La sanità siciliana costa meno ma le Asp pagano in ritardo, a Messina la maglia nera
Insieme a Palermo è la città che registra i tempi più lunghi nei pagamenti: il 30 per cento è stato effettuato oltre i termini previsti. Il “referto” al Parlamento sulla gestione finanziaria dei servizi sanitari
La sanità siciliana costa meno ma paga i fornitori in ritardo. Le spese per il personale e i servizi hanno beneficiato di un consistente piano di rientro, ma soffrono i fornitori costretti ad aspettare tempi lunghi: il 30 per cento dei pagamenti è stato effettuato oltre i termini previsti. I ritardi maggiori a Messina e Palermo.
"Il referto al Parlamento sulla gestione finanziaria dei servizi sanitari regionali relativa all'esercizio 2017 presentato dalla Corte dei Conti - dice il Centro Pio La Torre - afferma in estrema sintesi che calano i debiti verso i fornitori, anche se gli oneri per interessi per ritardati pagamenti restano elevati, diminuisce il ricorso alle anticipazioni di tesoreria, ma aumentano le disponibilità liquide a fine esercizio, segno di una limitata fluidità nelle procedure di pagamento".
"La Regione siciliana che è stata oggetto di un piano di rientro e di risanamento - sottolinea l'economista Franco Garufi - , ha acquisito nel 2018 un finanziamento di poco più di 9 miliardi di euro con un incremento dello 0,69 per cento sul 2017 e con un'aliquota di compartecipazione fissata dal 2009 nella misura del 49,11 per cento del suo fabbisogno sanitario".
ll costo del personale in Sicilia è diminuito del 3,09 per cento tra il 2013 e il 2017 passando da 2.780.697 milioni di euro a 2.694. 720. Il rapporto percentuale tra costo del personale e spesa totale è pari al 30,07 per cento collocando l'isola grosso modo nella media nazionale. L'incidenza della spesa pro-capite sul Pil regionale è pari al 10,3 per cento a fronte della media italiana del 6,6 per cento. Diminuisce del 3,7 per cento il valore nazionale del ticket fisso per ricetta pagato dagli assistiti.