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Liquidazione Atm, Faisa Cisal Orsa Ugl e Fit Cisl: "Strada obbligata"

I sindacati vicini al sindaco De Luca hanno risposto alle posizioni di Filt Cgil, Uiltrasporti e Cub dopo la bocciatura in Consiglio comunale della delibera che doveva sancire la fine della municipalizzata

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MessinaToday

“La procedura di liquidazione volontaria dell’Atm era caratterizzata dal confronto costante fra le organizzazioni sindacali, i commissari liquidatori e il CdA della nuova Atm SpA. Mentre fuori si consumavano guerre politiche e sindacali, si dichiaravano scioperi e si annunciavano catastrofi imminenti per la liquidazione dell’ultima azienda speciale di Tpl d’Italia; nei tavoli di trattativa Cisal, Faisa, Ugl e Orsa si preoccupavano di garantire un percorso controllato che avrebbe trasferito il servizio essenziale alla nascente SpA pubblica, con la garanzia per i lavoratori di mantenimento dei diritti acquisiti”. Così si legge sulla nota diffusa dai sindacati, in riferimento alla conferenza stampa tenutasi questa mattina a Palazzo Zanca e a cui era presente il segretario Ugl della federazione Autotranvieri Giuseppe Alizzi con i colleghi di Orsa, Faisa e Fit Cisl, Mariano Massaro, Lillo Sturiale e Sebastiano Bonafede.

Durante l’incontro in aula consiliare è stato anche fatto riferimento all’elenco ufficiale degli argomenti che il fronte sindacale del Salva Messina aveva chiesto e ottenuto di trattare, fin quando la liquidazione coatta amministrativa ha preso il posto dell’originaria procedura volontaria: liquidazione del Trattamento di Fine Rapporto; pagamento delle ferie non godute; eventuale “Scivolo” per incentivare il pensionamento del personale; trasferimento dei dipendenti nella Atm S.p.A.; mantenimento di tutti i posti di lavoro; mantenimento dell’attuale Contratto nazionale Autoferrotranvieri per tutto il personale; mantenimento dell’attuale inquadramento parametrale dei dipendenti; mantenimento degli attuali scatti di anzianità dei dipendenti; risoluzione dei contenziosi legali in atto; attribuzione del parametro superiore ai dipendenti aventi diritto che non hanno attivato contenzioso; trasferimento nella ATM S.p.A. dei dipendenti inidonei temporanei e definitivi; trasferimento nella ATM S.p.A. dei dipendenti con contratto a tempo determinato; assunzione di nuovo personale nella ATM S.p.A.; orario di lavoro Full-Time per tutti i dipendenti della ATM S.p.A.

“Chi ha preferito il clamore della piazza alla responsabilità della trattativa, forse non sa che con il confronto serrato i punti
fondamentali avevano trovato soluzione: mantenimento di tutti i posti di lavoro, il TFR sarebbe stato liquidato entro i termini imposti dalla
normativa per le aziende pubbliche in caso di cessazione volontaria del rapporto di lavoro, le ferie non godute poste a pagamento, il CCNL degli autoferrotranvieri applicato a tutto il personale, i lavoratori sarebbero stati assunti nella ATM SpA mantenendo l’inquadramento parametrale, il trattamento economico e gli scatti di anzianità coperti con corrispondenti assegni ad personam”, continua la nota. “Insomma, mentre all’esterno si consumava la notte dei lunghi coltelli a colpi di comunicati stampa e selfie nei social, il sindacato con la missione di tutela dei diritti dei lavoratori, si preoccupava di esaminare e concordare ogni dettaglio per garantire un passaggio
indolore nella nuova azienda, senza perdere pezzi per strada. Cosa cambia con la liquidazione coatta? Nella forma poco ma nella sostanza cambia l’interlocutore”.

Le domande che si pongono le organizzazioni sindacali? “Chi sarà il Commissario inviato dalla Regione? Manterrà quanto il sindacato aveva concordato con i suoi predecessori? E soprattutto, quando arriverà? Se realmente il 31 dicembre deve partire il servizio con la SpA non è pensabile sostare nell’attuale limbo dove i commissari uscenti, nella veste di “dimissionari” in prorogatio non possono incidere oltre,
gestiscono l’ordinario in attesa del loro successore e intanto tutto resta incerto. A chi è servita la bocciatura in Consiglio Comunale del
piano di riequilibrio?” “Comprendiamo la posizione dei Consiglieri che prima di assumersi pesanti responsabilità chiedono chiarimenti e correttivi ma le minoranze esterne che esultano per futile dispetto al sindaco, non hanno capito nulla. Soprattutto non hanno compreso che nessun Consigliere Comunale, nonostante la bocciatura del piano di liquidazione, sposa la loro insana teoria di mantenimento in vita di un carrozzone pubblico che grava sui cittadini, per anni mangiatoia della politica, con bilanci non approvati
dal 2002”.

“La liquidazione è strada obbligata – sottolineano - l’hanno capito tutti, tranne le minoranze che hanno interesse al caos. Non sappiamo a
chi è servito o servirà inasprire il percorso di liquidazione, sicuramente non serve ai lavoratori che passano dalla liquidazione
concordata con i sindacati all’incerto assoluto. Potrebbe servire alla nuova azienda che, in teoria, sarebbe autorizzata ad approfittare del
nuovo scenario a disconoscere quanto concordato con i sindacati”. “Il rischio non solo esiste, è pericolosamente concreto. Al punto in cui
si è giunti appare improbabile rispettare la scadenza del 31 dicembre, con i nuovi eventi il processo è ancora più delicato ed ha bisogno di
tempo. Intanto la Regione non perda altro tempo e indichi subito ilnuovo commissario liquidatore. il aindaco De Luca si ponga a garanzia
dei lavoratori e degli accordi che questo fronte sindacale ha firmato in sede di Salva Messina e nei tavoli di confronto aziendale – concludono le sigle - Liquidazione volontaria o coatta il concetto non cambia: i diritti acquisiti non si toccano. In caso contrario Cisl, Faisa, Ugl e Orsa, passeranno alla mobilitazione”.

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