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Il Palagiustizia scoppia, Gioveni al sindaco: "Riprenda in mano la questione del secondo tribunale"

Il consigliere comunale di FdI chiede di riavviare il dibattito sul futuro del secondo palazzo e sulla reale consistenza dei fondi disponibili. "Balletto di cifre e confusione che regna sovrana"

Carenze igieniche-sanitarie, disagi e croniche carenze di spazi. Torna al centro del dibattito politico la questione del Palazzo di Giustizia di Messina che "scoppia" inattesa della realizzazione di una struttura “satellite” mai realizzata nonostante i fondi stanziati da decenni.

A riaccendere i riflettori, il consigliere comunale Libero Gioveni che chiede al sindaco Federico Basile di riprendere in mano la situazione.

“Urge riavviare il dibattito sul futuro del secondo Palazzo di Giustizia, tema tanto annoso quanto prioritario per il vasto mondo della giustizia nel quale si opera ormai da anni con grandi difficoltà!”, scrive il capogruppo di Fratelli d’Italia che già nello scorso mandato, da ex presidente della Commissione lavori pubblici, aveva convocato e tenuto audizioni sull’argomento, oltre che con la passata Amministrazione, anche con l’ex presidente dell’ANM di Messina, Maria Militello, con l’Ordine degli avvocati, con l’Aiga e con alcuni rappresentanti sindacali, proprio per la necessità di fare chiarezza e di gettare le basi sulle strategie future.

“L’Amministrazione De Luca – ricorda il consigliere - il 21 ottobre 2019 aveva trasmesso una nota al ministero della Difesa con la quale aveva chiesto sia la convocazione di un tavolo tecnico (del quale non si è saputo più nulla), sia la revoca del famoso protocollo d’intesa che prevedeva la realizzazione del secondo tribunale all’interno della caserma Scagliosi di viale Europa. Purtroppo da allora – prosegue l’esponente di FdI – se la memoria non mi inganna, vi sono state al vaglio solo altre ipotesi che si sono aggiunte a quelle precedenti (come quella di trasferire il solo tribunale civile nella facoltà di Farmacia o di utilizzare la sede dell’attuale “Città del Ragazzo”), ma è di tutta evidenza il fatto che occorrerà fare chiarezza soprattutto sulla reale consistenza dei fondi disponibili. Infatti – chiarisce Gioveni - i costi iniziali per la realizzazione del secondo Palagiustizia, ivi compresi quelli per l’adeguamento del polo logistico della Marina Militare di via Bonino per il trasferimento del DMML dall’attuale sede di viale Europa (ipotesi questa, credo, ormai non più percorribile) erano quantificati in non più in 17 milioni di euro, mentre sulla base di quanto emerso nell’ultima trasferta romana dell’ ex sindaco De Luca e dell’assessore Mondello, i costi sarebbero lievitati in più di 40 milioni di euro, con tempi di realizzo stimati in 10 anni. Insomma – conclude il capogruppo di FdI – anche in virtù di questo balletto di cifre e della confusione che ancora regna sovrana sul reale sito in cui realizzare il secondo Palazzo di Giustizia, occorre riprendere in mano la questione, oltre che con qualche auspicabile trasferta romana del sindaco Basile una volta formatosi il nuovo Governo, anche riavviando nelle more un concreto dibattito in Aula con tutti i soggetti coinvolti".

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