciuti". Ma il vero obiettivo sono le regionali: "De Luca amatissimo anche a Palermo, punto all'Ars per una nuova idea di politica"

Con De Luca non condivide solo le idee politiche, ma anche la passione per le auto vintage. Ismaele La Varderà, infatti, girerà Messina con la sua Fiat Panda del 1989 riverniciata in giallo e rosso che, come sottolinea lui stesso, "oltre ad essere i colori della città sono anche quelli della bandiera siciliana". Un tratto in comune con l'ex sindaco spesso a bordo di un'attempata Opel Corsa.

La Vardera, come anticipato ieri, sarà capolista della lista "Mai più baracche" presentata questo pomeriggio dopo essere finita al centro delle polemiche, alimentate dagli avversari politici di questa campagna elettorale che inizia a decollare. Critiche sterili, sostiene l'ex Iena: "non si può parlare di strumentalizzazione visto che il Risanamento è un problema in via di risoluzione, se ciò non fosse avvenuto ci sarebbe stato il rischio di usare persone disagiate per finalità elettorali. Anzi le baraccopoli per anni sono state il simbolo dell'abbandono e del voto di scambio che io stesso ho toccato con mano. In questa lista c'è gente che rifiuta tutto questo e che crede nella vera politica che in passato non hanno mai visto".

Dietro la scelta di guidare la lista "Mai più baracche" non ci sarebbe solo una strategia politica. "La mia candidatura anche al consiglio comunale di Messina è simbolica - continua La Vardera -  ma rispecchia la scelta di aderire al progetto di Sicilia Vera in qualità di portavoce. In caso di elezione potrei anche dimettermi per lasciare spazio ai veri protagonisti. Sono ragazzi straordinari che hanno fatto sacrifici per togliersi di dosso la pesante etichetta di 'baraccati'. In tanti sono riusciti ad affermarsi, mi piace ricordare la storia di una ragazza che dopo tanti sacrifici si è laureata. Sono vicende che mi ricordano la mia infanzia, trascorsa tra lo Zen di Palermo e gli alloggi popolari di Carini dove le regole non esistevano e neanche i diritti fondamentali come quello di avere un tetto sopra la testa. Ecco perchè condivido la voglia di rivalsa, la volontà di emergere nonostante il contesto svantaggiato in cui si è cresciuti".

La Vardera è pronto a metterci la faccia. Una scelta nata dal feeling con De Luca di cui rimarrà al fianco soprattutto per la corsa alla poltrona più importante di Palazzo d'Orleans. "Ho conosciuto De Luca poco meno di due anni fa - spiega l'ex giornalista- poi abbiamo continuato a sentirci telefonicamente. Ero pronto a ricandidarmi come sindaco di Palermo, ma ho ritrovato lo stesso ambiente della scorsa campagna elettorale che mi ha scoraggiato. Ho capito che volevano usarmi e ho fatto un passo indietro, ma il mio amore per la politica è rimasto intatto. Per questo quando ho saputo della candidatura di De Luca alla Regione ho deciso di farmi avanti. Ci siamo cercati reciprocamente, lui è una persona fuori dagli schemi, ai modi pittoreschi aggiunge i fatti. Ha una storia simile alla mia, non vive di politica ed è pronto a battere i pugni sul tavolo quando serve, come fatto durante la pandemia".

La corsa alla Regione non sarà di certo semplice, ma La Vardera sprizza ottimismo. "Posso dire che De Luca è amatissimo a Palermo, la gente lo vede come un sindaco che difende i diritti dei siciliani anche al cospetto del governo. Ma c'è da vincere contro lo scetticismo generale, la gente non crede più in niente e lo capisco. Per fortuna c'è un'alternativa".

Prima però c'è da pensare alle elezioni comunali. Qui La Vardera aggiunge un pizzico di cautela e a precisa domanda sulla possibilità di vincere al primo turno risponde: "Bisogna lavorare a testa bassa, voto per voto contro il nemico più grande che è l'astensionismo. Ma abbiamo buone possibilità di evitare il ballottaggio se riusciamo a convincere anche chi di votare non ne ha nessuna voglia".

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