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Ponte sullo Stretto, De Micheli annuncia: "Dopo valutazioni ci sarà decisione finale"

Il ministro dei Trasporti annuncia in Senato la volontà del governo di verificare la fattibilità dell'opera. In analisi le ricadute tecniche, ambientali e infrastrutturali. Faraone: "Cantieri aperti entro questa legislatura"

Una lunga fase di analisi permetterà al governo di decidere se dare il via alla costruzione del Ponte sullo Stretto o chiudere ancora una volta il capitolo. Secondo quanto annunciato dal ministro Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, durante un question time in Senato, c'è l'intenzione di verificare la fattibilità dell'opera attraverso valutazioni approfondite su più livelli. 

In particolare, De Micheli ha spiegato che "l'approfondimento richiede un'attenta valutazione delle problematiche tecnico-costruttive e delle ricadute occupazionali, ambientali e trasportistiche, oltre agli esiti di una puntuale analisi costi-benefici prevista dal codice degli appalti. A questo seguira' una compiuta verifica e valutazione dell'opera da parte di tutte le forze politiche e dei territori interessati per arrivare a una decisione finale".

Il rappresentante del governo ha sottolineato che "la realizzazione delle opere non puo' prescindere da una relazione virtuosa tra l'infrastruttura e il territorio".

Faraone: "Cantieri aperti entro questa legislatura"

Secondo il presidente dei senatori di Italia Viva Davide Faraone è finito il tempo delle chiacchiere e serve iniziare i lavori già entro questa legislatura. "Di analisi costi benefici ne sono state fatte a centinaia - ha spiegato -  adesso è il momento delle scelte e sul Ponte sullo Stretto, che voglio chiamare Ponte del Mediterraneo perché davvero può renderci protagonisti in quell'area, bisogna decidere. La nostra richiesta al governo è che il cantiere venga aperto entro questa legislatura. Se ponessimo all'esame del voto di quest'aula la costruzione del Ponte sono certo che passerebbe con una larga condivisione. Ed è questo il momento di partire perché adesso disponiamo di una quantità ingente di risorse che provengono dall'Europa: che sono tante sì, ma non anche 'una tantum. La riposta - ha proseguito Faraone - non può essere ancora quella della necessità di ulteriori analisi costi-benefici o di verificare le ricadute occupazionali e sociali: siamo pieni di studi che nella stragrande maggioranza concordano nell'affermare che il Ponte sia un'opera strategica per collegare l'Europa con il Mediterraneo, così come lo è la realizzazione , di pari passo, di infrastrutture digitali, indispensabili per ogni ambito della nostre vita, dal lavoro alla scuola, ed ancora insufficienti o inesistenti in ampie aree del Paese, soprattutto al Sud". Dobbiamo gettarci alle spalle l'idea che in Italia non si possano fare grandi opere senza incorrere in dinamiche corruttive: penso che Expo o il Ponte di Genova abbiano dimostrato che un efficiente controllo delle istituzioni può fare la differenza e che il nostro Paese è in grado di realizzare grandi sfide".

Liberi e Uguali dice no: "Opera inutile e devastante"

"Il senatore Faraone e Italia viva hanno il diritto di proporre quello che vogliono, anche un'opera folle, inutile, già rivelatasi costosissima anche solo in fase ipotetica, disastrosa per l'ambiente, preziosa solo per mafia e 'ndrangheta, come il Ponte sullo Stretto. Ma il senatore Faraone e Italia viva devono aver confuso questo governo con uno di quelli guidati da Silvio Berlusconi, il cui sogno era non a caso proprio il Ponte sullo Stretto".

Lo afferma la senatrice di Leu Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto, dopo le dichiarazioni in aula del capogruppo di Iv Faraone a favore del Ponte. "Conviene essere assolutamente chiari. Il Ponte sullo Stretto non è un'opzione rimasta aperta in attesa di decisione. Tutte le analisi europee e tutte le valutazioni di impatto ambientale lo hanno bocciato senza appello. Stiamo ancora pagando costi esorbitanti anche solo per averne parlato. Il tentativo di usare la crisi innescata dalla pandemia per riaprire un capitolo già chiuso non ha alcuna possibilità di successo e sarà bene che Italia viva se ne faccia rapidamente una ragione", conclude la presidente De Petris.

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