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Ex Province, lancette indietro di 48 ore per la marcia dei sindaci a Palermo

Non più il 17 maggio ma il 15: è la nuova data in agenda della protesta degli amministratori delle Città Metropolitane. Cateno De Luca punta ai milioni del Fondo di Sviluppo e Coesione per salvare gli enti

In un primo tempo la data fissata era venerdì 17 maggio. I sindaci invece si incontreranno a Palermo mercoledì 15 maggio alle 11 in piazza Indipendenza. Nuova marcia. Dopo quella a Messina del Primo maggio per salvare dalla fine gli ex enti Provincia abolendo il prelievo forzoso dallo Stato ecco la nuova manifestazione che coinvolgerà tutte le amministrazioni dell'Isola nelle intenzioni dell'organizzatore: il sindaco Cateno De Luca che dice "Ritengo indispensabile unire le forze di tutti noi Sindaci siciliani e, pertanto, saremo a a Palermo il 15 maggio per manifestare il disagio delle comunità locali a causa della impossibilità delle ex Province siciliane tutte, di erogare servizi e, nel contempo, per
consegnare al Presidente della Regione la soluzione tecnica che è stata individuata per risolvere definitivamente i problemi finanziari dei Liberi Consorzi e Città Metropolitane della Sicilia. La proposta è finalizzata all'approvazione, da parte del Parlamento nazionale,
delle modifiche normative che consentano alle Città Metropolitane e ai Liberi Consorzi di approvare i Bilanci pregressi anche in presenza di criticità (squilibri) e alla copertura finanziaria per il triennio 2019-2021, utilizzando le somme del Fondo Sviluppo e Coesione
(FSC) per circa 350 milioni di euro. Questa soluzione pur non ottemperando pienamente alla richiesta originaria di avere restituiti i fondi sottratti alle ex Province dal prelievo forzoso (legge 190/2014), uniformandosi a quanto è già avvenuto nelle Regioni a statuto Ordinario è, in questo momento, l'unica soluzione praticabile per salvare le Città Metropolitane e i Liberi Consorzi siciliani, evitando un danno peggiore e irreversibile come la dichiarazione di dissesto che, cosi' come già detto in più incontri istituzionali, non consentirebbe comunque di utilizzare le risorse finanziarie per investimenti sul territorio, stante che il dissesto, in presenza di una non risolta crisi finanziaria degli Enti di area vasta, non rappresenta la soluzione al problema della impossibilità di approvare i documenti contabili degli Enti".

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